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ENTER THE VOID regia di Gaspar Noč

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Ciaby     10 / 10  17/02/2011 16:21:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tokyo. Oscar, uno spacciatore americano strafatto viene ucciso da un colpo di pistola dalla polizia giapponese. La sorella Linda, spogliarellista di un locale notturno della città, non si dà pace. Dalla sua morte ha inizio un fluttuare disperato (forse del protagonista stesso) tra il passato e il presente, i traumi indimenticabili e le difficoltà di Linda nel presente.

Oh mio Dio. Gaspar Noé è un fottuto genio. Diluisce in quasi tre ore tutte le sue ossessioni e le sue più feroci inquietudini, dipingendo la capitale giapponese come una città che vive di luci al neon, sesso, droga e disperazione. I personaggi che sono solo vuoti involucri che cercano un'identità, dopo aver subito terribili sconvolgimenti nel passato. Ne è il fulcro Linda, interpretata ottimamente da un'attrice che per quanto abbastanza bruttina incarna un pathos e un sex appeal invidiabili, che è lei a scendere sempre più nella più completa desolazione, fino agli ultimi -straordinari- 20 minuti, che sono la discesa agli inferi di Noè, un continuo entrare e uscire da corpi, strisciare tra i palazzi e le luci, giocare con gli sguardi e le luci.

"Enter The Void" è il suo "Inland Empire": un film lento che è già testamento d'autore, che è un 'elogio alla propria straordinaria messa in scena, fatto di incantevoli movimenti di macchina, fluttuanti, che irrompono in cose e persone. Un film che racconta poco, ma che infligge ferite profondissime da riemarginare, sempre, durante la visione.

Veramente straordinarie certe scene (la telecamera che entra nel foro da proiettile sul corpo di Thomas ed esce dall' orecchio di Linda addormentata, il continuo entrare e uscire dai lavandini, la bellissima scena di Oscar e Linda sull'ottovolante che si va a schiantare come l'auto con i loro genitori).

Non è sicuramente per tutti, anzi, è uno di quei film che o si amano alla follia, o si odiano come la morte. Io già lo amo alla follia.

E mi sono sciolto quando, nei titoli di testa, è esploso il remix di "Hyperballad" della mia dea Bjork. Geniale quanto disturbante il finale.