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I RAGAZZI STANNO BENE regia di Lisa Cholodenko

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     7 / 10  21/03/2011 22:57:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Merita un 10 per l'impegno civile, ma artisticamente mi ha lasciato qualche perplessità.
Fosse stato un film su una famiglia eterosessuale alle prese con figli adolescenti, si sarebbe trattato di una buona commedia "media" americana.
Trattando di una famiglia lesbica con tanto di figli nati da una doppia inseminazione artificiale, la cosa si fa decisamente più complessa e meno scontata.
E quelle che sarebbero state catalogate come "banalità da serie televisiva", acquistano invece una valenza tutt'altro che leggera.
La commedia della Cholodenko -lesbica felicemente sposata da diversi anni con sua moglie- diventa così un vero e proprio manifesto per le nuove generazioni di persone omosessuali: la rivendicazione dei propri diritti non passa (quasi) più per le tradizionali forme di lotta (Gay Pride e affini) ma per la narrazione del quotidiano familiare nel quale le dinamiche mostrano insospettabili similitudini con gli omologhi nuclei eterosessuali. Senza rinunciare a trattare le peculiarità del rapporto lesbico, infatti, questo delizioso film si preoccupa di gettare ponti con la realtà eterosessuale nella convinzione che la sessualità umana è molto più complessa di quella costruzione culturale che la vuole irrimediabilmente duale. Questa "naturalezza" ha disturbato tantissimo i soloni del nostro ultra-arretrato Paese perché per loro ogni volta che all'omosessualità non si associa qualcosa di tragico, si fa solo "propaganda omosessuale"; come se l'orientamento sessuale possa determinarsi per imitazione!!
Eppure il film della Cholodenko è un inno alla vita: questa famigliuola lesbica alto-borghese gronda fertilità da ogni poro, vive drammi comuni (ma non per questo meno laceranti) senza isterie pur nell'espressione dell'intensa sofferenza psichica che essi provocano, mostra un senso della mater-paternità da fare invidia a qualsiasi coppia etero e i figli non sono meno "squilibrati" di tanti adolescenti cresciuti e pasciuti in ambienti cosiddetti "normali"!
Bravissimo il cast di attori/attrici nel rendere il quotidiano fuori dal comune di questa moderna famiglia che è la traduzione letterale di ciò che la regista ebbe a dire sul suo essere lesbica e sposata: «Anche i gay meritano di avere gli stessi guai degli eterosessuali!». Ipse dixit. Amen.

P.S.: Cosa sarebbe venuto fuori se la stessa famiglia fosse stata composta da una coppia sposata di uomini? Via al dibattito...
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  23/03/2011 01:25:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La tua domanda è molto interessante...secondo me non sarebbe cambiato niente, almeno stando al messaggio che il film vuole lanciare.
andreapau  23/03/2011 11:12:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che a TUO avviso vuole lanciare....

Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  23/03/2011 12:40:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
giusto! E' solo una mia personalissima interpretazione.....Comunque in questo film,come del resto in ogni altro, un messaggio che da un senso alla narrazione traspare sempre! Altrimenti il cinema non sarebbe un sistema di comunicazione, ma solo un banale "canale" di intrattenimento.
andreapau  23/03/2011 14:25:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Giusto,ma sempre bene sottolinearlo..soprattutto riguardo certe personalissime intepretazioni
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  23/03/2011 23:33:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'è un "soprattutto" ogni interpretazione,proprio per la natura personale da cui trae origine, ha uguale valore rispetto alle altre.
andreapau  24/03/2011 10:12:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono d'accordo, occorre fare dei distinguo tra interpretazione e interpretazione.
Ad esempio ( da prendere con le pinze ),secondo una determinata corrente di pensiero estremista, "la vita è bella" potrebbe essere interpretato in maniera diversa.
Per cui,non è vero in assoluto che TUTTE le interpretazioni hanno uguale valore.
Tornando al tuo discorso, io credo che la tua tesi sul messaggio che il film vuole lanciare sia errata perchè parte dal pregiudizio secondo il quale esso vorrebbe certificare l'inutilità della famiglia tradizionale.
Oltre ad averlo palesemente scritto, tutti i tuoi ragionamenti sono abbastanza permeati di una certa omofobia.
Tu ritieni di non dover spiegare nulla,che sia sufficiente dire "io la penso così"...ma ti sei lasciato sfuggire degli indizi chiari secondo cui in ambito omosessuale non si puo' parlare nemmeno di amore.

Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  24/03/2011 11:18:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perdonami ma hai interpretato tutto male!
andreapau  24/03/2011 14:19:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' circa una settimana che ti chiedo la chiave giusta per interpretare i tuoi commenti...
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  24/03/2011 22:18:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
RAGAZZI, VI STATE BECCANDO RECIPROCAMENTE DA DECINE DI POST!!!
Mi permetto di dire la mia: è evidente che la regista -lesbica militante- abbia voluto dimostrare che una famiglia lesbica è banalmente simile a quella eterosessuale in quanto i sentimenti e le dinamiche che vi si dispiegano sono simili (se non uguali) a quelli dei rapporti uomo-donna. Ma arrivare a dire che la famiglia tradizionale "non serve più"... bah, non mi pare di averlo percepito.
Ho trovato invece opinabilissimo il ruolo in cui viene confinato il maschio, si nota un certo piglio "vetero-femminista" che trascende l'omosessualità delle protagoniste. Ma è anche il motivo di maggior controversia (e dunque di maggior riflessione-dibattito) offerto dal film: quale ruolo per il maschio quando esso si riduce a "donatore di sperma"? Viceversa: in una famiglia di gay uomini, quale ruolo per la donna che dà il proprio utero "in affitto"? Questo mi sembra uno dei punti più delicati di questo film, ben più del soggetto della famiglia lesbica e della sua legittimazione.
andreapau  25/03/2011 11:44:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Veramente ci becchiamo reciprocamente da alcuni giorni, perchè quando qualcuno "per non offendere la sensibilità altrui" si comporta come un mafioso in un commissariato, vedi bene che non è facile capirsi.
Detto questo, credo che la regista abbia parlato di dinamiche che conosce,senza voler fare di esse un manifesto alla normalità o una gara matrimonio omo vs matrimonio etero.
Suggerisco una lettura meno totalizzante e omnicoprensiva del ruolo del maschio in qjuesto film.
La confinerei al ruolo di episodio,ovvero QUEL donatore di sperma (immaturo finto genitore,immaturo compagno, immaturo uomo) puo' avere soltanto un ruolo di infimo piano in una famiglia.
Lo sperma NON rende padri.
Viceversa, se lui avesse avuto capacità umane diverse,avrebbe mantenuto l'affetto dei figli.
Ha perso tutto perchè non meritava nula e nulla ha fatto per mantenere cio' che ha conquistato come oggetto della curiosità.
Non ha fatto il padre,alla prima occasione si è infilato in un matrimonio minandone le fondamenta.
E' LUI a non meritare ruoli di spicco, non il DONATORE come figura.
E' LUI che non ha giocato bene le sue carte.
Una famiglia di quel genere,non è solida per spirito divino,non è inattaccabile...lo diventa se l'attacco è maldestro.
Sono le persone che interpretano i ruoli,non viceversa.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  25/03/2011 11:56:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questa è la tua chiave di lettura, io la rispetto ma l'impressione avuta dalla pellicola(tra l'altro non sapendo assolutamente nulla dei gusti sessuali della regista) è stata quella che ti ho esposto come da tua esplicita richiesta.
andreapau  25/03/2011 14:51:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ci siamo, pierluigi...hai seminato diverse ambiguità e contraddizioni come dimostrato dalle domande che ti ho posto e alle quali hai risposto "io la penso così"
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  25/03/2011 22:23:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La colpa non è tua è mia che ho ritentato. Ho notato che ti piace far arrabbiare un pò tutti da queste parti, forse è il tuo modo di fare, ma non il mio. Poichè io non do' molto ascolto al parere altrui ho voluto batterci la testa. Ho scoperto che non nè vale proprio la pena visto che se una persona non la pensa come te vale poco o niente, motivo per cui se avremo modo di incrociarci nuovamente in questo sito ,già da adesso sappi che non starò più a "giocare" con te, non ho ne tempo nè voglia. Buona fortuna.
andreapau  26/03/2011 14:30:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se c'e qualcuno che fa arrabbiare e' chi non ha il coraggio delle proprie idee..il problema non dipende dalla differenza di vedute, ma dalla opacità nel palesarle.Perché sei così reticente a rispondere a domande CHIARISSIME??Buona fortuna anche a te, ne hai bisogno visto che il coraggio scarseggia.Solo una curiosità, potresti dirmi a chi non avresti dato ascolto??
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  24/03/2011 23:38:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se il titolo di questa pellicola avesse recitato "Nic e Jules stanno bene" probabilmente l'aspetto narrativo della vicenda avrebbe inevitabilmente varcato orizzonti completamente diversi. “I ragazzi stanno bene” ,titolo fortunatamente non storpiato dalla distribuzione nostrana ,vuole, a mio avviso, analizzare il vissuto di due ragazzi all’interno di una famiglia omosessuale. I figli ,da sempre, sono l’anello che chiude il cerchio di un nucleo familiare, sono l’essenza stessa che da senso e completezza ad una parola, famiglia, altrimenti mutilata di quelle che sono le fondamenta stessa su cui si basa per essere considerata come tale. La ricerca del donatore di sperma, che in qualche modo ha contribuito a “creare” vita, può essere interpretata come uno stimolo volto a colmare l’assenza dell’elemento maschile, oppure semplicemente può essere il frutto di una curiosità. La regia a questo punto analizza due aspetti; il benessere dei figli, forse per la prima volta consapevoli di avere anche un padre, e la perdita di equilibrio di Nic e Jules, che oltre alla crisi già esistente per i problemi dovuti alla routine quotidiana tipici di ogni coppia normale,si trovano a dover essere “aggredite” da un perfetto estraneo che minaccia tutto il loro mondo. La rottura del film avviene nel momento in cui viene svelato il tradimento! Paul infatti diverrà, “una scappatella”, come ogni normale coppia può incontrare lungo il proprio percorso, e una parentesi per Joni e Laser, poiché in definitiva “i ragazzi stanno bene” anche così, senza dover inseguire un ‘ombra che abbia forma o sesso diverso da quello delle "mamme". L’immagine di felicità scaturita dall’abbraccio finale è, a mio avviso, eloquentemente volta a manifestare il desiderio di una regista nel voler affermare che anche una coppia omosessuale (proprio come una normale)può avere dei figli e anche una coppia omosessuale può dare loro amore . Io condivido solo la seconda metà. L’amore non ha sesso,e sarebbe assurdo credere il contrario! Una coppia omosessuale ,a mio avviso, può anche sancire la propria unione con il matrimonio, ma riguardo ai figli no, non sono d’accordo. Eh si io la penso così!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  26/03/2011 00:55:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La cosa bella, ragazzi, è che, dal mio punto di vista, avete ragione tutti e due!
Trovo interessantissima l'osservazione di andrea sul ruolo di QUESTO donatore di sperma come "non padre a prescindere" che si infila in un matrimonio come in una delle sue tante scappatelle facendo danni incalcolabili (almeno all'inizio, salvo poi cementare la coppia). Il limite del ragionamento di andrea è che, comunque, narrativamente la scelta di comportamento di un personaggio è rivelatore del pensiero di chi l'ha creato e dunque permettimi di conservare il dubbio che la regista abbia una visione così frivola di buona parte del genere maschile...
Altrettanto condivisibile è l'idea di Pierluigi che sposta l'attenzione totalmente sui figli, i quali "stanno bene a prescindere" tranne che nel momento della crisi familiare; e che "stanno bene" anche senza l'ombra del padre-donatore in quanto già appagati dall'affetto delle due mamme.
Insomma, l'idea (che nel nostro Paese fatica tanto a passare) è che l'amore costruisce una famiglia e non la componente sessuale della stessa a prescindere dall'amore.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  26/03/2011 02:55:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'amore Luke è una parola, e come tale purtroppo il più delle volte è destinata ad essere usata con superficialità e banalità. Credo che nessuno di noi possa definire precisamente il significato di questa parola tanto bella quanto, a volte, molto dolorosa. Il tuo pensiero è molto romantico,ma la realtà purtroppo lo è molto meno. L'uomo più importante che questa terra abbia mai conosciuto ci ha lasciato un grande insegnamento: amate! Non ci ha insegnato a fare distinzioni di sesso, razze o religioni. Ciò nonostante non sono d'accordo in merito ai figli alle coppie omosessuali. Di certo non troverai amore in queste mie parole, ma in questo mondo non sarebbe affatto semplice riuscire a fornire risposte ad un bambino incuriosito dalle ragioni per cui il suo migliore amico ha una mamma ed un papà. L'amore da solo, purtroppo, non basterebbe a colmare i primi commenti ironici ricevuti a scuola dal bulletto di turno, inutile essere ipocriti perchè tutto ciò accadrebbe. Secondo il mio modo di vedere le cose ogni essere umano è il frutto del percorso che ha fatto, delle esperienze negative e positive che il suo vissuto gli ha parato dinnanzi. Questo percorso inizia dall'infanzia, periodo in cui ogni "bisbiglio" di questo mondo è amplificato tanto da divenire "grido". Sono andato oltre lo so, ma mi sembrava giusto prendermi le mie responsabilità per le opinioni espresse. A presto Luke.
oh dae-soo  26/03/2011 10:33:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pierluigi, hai perfettamente ragione ma, a mio parere, sbagli su un punto.
E' vero, il bambino affidato alla coppia gay, rischia di avere degli sconpensi sociali non indifferenti, soprattutto per quello che dici te. Sai perchè però? Perchè sarebbe l'UNICO. Tu immagina però se piano piano ad ogni coppia omosessuale che lo voglia fosse affidato un bimbo. Poi quando il bullo su 20 compagni di classe se ne ritrova 5 in quella situazione già non si divertirebbe più a prendere in giro, e non tanto perchè quelli farebbero per difendersi corpo unico (niente di più sbagliato: autoghettizzazione) ma perchè la cattiveria del bambino colpisce sempre l'unicità, facci caso.
L'unico handicappato.
L'unico negro.
L'unico gay (una cosa più liceale magari).
Quando però ogni categoria ha cominciato ad aumentare di numero (i ragazzi diversamente abili tutti a scuola, l'immigrazione, un minimo più di coraggio nell'esporsi) non dico che si sia fermato il bullismo (anzi!) ma a mio avviso si è evoluto in forme diverse, ossia l'odio razziale o di genere tout court, non la vessazione verso l'unico esemplare differente da sè.
Se Mario ha 2 genitori gay, ma ce l'ha anche Giulia, anche Sofia, anche Sebastiano tutto ciò sarebbe NORMALE, una normalità ancora magari tra virgolette ma che inizierebbe a muovere le spalle per scrollarsele di dosso.
Sarebbe un grosso sforzo da parte mia, da parte tua, da parte di tutti, ma il miglioramento dell'uomo è sempre un processo lungo e faticoso e, la maggor parte delle volte, va semplicemente raggiunto attraverso il nostro cervello, non nelle leggi o nella tecnologia.
A presto.

