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THE NEXT THREE DAYS regia di Paul Haggis

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Satyr     7 / 10  06/05/2011 13:36:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho visto l'originale francese, ma ho apprezzato particolarmente quest'ultimo lavoro di Haggis. Soprattutto per come riesce a rendere "reale" una storia che nelle mani di un altro sceneggiatore o regista poteva trsformarsi tranquillamente nell'ennesimo prodotto usa e getta stracolmo di clichè.

Ottima la prima parte, tesa e avvincente, nonostante trattasi dell'ennesimo uomo comune costretto dagli eventi a scontrarsi con una situazione più grande di lui. E non mancano chiaramente le sequenze da antologia - vedi Russel Crowe nel carcere con la chiave a urto, o lo stesso attore fuori la banca con la pistola nel cruscotto -
Le figure di contorno godono di un splendida caratterizzazione, dai nonni paterni passando per la donna affascinanete incontrata nelle solitarie passeggiate al parco, ed è propio questa fase " anticipatoria " di quasi un'ora e mezza a regalare le cose migliori del film: Crowe è bravissimo nel dipingere uno stato di costante disperazione e difficoltà emotiva, sempre ai limiti del baratro senza sprofondare in sentimentalismi gratuiti.

La pellicola scritta da Haggis in maniera asciutta e fluida, incontra le prime vere difficoltà propio quando entra nel vivo dell'azione: si può decidere di stare al gioco o bollare tutto come un'ennesima amricanata; io non riuscivo a schiodare gli occhi dallo schermo, anche quando la dea bendata interviene in maniera sin troppo prepotente. L'unica pecca secondo me è nel finale



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Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  06/05/2011 17:56:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo dirti che i numeri ti danno ragione. Infatti molte persone con cui ho avuto modo di confrontarmi hanno provato il tuo stesso "disprezzo" per la "chiusura" di questo finale. A livello personale, per come ho vissuto ed elaborato il film, sono riuscito a giustificare il regista in questa scelta. Infatti, critica ad un sistema investigativo e giudiziario a parte,credo che Haggis , mostrandoci quel bottone volesse renderci partecipi delle certezze del marito. Un uomo che certo del suo universo,la famiglia, non chiederà mai rassicurazioni circa l'eventuale estranietà dei fatti alla moglie, anche quando sarà lei stessa a proporre di parlarne. La famiglia è l'unica certezza, l'unico luogo in cui vivere come mondo alternativo a quello cinico e spietato della realtà, un valore senza il quale vivremmo una vita di disperazione. In questo modo, solo alla fine, lo spettatore può giustificare e dare il giusto valore a tutte le imprese titaniche che l'uomo intraprenderà durante tutta la pellicola. Se ci pensiamo bene far stare in piedi un matrimonio, resistere alle tentazioni, educare i figli e portare uno stipendio a casa ovvero far sopravvivere una famiglia è anch'essa un' impresa titanica, e presuppone delle tempistiche molto più lunghe rispetto a tre miseri giorni. Ma ne vale la pena.
Satyr  06/05/2011 19:51:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come nel caso di Non Lasciarmi, leggo sempre con piacere le tue riflessioni. Quello che scrivi sulla famiglia è praticamente il tema portante della sceneggiatura di Haggis e lo condivido al 100 per 100. Però, in fin dei conti, noi lo sappiamo fin dall'inizio che la donna non è colpevole. Sei portato a fare il tifo per Crowe e per la sua causa, hai una consapevolezza di base che non necissita di un flaschback così chiarificatore e rassicurante. E poi dai, la pioggia, il bottone che scivola verso il tombino, il super-tenente ultra-deduttivo che a tre anni di distanza torna sulla scena del crimine...non lo so, mi è sembrata una sequenza troppo forzata, buttata giù per mandare tutti a letto tranquilli. L'ho odiata profondamente.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  06/05/2011 20:44:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Satyr, te lo dico ancora una volta .....GRAZIE per il rispetto con il quale rispondi. Ti sembrerà assurdo ma lo apprezzo con tutto il cuore, visto che a molti sembra proprio non faccia piacere ricevere commenti. Credo di essere tra i pochi ad aver apprezzato il finale, in quanto è la perfetta testimonianza delle certezze di un uomo ragionevolmente indotto ad usare qualsiasi mezzo pur di tenere unita la propria famiglia. Come ho scritto nel mio commento, anche se siamo portati a credere sin da subito che la donna sia innocente, aleggia comunque una certa supponenza. Supporre induce a riflettere, mischia le carte, ci mostra il lato nascosto delle cose e ci fa balenare alla mente strani pensieri; -Immagini lui fa tutto questo salvo poi scoprire alla fine che ha liberato un'assassina-.....L'amore del quale deve forgiarsi una famiglia non si pone questi quesiti, non ha bisogno di vedere nelle profondità di un tombino, noi, estranei a questo nucleo, forse si! Comunque capisco il tuo punto di vista perchè come ti ho già detto non è stato proprio digerito questo finale.Ciao e alla prossima. Ps Satyr, non arrabbiarti....ultimamente non proprio più avuto tempo....e' già... niente "blade runner". Che dici mi bannano?
Satyr  07/05/2011 12:09:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Noooo, Pierluigi la cosa è gravissimaaaa! Devi assolutamente vedere Blade Runner! Trova uno spazio, ritagliati 2 ore e mezza di tempo, ma fallo assolutamente! Non te ne pentirai, fidati!