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TILL DEATH DO US PART regia di Daniel Lee

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Ciaby     9 / 10  04/11/2010 21:27:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Madò. Sono ancora sconvolto.
Ero curioso, ma francamente non mi aspettavo niente. Dalla trama sembrava un dramma piuttosto convenzionale, con una storia per nulla originale. E invece... Agghiacciante e, disgraziatamente, verosimile, realizzato secondo i canoni stilistici tipici del cinema hongkongese, ma qui più omogenei e schizzati nel passare da un canone all'altro. Bellissimo nell'analisi psicologica dei personaggi (interpretati da attori di prim'ordine, tra cui una straordinaria Anita Yuen, imperdibile in questa performance d'alta intensità) fino a giungere ad un finale meraviglioso e dolorosissimo, tipicamente HK, che ha la forza di un calcio e distrugge. Cinema che fa reagire, inaspettatamente.

Daniel Lee dirige magistralmente, unendo momenti di pura tensione e ritmo, ad altri di un'intensità spesso irreale (magnifica la sequenza in cui la protagonista, stressata, cerca di ricordarsi le cose che fa con la figlia, mentre l'assistente sociale è in casa "a dare una controllata"), che conduce lo spettatore nella piena immedesimazione del dolore della donna, martire che non esita a combattere, finendo in un disastro più grande di lei.

Un "Dark Water" non horror e più intimista, ma in grado di trasmettere lo stesso dolore e la stessa intensità del capolavoro Nakatiano, che però uscirà cinque anni dopo. Il cinema hongkongese: sempre avanti, anche quando si tratta di spunti che sembrano risaputi. Non bisogna lasciarsi diffidare: i cantonesi sono sempre pronti a sorprendere. Non perdetelo, per nulla al mondo. Il fatto che lo conoscano in ben pochi (io stesso non ne avevo sentito parlare prima) è un peccato: un film che merita, davvero.