P.S: o forse tutto il processo che ho raccontato è solo dovuto all'esperienza di un paesino di 900 abitanti (il mio), nel qual caso limito il mio discorso alle piccole realtà.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  26/03/2011 11:22:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao. Hai capito perfettamente ciò che volevo dire, e di questo già ti ringrazio. Purtroppo però quello che hai costruito tu, con i tuoi bellissimi pensieri, è un mondo perfetto ed io ho specificato che "in questo mondo non sarebbe affatto semplice". Anche io abito in un piccolo paesino di 900/1000 anime,non è un fatto di numeri, ma di apertura sociale. Nessuno di noi, io in primis, è abbastanza aperto da accettare una realtà diversa da quella vissuta lungo le tappe del proprio percorso. Come dici, tu sarebbe un impegno enorme, e modificare l'assetto di un'immagine così potente come quella della famiglia è un'impresa titanica. In fondo l'essere umano è per sua natura stessa un organismo conservatore. Sicuramente ,agli occhi di molti, parlando in questi termini risulterò cinico ed insensibile, ma ritengo che ci sia molta più verità, in un opinione che comunque , nel bene o nel male viene espressa , piuttosto che elargire concetti di assoluta apertura e poi nascondere l'esatto contrario. Ciao e a presto, magari per commentare argomenti più semplici.
oh dae-soo  26/03/2011 13:48:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Però Pierluigi è anche vero che tutto è un circolo vizioso. L'aperura mentale crea gli accadimenti ma allo stesso tempo gli accadimenti possono creare apertura mentale.
Prendiamo Gran Torino. Clint mai si sarebbe "redento" se il suo quartiere non fosse stato circondato da altre etnie. Quindi non è che lui è cambiato ed ha quindi permesso l'integrazione, ma è cambiato PERCHE' c'è stata integrazione. Allo stesso tempo quindi eventuali leggi pro-affidamento creerebbero un mondo che magari ci farebbe cambiar idea. Quindi la "conservazione" è sempre a tavolino ma se il cambiamento (per leggi, per caso, per qualsiasi motivo) avviene intorno a noi, prima o poi, nel bene o nel male, riguarderà anche noi. Insomma, è vero, noi difficilmente ci apriremo, ma *****, dateci un mondo con i bacilli giusti e dopo forse ci ammaleremo volentieri.
Di una malattia che guarisce.
andreapau  27/03/2011 09:47:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per meglio spiegarmi:

Posso capire diffidenze di ogni genere, motivate da dati concreti.
Che ne so, posso accettare che si dica "un bimbo che vive in una coppia gay diventa gay anche lui".
Oppure "sarà un individuo socialmente pericoloso", o anche "destinato all'infelicità".
Posso accettare tutto.
Ma non posso accettare che le diffidenze siano dettate dai pettegolezzi di paese.
E ripeto per non essere frainteso,che io non sono uno che accetta tutto per dimostrare apertura mentale.
andreapau  26/03/2011 17:28:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ritorna il tema dell'amore in termini ambigui, mischiato a implicazioni teologiche.
Dici che Gesu' ci ha insegnato ad amare senza distinzioni..ma non sei d'accordo in merito ai figli delle coppie omosessuali.
Sinceramente non riesco a trovare un nesso logico e credo che la tua affermazione faccia il paio con quella "non in tutti i casi si puo' parlare di amore".

Ma arriviamo al clou:
Sono personalmente molto pensieroso nei confronti delle adozioni gay.
Ma nel valutare tale opportunità mi atterrei a considerazioni psicologiche e scientifiche e non ai problemi che "creano i bisbiglii dei bulletti di turno".
Perchè sarebbe come dargliela vinta a questi bulletti.
Quegli stessi bulletti che "bisbigliano" sul compagnetto di classe che danza a anzichè giocare a calcio..
Quei bulletti che bisbigliano se sei figlio di ragazza madre.
Di genitori divorziati.
Se sei povero
Se sei negro
Se sei zingaro
etc etc etc
E l'amore non metterebbe questi cuccioli al riparo dalle cattiverie dei bulli.
Che per crescere bene si spera che abbiano la fortuna di nascere da genitori belli,che si amano,ricchi,di razza bianca....


Praticamente, nel valutare l'opportunità di adozione di un bimbo da parte di coppie omosessuali dovremmo preoccuparci di quello che dice la gente e non delle evidenze scientifiche.
Gli assistenti sociali valuteranno un po' di voci di paese,prima di accordare la valutazione positiva....

