paride_86 4½ / 10 31/01/2012 01:36:08 » Rispondi Gaspar Noè è il mago dei piani-sequenza, questo si capiva anche da "Irreversible", ma ciò non basta a mandare avanti un film. Le prospettive che il regista sceglie per "Enter the Void" - soggettive, riprese dall'alto, inquadrature che sembrano non avere confini spaziali - fanno assomigliare questo film ad un videogioco colorato, con una grafica perfetta e un freddissimo iperrealismo. Tutto questo fa sentire lo spettatore un lurido voyeur: segue le drammatiche vicende dal di fuori, senza riuscire a partecipare ai sentimenti dei personaggi; è troppo in alto per immedesimarsi o anche solo per lasciarsi affascinare. E' proprio questo il limite principale di "Enter the Void": il triste ruolo cui relega lo spettatore, inerme e freddo davanti alla storia. Lo spettacolo messo su da Noè si mostra tanto abbacinante quanto finto: una profondità da cartelloni pubblicitari al neon, fieri di ostentare la propria splendida inutilità.