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FA LA COSA GIUSTA regia di Spike Lee

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     9 / 10  05/09/2006 01:05:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film è diventato un cult e non a torto. Spike Lee è, come diceva il nostro illustrissimo moderatore della sezione cinema “un regista molto sensibile alle tematiche razziali e razziste”. Secondo me questo distinguo è doveroso perché il film sarebbe stato molto meno interessante se si fosse lasciato andare in facilonerie tipo “Il nero schiavo, il bianco oppressore”.
Purtroppo non potrò essere esaudiente nello spiegare cosa per me ha significato questo film perché dovrei rivelare tutti i fatti presenti e ne rovinerei il gusto.

Però posso dire che scava a fondo in quelli che si chiamano rapporti fra persone non esclusivamente legati alla razza: si serve di questo melting pot per invitare lo spettatore a riflettere: veramente esistono sempre, in ogni circostanza della vita, il torto o la ragione, il bene ed il male, l’oppressore e l’oppresso? Oppure in alcuni casi, anzi forse in tutti, esiste la soggettività e così in realtà colui che crede di essere discriminato finisce con l’autoghettizzarsi? E dato che esiste la soggettività ciò che per qualcuno vuol dire male per un altro vuol dire bene? Non è forse vero che una forza suprema ha messo le proprie barriere fra bene e male e ci ha dettato cosa va nel bene e cosa va nel male?

Fa’ sempre la cosa giusta. Non la cosa che rientra nel bene, ma la cosa giusta, quella che senti giusta dentro di te, non quella che senti giusta perché te l’ha detto la moralità e la società,. Valuta la situazione, rifletti e non ti sbaglierai mai.
La genialità del regista sta nel fatto che questa pellicola pare non sia neanche un film, tale è la realisticità dei fatti esposti, sembra che Spike Lee abbia filmato un documentario su una così piccola ma così densa realtà, una delle tante realtà che ci sono del Mondo, nella quale gli avvenimenti dei ragazzi neri che litigano con i portoricani, di Radio Raheem che fa di tutto per farsi odiare, di Smiley che vende in continuazione cartoline di Malcolm X e Martin Luther King, sono microrealtà che si vengono a fondere nella grande, ma pur così piccola, realtà del quartiere: sembra quasi un piccolo Mondo avulso dal resto della civiltà.
E’ un film realistico: giustappunto Danny Aiello è quello che sembra di più recitare, gli altri sono troppo naturali per sembrarlo, è questo che mi è piaciuto. Personaggi, per me, tutti favolosi. Radio Raheem, Mookie, Buggin Out, Mister "Señor" Love Daddy, Sal, Vito, Pino, Buggin Out, Cee (Martin Lawrence in uno dei suoi primissimi film, un po’ monoespressivo), Mother-sister, il Sindaco, tutti. Dialoghi eccellenti.