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ENTER THE VOID regia di Gaspar Noč

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     6½ / 10  07/01/2013 00:37:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo dire che non ho idea di che voto mettere ad una pellicola del genere, così spiazzante e controversa, creata ad arte per mettere alla prova lo spettatore e dividere la critica, come d'altronde la maggior parte delle opere della New French Extremity.
"Enter The Void" è sicuramente innovativo e molto affascinante, e connette in maniera intelligente il tema della morte ed il mito della reincarnazione nella fede buddhista con il mondo delle droghe allucinogene e delle out-of-body experiences.
Noé gioca gran parte delle sue carte sull'impatto visivo: molte scene (soprattutto i devastanti titoli di testa, il trip di dimetiltriptamina iniziale e lo sfolgorante viaggio finale) sono straordinarie nella loro "violenza", la fotografia e le scenografie sono estreme nel loro intermittente sfavillare di luci al neon, e l'iperrealismo delle riprese in POV (con tanto di battiti di ciglia) è una trovata audace quanto efficace.
Ma alla lunga l'insistente estetismo delle scene stanca non poco, e la durata a parer mio eccessiva (140 minuti) non aiuta, rendendo il film più volte arrancante e noioso, oltre che farraginoso nello sviluppo.
La sottotrama drammatica non possiede la potenza che ci si aspetta (la matrice edipica e le allusioni incestuose, secondo me, lasciano il tempo che trovano) e sembra che tutto sia solo un pretesto utile a Noé per far vagare senza pace la sua macchina da presa sopra i luminosi palazzi di Tokyo.
E' di sicuro un film molto sentito, un progetto lungamente atteso dal regista, che ebbe modo di provare i più svariati tipi di allucinogeni in gioventù (per sviluppare il concept del film andò persino in Perù a provare l'ayahuasca) e che si sente molto vicino alle delicate e difficili tematiche che il film affronta.
E' una pellicola che lascia però interdetti. A visione ultimata rimane una sgradevole impressione di un fuoco di paglia, di un puro esercizio di stile che nasconde poca profondità di contenuti ma si sbraccia come a dire "Guardatemi, sono una rivelazione!": eppure è un film che non si riesce a dimenticare e che sicuramente non invecchierà con facilità.
Non posso negare che si sia ben impresso nella mia mente e che sia stata una visione soddisfacente, per cui non posso far altro che mettere un voto positivo