caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

CANE DI PAGLIA regia di Sam Peckinpah

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8 / 10  24/05/2014 17:50:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Segnata la fine di un'epopea, quella del Selvaggio West, Peckinpah volge lo sguardo sulla civiltà moderna, sulle leggi che la coordinano e che la regolarizzano, tolte quelle torniamo al tribalismo, l'ostilità gratuita verso ciò che non ci appartiene, alla legge primitiva del più forte, alla natura selvaggia.
Impressionante quanto inverosimile la prima parte, una non identificazione in ciò che vediamo che paradossalmente aiuta a salvarla nel tempo dai possibili cliché (connotazioni che riprese in molti rape movie e in slasher movie), in particolar modo l'omertà della moglie, una violenza gratuita tradotta in bullismo che ricorda proprio di quell'anno il capolavoro di Kubrick.
Una prima parte condotta in maniera esemplare, insinua il pericolo, aleggia ma non si mostra fino alla scena dello stupro, Hoffman la cui dignità è messa a dura prova, osteggiato, deriso, per tutto il film si nasconde dietro un incrollabile compostezza, porgendo l'altra guancia, quell'aria di impotenza che ricopre lo spettatore e che si traduce in angoscia dopo lo stupro, subisce lo spirito reazionario del protagonista, riscattando i valori cari a 'Bloody' Sam.
Il montaggio irregolare, disturbante è troppo reiterato, lo scopo è quello di portare lo spettatore alla nausea, una boccata d'aria viziata, efficace ma si sopporta a fatica.
Di quell'anno c'è anche 'Reazione a Catena' di Bava, accostamento direi legittimo di rabbia inveterata ed insaziabile, caos vorticoso della violenza che tutto maciulla e che fa terra bruciata attorno a sé, un saggio meno erudito dell'ultraviolenza kubrickiana ma ad appannaggio che solo 2 stilosi di quel genere potevano rendere prosaicamente reale.