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127 ORE regia di Danny Boyle

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jack_torrence     5 / 10  01/03/2011 23:49:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film regge bene per i primi 30 minuti, poi si sfascia.
Tutto si tiene fino alle prime sequenze in cui il protagonista rimane intrappolato: giuste le musiche, il ritmo frenetico da videoclip, split-screen, episodio con le ragazze. Benissimo la descrizione della caduta, la reazione, i primi tentativi, il modo in cui progressivamente si adatta alle "nuove circostanze".

Poi il film diventa la cronaca (fedele?) di un intrappolamento, descritta in modo ossessivo e ripetitivo. I guizzi sono pochissimi e timidi.
Lì si poteva iniziare a costruire un personaggio che avesse un passato e un vissuto un minimo più particolari. Invece i pochi e stantii flashback e l'agonia si protrae, lenta e priva di mordente, fino alla messa in scena "visionaria" (ahem, si poteva far di molto meglio) di un "incitamento" al gesto inevitabile (la scena che tutti si aspettano, e la cui conoscenza priva il pubblico dello shock).


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la messa in scena del finale fallisce nella possibilità di consegnarci un messaggio anche solo un tantino più complesso di: "avvertite qualcuno di dove andate".
Cosa ci lascia questo film? Non indaga affatto, come nelle premesse poteva illudere, sul rapporto di mero "consumo" che l'uomo contemporaneo instaura con l'ambiente naturale (vedi il paradigmatico "Un tranquillo weekend di paura"), ma si limita a suggerire di essere meno avventati e avere un po' più di testa sulle spalle.
Davvero poco.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  02/03/2011 01:42:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Posso concordare sul voto...numerico si intende! Ma Boyle non aveva alcuna intenzione di lanciare un messaggio di carattere "naturalistico"! Ne tantomeno il messaggio è volto ad incoraggiare ignoti viaggiatori solitari a dare previa comunicazione della propria meta! Ti dico subito che a me piace Boyle, mi piace il modo in cui la sua telecamera racconta una storia. Ho amato e amo The millionaire, e questa pellicole nasce da un desiderio, in questo caso a dire il vero molto forzato, di dare continuità alla teoria del destino che piace tanto a questo regista. Aron infatti durante la sua agonia, elabora la natura e l'origine della roccia che lo tiene intrappolato e che non gli permette di andare avanti. In quel preciso momento quella roccia, non è più solo una semplice roccia, è un punto predeterminato sul percorso nel vissuto di un'essere umano. Secondo Boyle tutto, in quest'universo ,si muove seguendo un piano ben preciso. E' inevitabile che nella nostra vita accadano cose belle o brutte, quando nasciamo siamo attratti verso quello che sarà il nostro percorso e tutto ciò ceh ne consegue.Quello che invece non è altrettanto certo è se o meno avremo la forza di porci dinnanzi a tali situazioni, se avremo insomma la voglia di andare avanti, sapendo sin dal principio che ogni nostra decisione avrà un prezzo da pagare. Aron ha fatto la sua scelta...e nè ha pagato il prezzo.
jack_torrence  02/03/2011 12:57:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Pierluigi per avermi fatto conoscere questo aspetto della "poetica" di Boyle, che ammetto di non conoscere troppo.
Non avevo mai riflettuto su quello che tu sottolinei.
In effetti alla fine di questo film viene fatto un discorso che ricalca proprio questa "filosofia".
Personalmente, debbo dire che essa mi lascia piuttosto indifferente, e non mi pare una filosofia molto profonda. Insomma non mi corrisponde e sono anche portato a ritenere che più che altro sia un modo di vedere le cose un po' "appiccicato lì" (anche se non dubito che Boyle ci creda per davvero).
Forse la mia critica al film è ingenua, d'altra parte se quella filosofia non mi arriva (e non mi è arrivata neppure sentendo le parole esplicite alla fine del film), possono esserci 2 possibilità. O io sono poco ricettivo di fronte a un concetto profondo, oppure questo concetto non è così potentemente espresso.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  02/03/2011 20:34:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No carissimo amico...tu non hai nessuna responsabilità. Come ho sottolineato nel mio commento, qui il segno del destino è piuttosto forzato al cospetto di the millionaire,dove è invece il protagonista assoluto. Solo, che come tu giustamente dici, ognuno ha le sue prospettive quando deve valutare un film, e l'ottica differisce sostanzialmente da persona a persona. Confesso di andare spesso in profondità quando vedo un film,ma questa pellicola ad un certo punto mi ha come dato l'impressione di una cronologica telecronaca dei fatti che realmente sono accaduti. Non mi è piaciuto proprio per questo motivo, Boyle ha cercato di esprimere un concetto a lui fortemente caro ma è come se lo stesso fosse stato filtrato e andato perduto tra le grotte dei Canyon. Evidenti limiti di sceneggiatura hanno come soffocato quel concetto che in un punto cardine del film era emerso a dar luce a tutta la vicenda. E la regia seppur con spunti di virtuosismo tipici di Boyle non ha proprio aiutato. Scusami per l'intervento ma, seppur senza nessuna colpa,mi sembrava troppo superficiale il messaggio che avevi recepito.Ciao
piripippi  03/03/2011 01:23:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ho letto la sua esposizione del pensiero di boyle e pur giudicando personalmente il film brutto ho apprezzato molto quello che lei ha scritto sul pensiero di boyle.concetti belli ed efficaci, ma mi chiedo tutti coloro che guardano questo film in quel momento penseranno a questa teoria ho a 1 ora e mezzo di angoscia dal finale scontato ? cordiali saluti e dimenticavo anche io ho amato the milionaire ma quello è un altro film