JOKER1926 7½ / 10 04/01/2010 22:04:02 » Rispondi Opera drammatica di John Schlesinger con la prodigiosa accoppiata Jon Voight e Dustin Hoffman, ecco dunque a voi: "Un uomo da marciapiede". Questo film funge da metafora circa l'illusione, i sogni di un uomo che si logorano in una New York "magica" e presunta portatrice di sogni e di ricchezza. Joe Bucker giovanastro spavaldo, spregiudicato cerca di arricchirsi nella "Grande Mela" attraverso la prostituzione (all'epoca questo film fu sotto alcuni aspetti "clamoroso"), i clienti (ipotetici) vecchie con i soldi stanche, annoiate dei molli e ormai vecchi mariti. Ad accompagnare (per caso, per sfortuna) il giovane "stallone" ci sarà l'indimenticabile Enrico Salvatore Rizzo conosciuto con un altro nome (non certo favoloso) "sozzo"; i due saranno con il tempo in massima sintonia e vivranno in una sorta di "tana" fra freddo e miseria fra morte e sogni... Ed ecco dunque il succo de "Un uomo da marciapiede", la pellicola è anche una gran bella denunica agli Stati Uniti, la società è allo sbando, e in tutto ciò sorgono gravosi problemi.
"Un uomo da marciapiede" offre quindi una sceneggiatura compatta, la narrazione è sempre affascinante, specialmente nell'ultima parte, gli attori sono stellari, Dustin Hoffman nei panni di "Rico" riecheggia la perfezione; la fotografia è bellissima, il montaggio è quasi geniale, da segnalare a questo punto i flashback davvero misteriosi e a dir poco "dark"; il lavoro musicale poi sfiora la summa, musiche intonate al contesto, famose e grandiosi.
Fra una donna e una piccola rapina John Schlesinger riesce ad intrappolare nella sua illustrazione concettuale il pubblico, prodigiosa, clamorosa l'analisi introspettiva circa i personaggi con il sudore che gronda non solo dalla fronte di Hoffman ma anche da quelle del pubblico in ginocchio dinanzi ad una storia tetra, sporca bagnata in visioni onnipotenti e vanagloriose...