Non ho parole................................
andreapau  26/03/2011 17:12:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luke, ritengo che infilarsi in un matrimonio sia azione dannosa.
Che la coppia si cementi nelle difficoltà causate dall' infiltrato è semplicemente un effetto collaterale,decisamente non voluto da lui.
Non sono d'accordo che la scelta narrativa sia rivelatrice in assoluto di un retropensiero riguardo il genere maschile.
Infatti usando lo stesso metro potremmo dire nemmeno le donne ne escono bene:infatti la lesbica è incerta, l'amica della figlia è una tro iett a.
Chiaramente non condivido minimamente l'osservazione di pierluigi,perchè è figlia del medesimo errore di valutazione generale del film,ovvero l'idea che voglia essere un manifesto.
Sareste capaci di considerare "kramer contro kramer" IL manifesto del matrimonio??certamente è UN manifesto ma non IL manifesto.
Se vogliamo cercare manifesti, atteniamoci a fatti concreti e non a considerazioni personali.
Ad esempio,è inconfutabile il fatto che la regista decanti il primato dell'amore
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2011 01:11:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ragazzi, leggo con estremo interesse tutte le vostre posizioni che mi confermano che in questo Paese manca solo una cosa: la vera libertà di dibattere pubblicamente su tanti, troppi temi sui quali troppi Poteri NON VOGLIONO che si discuta tra noi persone "comuni". Eppure basterebbe questo per riallineare il nostro Paese al 2011 dando la possibilità a tanti di riflettere e di poter cambiare o confermare la propria posizione con una varietà di idee dietro!
Uno di questi argomenti è proprio l'omosessualità. Non intesa come liceità di avere rapporti sessuali con persone MAGGIORENNI del proprio sesso (questo è accettato praticamente da tutti, mentre molto andrebbe detto sui minori di anni 18, visto che al maschio etero viene facilmente perdonato di desiderare ragazze minorenni mentre della stessa indulgenza non gode l'uomo gay... come mai?), bensì sulle CONSEGUENZE SOCIALI dell'essere gay o lesbiche.
Infatti noi siamo discriminati ogni qual volta pretendiamo di avere un qualsivoglia riconoscimento sociale legato alla nostra affettività/sessualità. Insomma, siamo perdonati persino se per avere rapporti sessuali con una persona del nostro stesso sesso tradissimo di nascosto il/la nostro/a eventuale marito o moglie, ma GUAI ad uscire alla luce del sole magari chiedendo egual MATRIMONIO ed egual possibilità di ADOTTARE FIGLI!
Questo è razzismo, puramente e semplicemente: i nostri matrimoni non disturberebbero minimamente quelli eterosessuali che continuerebbero a rappresentare la stragrande maggioranza; i nostri figli/e crescerebbero coi medesimi problemi di quelli nati in famiglie etero, anche perché motivi per discriminare un bambino o una bambina ve ne sono a bizzeffe (basti vedere quante persone eterosessuali sono traumatizzate da sberleffi o da violenza bullistica subìta nell'infanzia).
Si dice spesso che la crescita equilibrata di un bambino può avvenire solo in un nucleo familiare composto da papà e mamma. Se fosse vero dovremmo essere circondati da un mondo di sanità mentale, invece non è affatto così. Se fosse vero, le adozioni dovrebbero essere incentivate al massimo e gli orfanotrofi chiusi per decreto; se fosse vero, i figli con un solo genitore (per ragioni naturali o per divorzio) dovrebbero essere sottratti a forza dal loro legittimo padre/madre e affidati coattamente a famiglie "regolari" perché rischierebbero la pazzia... invece...
Da non-genitore quale sono (e quale mi sarebbe invece piaciuto essere: se vivessi in un Paese Civile sarei sposato da anni col mio compagno e avremmo adottato almeno 3 figli!), credo che non esista mai una maturità per essere genitori; semplicemente lo si impara strada facendo, per errori successivi. Errori che, ovviamente, pagano i figli e che i figli dovrebbero almeno comprendere quando saranno a loro volta genitori o almeno quando saranno veramente INDIPENDENTI dai propri genitori e dunque ADULTI. Nessuno credo sia pronto a essere genitore, anche se frequenta milioni di corsi o se si batte il petto ogni mattina in Chiesa: la realtà lo sopravvanzerà sempre, l'Altro -il Figlio- lo costringerà a fare i conti con un estraneo che erroneamente considererà di propria proprietà.
Ma in un Paese in cui spesso la famiglia d'origine è una gabbia dalla quale non ci si riesce/vuole affrancare mai, come si fa a crescere e a diventare davvero adulti e dunque responsabili?
Così possono proliferare pregiudizi, pettegolezzi e quant'altro; alimentati ad arte da quelle Istituzioni che intendono mantenere forte il proprio potere sulle coscienze di ognuno di noi perché solo così possono perpetuarsi e sopravvivere.
La stessa difficoltà di interscambio relazional-culturale con altre realtà rende difficilissimo poter far evolvere il proprio pensiero.
Ognuno di noi avrà trovato qualche motivo di cui vergognarsi della propria famiglia di origine, magari solo a causa di pettegolezzi o di erronee considerazioni da parte di altri bambini plagiati dagli adulti che li circondano. E allora? Avremmo dovuto dire ai nostri genitori di non concepirci? O forse queste difficoltà ci hanno aiutato a crescere con le spalle grosse? Quando capiremo che la vita non è un tappeto di bambagia ma un campo di battaglia nei confronti del quale è meglio venir su ben allenati?
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2011 01:19:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
P.S.: Preciso che quando parlavo di tradimento del proprio marito o mogiie mi riferivo a quei tanti, troppi gay o lesbiche che per "accomodarsi" alle norme sociali si sposa (magari illudendosi di diventare etero) e poi si butta tra le braccia del primo/prima arrivato/a per soddisfare i bisogni della sua natura più profonda. Anche questo è un altro capolavoro di ipocrisia che infesta questo Paese.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2011 01:46:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Carissimo, quel che scrivi dice più di mille libri e mi conferma che affrontare l'avventura di essere genitori è tanto entusiasmante da far superare qualsiasi inadeguatezza.
Io ho smesso di essere un figlio pignucolone quando, resomi indipendente, ho accettato che i miei genitori sono imperfetti e che hanno sbagliato su di me perché non potevano non fare altrimenti. Solo allora ho capito appieno quanto mi hanno dato (e mi danno) in termini di Amore. Quell'amore che tu hai descritto in maniera così efficace come l'antidoto al nostro essere e sentirci mortali. Hai detto niente!!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2011 01:47:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
P.S.: Questa risposta è a oh dae soo, non so perché appaia postata in questa posizione.
oh dae-soo  28/03/2011 01:59:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Essere genitori è la cosa più facile che esista quando si ama proprio figlio. Quello che è difficile è fare le scelte da genitore, non esserlo.
E per quanto tu voglia bene a tuo figlio, per quanto non vorresti mai deluderlo, per quanto ti staccheresti un braccio piuttosto che sbagliare qualcosa, sbaglierai, e sbaglierai parecchio (per citare una bellissima canzone di Daniele Silvestri , "di padre in figlio" guarda un pò...).

