Noodles_ 6½ / 10 15/03/2011 11:44:05 » Rispondi La disavventura di un eccentrico (e molto figo) alpinista diventa un’occasione per riflettere su alcuni temi molto importanti, primo tra tutti, ai miei occhi, la necessità di far sapere alle persone che amiamo, che le amiamo…Si danno tante cose per scontate nello scorrere senza sosta della nostre vite, e spesso ce ne rendiamo conto solo quando siamo costretti a fermarci, e a riflettere. Interessanti anche la visione fatalista del regista (che personalmente condivido, anche se con toni meno esasperati…) e il processo che porta il protagonista verso la consapevolezza del proprio fatale menefreghismo. La regia strappa oscar di Boyle è come al solito brillante, tecnicamente ottima, e piena di trovate (tipo l’entrata in scena della prima formica, o la geniale l’auto-intervista). Le ambientazioni sono ovviamente fantastiche (lo xenote...), così come credibile è l’interpretazione di Franco. Se oltre a tutto questo debordante esercizio di stile si fosse trovato il modo di emozionare un po’ di più (magari con un utilizzo diverso dei flashback e delle visioni), ne sarebbe a mio parere uscito un film indimenticabile.
1) Possibile che un polso praticamente spappolato da una roccia non faccia (tantissimo) male? In 90 minuti di film, e 5 giorni di dramma, neanche un: "Càzzo, però fa male ‘sto braccio!". 2) Avendolo visto con un amico che non sapeva come il protagonista se la sarebbe cavata, ho notato che lui si è gustato molto di più la storia ( e la sua conclusione), proprio perché continuava a fare ipotesi su come si poteva uscire da quella situazione, scartando sempre proprio la soluzione adottata nella realtà. Ora, nonostante non legga mai i commenti prima di vedere un film, purtroppo anche dando solo una rapida sbirciatina ai voti, non ho potuto fare a meno di notare, isolata e messa in bella mostra, la fatidica frasina rovina-finale. Quindi, ancora una volta, per favore: USIAMOLO, LO SPOILER!