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L'ULTIMO UOMO DELLA TERRA regia di Ubaldo Ragona

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  05/12/2013 11:10:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima trasposizione filmica del capolavoro di Richard Matheson "Io sono leggenda", una versione modificata rispetto al romanzo che comunque riesce a mantenere in buona parte il fascino dello scritto e a tradurne bene il suo messaggio di solitudine prima e di ghettizzazione poi.
Ubaldo Ragona si avvale dei set architettonici che Roma offre: deserti, disseminati di cadaveri e rifiuti. Un'idea notevole che grazie alle architetture particolari di alcuni quartieri, come l'Eur o lo stadio Flaminio, rende bene l'emarginata disperazione che attanaglia il protagonista. Per l'appunto forse ultimo rappresentante di un'umanità trasformata da un'epidemia in qualcosa di mostruoso, praticamente una via di mezzo tra zombie e feroci vampiri. Ridotto a vivere nel ricordo doloroso di un passato felice e con l'unico obiettivo di riempire le sue giornate eliminando quante più creature possibile, vedrà il suo destino cambiare dopo l'incontro con un'enigmatica donna.
Lui, scienziato, divorato dal senso di colpa per non aver trovato un antidoto, è il grande Vincent Price, perseguitato da una nuova società che non ammette spazio per il diverso in quanto terrorizzata da esso. Nel finale, piuttosto stravolto rispetto al libro, il parallelo con un nuovo messia altrettanto vessato diventa evidente come a rimarcare l'ottusa inclinazione dell'umanità, incapace ancora una volta di accogliere la salvezza. Una visione forse un po' forzatamente pro-cattolica che tuttavia sortisce l'effetto drammatico prefissato.
All'epoca dell'uscita in sala fu un mezzo flop, forse perchè fin da subito classificato come b-movie a causa del basso budget a disposizione. Oggi è giustamente considerato un cult e recuperarlo è obbligatorio. Interessante notare le molte analogie con i Romeriani morti viventi che verranno.