Si va a nanna. Alle 8 e mezzo tocca portare qualcuno in un posto con tanti bambini piccoli.

E l'asilo è il luogo più bello e al contempo più triste nel quale sia mai entrato., ma di questo parleremo in una prossima puntata. Buonanotte!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2011 22:34:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono semplicemente commosso nel leggerti.
Con ogni probabilità anche i miei avranno pensato le cose che pensi e provi tu, e questo mi fa pensare a quanto tempo ci ho messo per capirlo.
A questo punto, però, penso che la nostra discussione stia assumendo una dimensione talmente intima e profonda da doversi continuare in privato.
Credo che tu abbia già il mio indirizzo mail, se ti va e hai tempo ti proporrei di scriverci con questa modalità. Che ne dici?
oh dae-soo  29/03/2011 00:40:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Volentieri.

Ricordo che mi avevi dato la mail (forse per via di Shadow, possibile?). Domani ricontrollo se ce l'ho ancora, altrimenti ce la rimandiamo o qua, o te nel mio blog (se hai ancora l'indirizzo) o nei PM del forum. Ci sentiamo. Ho appena visto uno dei miei horror-comedy (alla Raimi insomma) di cui ogni tanto ho bisogno per staccare da opere troppo serie.
Zombie nazisti che trucidano un gruppo di ragazzi nei fiordi norvegesi.
Devo andar a letto per riprendermi.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  04/04/2011 11:46:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Carissimo, scusa il ritardo di risposta.
Certo che ti lascio nuovamente mia mail: lukemc67@gmail.com - scrivi quando vuoi.
Una noticina sugli zombie: ma questo genere non ha detto tutto e il contrario di tutto, ormai!?
Sul canale francotedesco arte hanno dedicato il mese scorso al cinema thriller-horror... che emozione rivedere senza doppiaggi "Psyco", "Cape Fear" (l'originale con Robert Mitchum) o "Blair Witch Project"! Oggi mi pare che aldilà dell'Haneke di "Sweet Games" o del regista di "Martyrs", grosse innovazioni nel genere non se ne vedano. Qualcuno cita la cinematografia orientale sulla quale però confesso la mia ingiustificabile, assoluta ignoranza... Neppure l'ottimo "Shadow" ha inventato nuovi canoni (ma attendiamo Zampaglione padre e figlio al varco del prossimo film!)...
oh dae-soo  04/04/2011 15:59:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, il genere Zombie ha detto tanto, forse tutto. Però Luke io, e forse questo è un mio difetto, non sono uno di quelli che grida al plagio a ogni piè sospinto o condanna il citazionismo. A me interessa la genuinità e lo stile. Con la prima intendo la capacità di citare con rispetto e originalità, in modo magari anche appariscente (molto meglio del subdolo a volte) ma "fresco", onesto. Il secondo invece, lo stile, è la prerogativa principale per fare una stessa cosa anche in maniera completamente diversa. Tu pensa alla letteratura. Là, addirittura più che nel cinema (sia per anzianità, almeno 600 anni a 100, sia per numero di opere, gli scrittori sono 10 a 1 rispetto ai registi, sia perchè tanti temi e situazioni sono scrivibili ma non filmabili) si è davvero scritto tutto, ma nulla ci vieta di leggere con immenso piacere un autore di cui apprezziamo molto lo stile e la SUA capacità di raccontare qualcosa. Così nel cinema. Insomma, cerchiamo l'originalità non tanto nel COSA ma nel COME, a mio parere. Ad esempio Dead Set, miniserie inglese zombesca, per me è originalissima, nonchè davvero ben fatta. (se ti va controlla nel mio blog)

Sulle vere e proprie innovazioni ci sarebbe da pensarci bene sù, senz'altro è difficilissimo trovarne ma non per mancanza di autori ma per bacino prosciugato di idee.

Guardati ad esempio uno degli ultimi film che ho recensito (timecrimes). Personalmente è aria freschissima, non avevo mai visto un film totalmente incentrato su questo. Questo cosa? Guardalo!

