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127 ORE regia di Danny Boyle

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Marco Iafrate     7 / 10  16/09/2011 22:00:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La pellicola si avvale di due elementi, opposti, che accompagnano l'esistenza di quasi tutti gli esseri umani: La libertà e la costrizione. La prima sono i grandi spazi aperti, la luce accecante del sole, l'aria pulita di un deserto, il movimento, tutto ciò che fa pensare alla vita; La seconda pesa come il macigno che blocca l'avambraccio di Ralston, è angoscia, immobilità, dolore, panico, tutto ciò che fa pensare alla morte.
Il fatto che sia realmente accaduto tutto quello di cui stiamo parlando, ci aiuta a comprendere meglio quali siano i limiti dell'uomo e come alcune circostanze possano portare al superamento di questi limiti. La decisione che porta il giovane ad eseguire il gesto che tutti conosciamo è opera di un uomo coraggioso o di un uomo disperato? Sono sempre stato affascinato da questa temerarietà sconsiderata, da questa ricerca smodata di avventura, da questo innato amore per il rischio, non sempre dietro c'è la capacità razionale di distinguere dove c'è il pericolo e dove non ce n'è affatto, non è estraneo alla paura colui che affronta un viaggio in solitaria senza informare nessuno della sua impresa, sa a cosa sta andando incontro. "Se mi succede qualcosa nessuno sa dove venirmi a cercare!", questo comporta una preparazione mentale alla possibilità che qualcosa possa non andare per il verso giusto, un atteggiamento che poco si confà con l'uomo moderato e avveduto, sicuramente meno esposto ai pericoli ma enormemente più vulnerabile nel caso in cui cause estrinseche lo costringano ad una drammatica emergenza.
Risiede forse qui il nocciolo di quello che è successo a questo sfortunato escursionista, il coraggio viene dalla disperazione ma non tutti sarebbero in grado di arrivare a tanto, è sufficiente il timore alla vista del sangue per far naufragare tutti i propositi necessari ad uscire da situazioni incredibili come questa, per non parlare della sopportazione al dolore, spezzarsi un osso di proposito e tagliare vene, muscoli e tendini senza svenire è quanto di più audace si possa immaginare, una soglia difficilmente raggiungibile, molto cinematografica ( con il cinema di finzione abbiamo visto anche di peggio) ma poco credibile se non avessimo la certezza che tutto ciò nella realtà è avvenuto veramente.
Sarei tentato ad un confronto con "Frozen" vista la pedissequità con questo film, tra l'altro visti a distanza di pochi giorni, ma penso che i paragoni finiscano sempre per danneggiare l'una o l'altra pellicola, forse in "Frozen" c'è più suspense ed è sicuramente più cattivo, ma è meno dinamico, anche se "127 ore" certi momenti sembra una pubblicità del Gatorade.
Niente di straordinario ma si lascia vedere, la scena del "distacco" rimane a lungo impressa nella memoria, è certamente merito di questa se il film ha avuto abbastanza seguito.