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LI CHIAMARONO BRIGANTI regia di Pasquale Squitieri

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daniele64     6 / 10  12/01/2019 00:27:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pasquale Squitieri è stato un regista piuttosto " scomodo " , di quelli a cui non dispiaceva affatto andare controcorrente . E così , in questa pellicola , si schiera da quella certa parte di studiosi di storia patria cosiddetti " revisionisti " , che hanno considerato l' annessione del Regno borbonico delle Due Sicilie al Regno d' Italia una sorta di violenta colonizzazione più che una riuscita unificazione nazionale . E di conseguenza ha reputato legittima ( o perlomeno giustificabile ) la nascita e l' attecchimento del cosiddetto " brigantaggio " , fenomeno foraggiato e spalleggiato ( debolmente , visti gli scarsi mezzi ! ) dai deposti Borbone e ( in maniera più persuasiva ) dalla Chiesa Cattolica , che aveva in odio i Savoia . Alcuni storici hanno così visto nei briganti l' ultimo tentativo di resistenza del decaduto regime , mentre altri vi hanno veduto una sorta di ribellione armata ( in stile guerriglia ) del popolo più misero che si era illuso che " Garibaldo " ed i Savoia avrebbero portato libertà , terre e prosperità per i villani , vessati da secoli di soprusi dei nobili proprietari terrieri ( vi ricorda qualcosa Bronte ? ) . Amarissima illusione , appunto , visto che il nuovo regno trovò molto più comodo appoggiarsi " gattopardescamente "sul vecchio apparato di comando e sulla vecchia burocrazia locale , a cui si limitava magari a sostituire i vertici , sistemandovi qualche Piemontese DOC . Se poi ci aggiungiamo qualche nuova e poco gradita incombenza per il popolino , quali il servizio militare obbligatorio oppure nuovi tributi per ripianare i debiti di guerra , si possono se non condividere almeno comprendere i sentimenti della parte più povera della popolazione . D' altra parte , si possono se non condividere perlomeno comprendere pure le decise reazioni del potere neocostituito ... Disgraziatamente , tali reazioni furono fin troppo intransigenti e violente ( tanto da ricordare persino certi comportamenti dei nazifascisti contro i Partigiani ) , sfociando in sanguinose rappresaglie sui civili che ottennero lo scopo opposto , attirando ancora maggiori simpatie per i briganti . Le repressioni furono talmente feroci da scatenare lo sdegno dell' opinione pubblica internazionale e ciò portò alla sostituzione dello spietato generale Cialdini con il più diplomatico Pallavicino . Del resto , era scontato che il tempo , i mezzi ed i tradimenti avrebbero fatto pendere presto la bilancia dalla parte del più forte ... Il film di Squitieri punta le sue attenzioni , romanzandole un poco , sulle gesta del più celebre di questi briganti , Carmine Crocco , un ex garibaldino deluso , la cui banda , numerosa e ben organizzata , tenne in scacco per molti anni l' esercito regolare . Enrico Lo Verso , grazie al suo aspetto " selvatico " ed al suo sguardo magnetico , riesce ad infondere grande forza e convinzione a questo particolare personaggio . E' affiancato da un bel cast , dove si notano , ma non sempre sono adatti al loro ruolo , Claudia Cardinale , Franco Nero ( un caporale un po' troppo propositivo ! ) , Carlo Croccolo , Remo Girone e Giorgio Albertazzi . Per realismo , la pellicola è spesso parlata in dialetto campano-lucano , il che ne può rendere la comprensione difficoltosa , discorso che vale anche per le canzoni di Lina Sastri . La produzione non deve essere stata troppo avara , viste le belle locations , l' abbondanza di comparse ed i bei costumi utilizzati . Peccato che la risposta del pubblico sia stata modestissima , cosicchè il film sparì dalle sale dopo pochi giorni . Discutibile , nel bene e nel male , ma merita un 6 anche solo per il coraggio ...