Ti contatto appena posso, ciao!
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  04/04/2011 23:33:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luke scusami, posso permettermi di consigliarti "the descent"? Personalmente lo ritengo, nel suo genere, uno dei film più sottovalutati degli ultimi 10 anni!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  06/04/2011 01:53:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ragazzi, seguirò tutte le vostre indicazioni senza colpo ferire!!
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  28/03/2011 20:17:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Luke, anche se oggi ho veramente i minuti contati, credo fermamente che tu meriti una risposta. La meriti più di tutti, perchè il mio pensiero riguardante l'affidamento dei figli agli omosessuali tocca personalmente il tuo mondo. Ma in particolare la meriti perchè, anche dai tuoi vecchi post, mi sembri una persona civile con cui si può affrontare una discussione, purtroppo virtuale, vedendo le prospettive da due poli opposti, e per questo penso costruttiva per entrambi. Prima di tutto vorrei specificare il senso la mia frase: "Questo percorso inizia dall'infanzia, periodo in cui ogni "bisbiglio" di questo mondo è amplificato tanto da divenire "grido". Metafora che credevo esplicativa ,ma che in realtà ha dato vita ad interpretazioni, a mio avviso, grottesche. Non mi riferivo di certo solo alle "chiacchere e dicerie di paese", poichè il paese non ha certo le dimensioni ed il contesto del mondo. Purtroppo sono molti gli imput in cui un bambino può incorrere affinchè la sua mente si saturi di confusione e dubbi. Partiamo dai media, forse i più dannosi, perchè incontrollabili dato che i ritmi frenetici di questa vita implicano che un bambino trascorra molte ore da solo piazzato davanti alla tv. Poi c'è la scuola,che dovrebbe fungere da fonte educativa,non solo culturale, ma a certe età anche costruttiva della personalità stessa, ma che in realtà altro non è che il trampolino di lancio per le prime vere e pericolose forme di razzismo. Potrei continuare, ma aggiungo semplicemente che purtroppo, la formazione di un adolescente non avviene solo tra le mura domestiche, gli imput(le grida) della personalità giungono dall'esterno. Purtroppo in modo cinico, devo ammettere che questi scompensi sociali ,che il mondo crea nella mente di un adoloescente, sono legati ad una situazione familiare. Dunque, la colpa a mio modo non è dei genitori, omosessuali o etero che essi siano, ma del mondo esterno che non è in grado di comprenderli, e per questo il bambino ne diventa vittima inconsapevole. L'amore, come ho già detto è una bella parola e purtroppo siamo portati a supporre che ogni parola possa essere spiegata, possa essere trascritta sulla carta, quando in realtà esistono solo sensazioni ed emozioni per averne una completa ed esaustiva spiegazione. Ma in una famiglia questo non è sufficiente , poichè che ci piaccia o meno, non possiamo chiudere i nostri figli in un guscio d'amore. Paradossalmente per sopravvivere hanno bisogno anche di ciò che c'è là fuori. E là fuori non vedo così tanta tolleranza, come lasciate trasparire dai vostri pensieri, così come non vedo paradisi dove l'apertura sociale è talmente radicata da farne un mondo perfetto. Molti, riguardo a questo film, hanno parlato degli Stati Uniti, come icona di accettazione ed integrazione razziale. Onestamente non vedo tutta questa apertura da parte degli adepti allo zio Sam, dove una cultura da far west regna ancora sovrana, visto che una persona su due posside in casa un'arma. Dove la polizia identifica nel nero sempre e ad ogni costo come il cattivo di turno e dove l'omosessuale in ogni commedia americana è sbeffeggiato e deriso nemmeno avesse la lebbra. Esisteranno delle oasi, è innegabile,ma solitamente queste oasi finiscono per essere idealizzate nei sogni di chi è troppo distante per poterle raggiungere. Caro Luke anche se conosci il mio modo di vedere le cose, quello che posso dirti a cuore aperto è di non smettere mai di lottare per i tuoi diritti, lo dico perchè se provo ad indossare i tuoi pantaloni, è così che io farei. Non smetterei di credere, mai, che un giorno su questa terra saremmo considerati tutti uguali. L'ugualianza è un diritto, ed io, nel mio piccolo, posso sono lontanamente ipotizzare come ci si può sentire depredati di di qusta preziosa gemma che rende una dignità umana ad ognuno di noi.


Ps Ho usato manifestare il pensiero, ma potevo usare esprimere, divulgare, trasmettere. Non volevo dire che era Il MANIFESTO volevo solo dire che secondo me la regista voleva, creando un film che avesse due ragazzi come punto cardine, spiegarci che i "ragazzi stanno bene" a prescindere dal tipo di nucleo famigliare. E a mio avviso gli amici dei due ragazzi, così scapestrati volevano farci capire che anche i figli degli etero non sono così perfetti.
Robesch  30/03/2011 03:26:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Pierluigi,
vorrei puntualizzare una cosa: gli Americani potranno anche amare le armi, credere nella democrazia esportata con le bombe o avere molti altri difetti, ma posso assicurarti che, per quanto riguarda i diritti civili e l'integrazione dei gay, sono davvero avanti anni luce rispetto alla nostra povera Italia.
Ovvio che strada da fare c'è n'è molta anche là, i bulli e le persone ottuse non mancano, ma c'è davvero un abisso rispetto alla nostra situazione.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  04/04/2011 11:16:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi permetto di puntualizzare ulteriormente che quando parliamo di Stati Uniti, parliamo, per l'appunto, di un insieme di Stati (52) uniti in una federazione. Ci sono differenze abissali da Stato e Stato, tra metropoli e zone rurali o desertiche, ma anche tra città e città. Dunque, dobbiamo stare attenti quando parliamo degli USA e immaginare (forse un po' impropriamente) una situazione variegata tipo quella italiana ma molto, molto più in grande e soprattutto senza quell'afflato veramente federale che il nostro federalismo risotton-polenton-maccheronico neanche sa imitare alla lontana... Ricordiamoci inoltre che le differenze di classe negli Stati Uniti sono molto più marcate che da noi (anche se li stiamo emulando molto bene, negli ultimi tempi) con l'ulteriore differenza che là puoi sperare di sollevarti nella scala sociale mentre qua devi essere per forza "figlio di" o avere le conoscenze giuste...
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  07/04/2011 01:24:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi correggo: gli Stati sono 50 + 2 Distretti Federali.
oh dae-soo  29/03/2011 00:51:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh Pierluigi, complimenti per l'analisi.

E complimenti ai tuoi minuti contati perchè non credo che durino 60 secondi l'uno...

P.S: mi sa che mi tocca vedere sto film, ma come posso aggiungere qualcosa di nuovo? Come posso dimenticare tutti i vostri discorsi? Insomma:

P.S.2: mi sa che non posso vedere sto film...
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  04/04/2011 23:27:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I veri complimenti io lì faccio a te ,perchè ogni giorno svolgi il mestiere più faticoso, impegnativo e allo stesso tempo gratificate che esista a questo mondo: il genitore!
oh dae-soo  11/04/2011 00:22:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio molto. Tra l'altro ho visto che hai intrattenuto piacevoli discussioni anche con Uskebasi, mio fratello. Guarda il caso... A presto.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  11/04/2011 15:01:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sinceramente non sono un grande amante di quest'ambiente virtuale, e fatta eccezione per questo sito non sono un grande navigatore. Amo la vita reale! Ma devo riconoscere , pur non avendone una prova tangibile, che tuo fratello è una gran bava persona, con cui poter intraprendere scambi di opinioni molto interessanti. Tuo fratello sa rispettare il parere di tutti pur restando fedele a quello che il suo modo di vedere le cose. E questo è oggettivamente un grande pregio. Un caloroso saluto ad entrambi.
oh dae-soo  11/04/2011 16:59:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio. E' una persona dai principi morali solidissimi, anche troppo, come me. Ah, prima che nasca un polverone, per principi morali solidissimi intendo il no a droghe, fumo, divertimenti facili, soldi, apparenza e via discorrendo, meglio precisare perchè altrimenti tale affermazione PROPRIO in questo post poteva portare a derive imbarazzanti che mi avrebbero fatto incacchiare e offendere non poco. Per il resto io sono un gran navigatore (se intendiamo l'uso di internet in generale) ma per quanto riguarda la ricerca di amicizie virtuali etc... vade retro!

Però, partendo da un punto di interesse comune, come in questo caso il cinema, intraprendere piacevoli discussioni è sempre buono. Per il resto mai chattato 1 solo minuto in vita mia, e non lo dico con "repellenza", ci mancherebbe, solo come dato di fatto.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/04/2011 14:51:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ragazzi, non demonizziamo internet ma impariamo ad usarla correttamente, cioè come un MEZZO di comunicazione tra tanti. Vi posso dire che, ad esempio, a me è capitato di inaugurare una bellissima amicizia reale con uno degli utenti di questo forum: tutto è nato dalla comunanza di gusti cinematografici, poi siamo passati alle mail private in cui abbiamo scoperto ulteriori punti in comune, infine ci siamo conosciuti di persona nonostante abitassimo a più di 400 km di distanza! Se chat, blog o siti si utilizzano come mezzi per confrontarsi e per conoscersi (non come FINE), sono potentissime occasioni di amicizia reale; è ovvio che bisogna sempre tener presente il "coté" della vita vera e avere come scopo finale quella!
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  15/04/2011 15:21:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo si torna sempre al solito discorso....non è il mezzo ad essere dannoso, ma il modo con cui questo viene utilizzato. Internet è un mezzo potentissimo, molto utile per certi versi, dovevi vedere gli occhi di mia mamma quando l'ho messa in contatto tramite skype con il fratello in America. Ma è altrettanto innegabile che abbia globalizzato un modo di comunicare che a mio avviso a travisato il concetto stesso dei rapporti umani. Oggi si comunica via internet anche con il vicino di casa, e sento sempre più persone che utilizzano questo sistema per "procacciarsi" compagnia. Bè questo non mi piace, ci si può scambiare opinioni , dividere pensieri, ma per quanto mi riguarda il calore di uno sguardo e la bellezza di un sorriso non potranno mai essere sostituite da un mouse e una tastiera. Ciao e a presto
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  15/04/2011 15:13:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche io posso dire lo stesso riguardo a droghe, fumo ,divertimenti facili e soldi. Riguardo all'apparenza sarei molto ipocrita a non confessare che da 10 anni pratico body building...Mens sana in corpore sano!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2011 22:29:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Pierluigi,
grazie per la considerazione e il tuo lungo post che ho letto con attenzione ed emozione.
Se mi permetti, continuo a dire che tu e andreapau non siete molto distanti nel vostro pensiero, anche se voi vi percepite così (o forse vi accapigliate proprio perché ci sono notevoli assonanze nel vostro modo di vedere le cose e non volete concedervelo, càpita!...)
Il tuo ragionamento non fa una grinza.
Ti dirò di più: fino a qualche anno fa la pensavo esattamente come te.
Poi, però, ho aperto gli occhi e ho guardato anche alla mia storia da bambino; un bambino discriminato non perché gay ma perché interessato a quello che al resto dei bambini non interessava; discriminato perché goffo fisicamente; discriminato perché "figlio del Preside" (e dunque sospettato di chissà quali favoritismi mentre in realtà mio padre pretendeva dai professori che mi trattassero peggio proprio per fugare ogni dubbio); discriminato perché "secchione"; perché non amavo il calcio né il gioco della guerra che invece faceva impazzire tutti gli altri bambini; discriminato (o trattato in maniera diversa, il che a quell'età è la stessa cosa) perché spesso malato (solo dopo l'adolescenza scoprirò che si trattava di sindromi psicosomatiche poi totalmente risolte e superate)... e questo mi ha fatto riflettere: APPUNTO PERCHE' NON ESISTE IL MONDO PERFETTO ma, anzi, proprio perché "il mondo" si accanisce sempre contro i più deboli e i più sensibili NON CI SI PUO' PERMETTERE IL LUSSO DI ASPETTARE CHE IL MONDO CAMBI IN QUANTO NON CAMBIERA' MAI DA SOLO.
Ed è semplicemente inutile sperare di poter preservare i nostri figli dalle umiliazioni cui il mondo li sottoporrà per qualsiasi (anche impercettibile) diversità rispetto a quella che si percepisce come "maggioranza aggressiva". Se non sarà la famiglia gay, sarà quella del divorziato; se non sarà quello saranno i soldi; se non saranno i soldi, ci penserà il mestiere dei genitori o la loro origine; oppure il colore della pelle... Dunque, io parto dall'esatta considerazione opposta a quella che fai tu: PROPRIO PERCHE' IL MONDO E' UN IRRIMEDIABILE MARCIUME BISOGNA SFIDARLO SE VUOI SOPRAVVIVERE. Altrimenti gli soccomberemo, e con noi anche i nostri figli.
andreapau  29/03/2011 09:45:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luke, guarda che non sono scemo......

perdona la mia pedanteria, ma il mio volermi distinguere da pierluigi NON è dettato da alcun vezzo individualista.
Ti suggerisco di RI-leggere i miei interventi perchè le risposte che mi dai dimostrano che hai totalmente travisato cio' che intendo dire.
Infatti,con chiarezza estrema,da piu' giorni e prima di tuti gli altri,ho espresso un pensiero che tu hai sintetizzato benissimo in queste TUE parole che virgoletto:

"Ed è semplicemente inutile sperare di poter preservare i nostri figli dalle umiliazioni cui il mondo li sottoporrà per qualsiasi (anche impercettibile) diversità rispetto a quella che si percepisce come "maggioranza aggressiva". Se non sarà la famiglia gay, sarà quella del divorziato; se non sarà quello saranno i soldi; se non saranno i soldi, ci penserà il mestiere dei genitori o la loro origine; oppure il colore della pelle... Dunque, io parto dall'esatta considerazione opposta a quella che fai tu: PROPRIO PERCHE' IL MONDO E' UN IRRIMEDIABILE MARCIUME BISOGNA SFIDARLO SE VUOI SOPRAVVIVERE. Altrimenti gli soccomberemo, e con noi anche i nostri figli.

Quindi mi chiedo per quale motivo continui ad associare il mio modo di pensare a quello di Pierluigi,che ritiene la cattiveria del mondo una condizione necessaria e sufficiente affinchè i bimbi vengano protetti da certe modernità.

Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  04/04/2011 11:26:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Andrea, l'unica differenza che vedo tra te e Pierluigi è che lui ha una paura boia di questa società (e non ha tutti i torti, ti dirò...) mentre tu e io siamo diventati molto più disincantati avendo accettato che il Male è ineluttabile e che va ignorato quando si può e affrontato quando ci attacca.
Pierluigi pensa che contro questo Male possano (anzi, debbano) ergersi barriere protettive, specie quando si tratti di bambini; tu e io riteniamo che sia inutile.
Forse l'unica vera differenza che noto rileggendovi meglio è che Pierluigi tenta di stabilire (magari involontariamente) una sorta di "scala dei valori" su cui poter edificare questa "Linea Maginot morale" mentre tu sembri non averne propriamente una ben definita.
Sul tema della scala dei valori, e semplificando all'osso, io ritengo che massimo spazio vada dato alla libertà individuale di poter decidere di sé con l'unico limite che la mia libertà non deve ledere o danneggiare quella altrui. Se dovesse essere questo il caso, bisogna scendere a compromessi con l'altro attraverso una corretta comunicazione con l'altro stesso. Insomma, come diceva Sant'Agostino: "Ama e fa' quel che ti pare".
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  04/04/2011 23:23:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao caro Luke. Io non vedo nessuna differenza tra te, andrea e me. Siamo tutti e tre esseri umani di uguale importanza e uguali diritto alla libertà. La nostra diversità avviene nel preciso momento in cui il nostro diritto ad esprimere un proprio pensiero ci viene negato o viene condannato. Io ho espresso la mia personale opinione,e mi ha fatto piacere poter intraprendere una discussione civile e MOLTO costruttiva con te, che hai saputo ascoltare, pur avendo giustamente una tua visione delle cose diversa dalla mia. Ma i toni inutile negarlo,non sono stati sempre così pacati! A me non spaventa questa società, ma la mancanza di quei valori in cui la stessa ha smesso di credere. Tu(almeno vedendo quel '67) hai molta più esperienza di me, ma non ti chiedo di guardare in una piazza, in un locale o perchè no all'interno di una famiglia. Basta guardare all'interno di questa pagina, sbirciare tra le righe dei vari post che giorno dopo giorno hanno accresciuto questa discussione. Luke vorrei chiedere a te,riconoscendo le mie colpe, come è possibile parlare di apertura, di accettazione, di amore e di tutti quei principi che ci rendono liberi e uguali rispetto ai nostri simili, se non siamo neppure capaci di rispettare un'opinione all'interno di una misera ed angusta pagina del web? Un saluto Pierluigi
andreapau  05/04/2011 10:34:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu confondi la dialettica con lo scontro di piazza.
io ti ho detto che sei un ipocrita e te lo ripeto...non ti ho preso a mazzate.
il tuo problema, espresso peraltro dal tuo retropensiero riguardo la tua imponente fisicità,è che non sei abituatato a essere contestato
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  06/04/2011 02:06:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Pierluigi (ma quanti anni hai, se non sono indiscreto? Io 43),
ti rispondo con un paradosso: com'è possibile amare la vita quando sappiamo di essere comunque condannati a morte sicura? Dato che è certo che finiremo, non sarebbe allora meglio suicidarci tutti appena realizziamo questa semplice verità? Hai capito cosa intendo dire?
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  06/04/2011 19:03:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho 10 anni meno di te caro Luke.. ho capito il tuo paradosso, e direi che è una risposta-domanda più che esaustiva al mio commento.Ma attento a come rispondi, o qualcuno potrebbe averne a male.Tornando al discorso della paura è vero che non si può vivere nella paura, perchè senza dubbio vivremmo una vita a metà. Ma è il concetto di paura che vedo un pò ingigantito almeno in questo contesto. O meglio è più che lecito che da parte tua questa mia mancanza di apertura lo viva come una mia paura. Ma dalla mia ottica io la vedo più come una lecita preoccupazione. La vita che ci piaccia o meno è una questione di visuali, l'importante è sempre non avere l'arroganza e la presunzione di credere che la propria opinione sia migliore rispetto a quella degli altri. Volevo solo ribadire questo. Ciao
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  07/04/2011 01:13:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ih! Ih! I francesi dicono: "On ne peut pas plaire à tout le monde"! Con questo puoi capire quanto mi preoccupa se qualcuno ne avesse a male per i miei commenti!!...
Tornando a noi, mi vien da dire che ogni paura è "lecita" e che le preoccupazioni che provocano si superano osando guardare aldilà del temuto steccato.
Però ha ragione anche il buon Alessandro (Manzoni!) quando faceva dire a Don Abbondio: "Il coraggio, se uno non ce l'ha, non se lo può dare!"... E' la nostra natura umana, dobbiamo imparare ad accettarla.
Quanto al rispetto... NUNC ET SEMPER!!!
andreapau  05/04/2011 10:30:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è esattamente così.
La mia posizione non è dettata da disincanto ma da buonsenso,educazione alla tolleranza e constatazioni di dati di fatto.
"La paura di questa società" che esprime pierluigi,dalle mie parti si chiama ipocrisia democristiana, borghesia dell'apparenza, perbenismo.
Ovvero, le basi (im)morali su cui si fonda la società italiana.
Una delle piu' arretrate dell'occidente,che erge barriere a protezione di SE STESSA e non certo dei bambini, verso i quali denota una certa indifferenza.
La mia "linea Maginot morale" ,come già detto,la vorrei stabilire su criteri scientifici di valutazione .
La mia posizione riguardo l'adozione di bambini da parte dei gay,si fonda su valutazioni EFFETTIVE dello sviluppo psicologico dei bambini cresciuti in quell'ambito.
Valutazioni effettive, significa che le discriminanti devono riguardare le persone, a prescindere dal' loro orientamento sessuale.
significa valutare la capacità di dare amore,di seguire la crescita etc etc etc.
Valutazioni effettive significa SERIETA', non paure imposte da quello che possono dire i compagnetti di scuola!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  06/04/2011 02:02:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Andrea, la paura non è ipocrisia: è paura e basta!
La nostra società è tra le più arretrate dell'Occidente perché ha smesso di guardare avanti, di immaginare e di OSARE per rifugiarsi nei comodi, rassicuranti meandri delle tradizioni e delle narrazioni edulcoratissime del passato (tanto edulcorate da essere false).
Anche per ignoranza e fatalismo (un mix fatale).
Quando la società degli adulti mette davanti i bambini per vietare o reprimere qualcosa o qualcuno, lo fa sempre per difendere se stessa e non i bambini!!
andreapau  06/04/2011 12:16:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luke, perdonami ma ho la sensazione che tu NON legga quello che scrivo.
Direi quindi di lasciar perdere
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  06/04/2011 12:42:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi riferivo al giudizio che hai dato sulle posizioni di Pierluigi al quale ho dato una risposta piuttosto... "tranchant" (vedi sopra).
andreapau  06/04/2011 14:52:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'avevo capito.
Cio' che non capisco è la tua difficoltà a cogliere la differenza ENORME tra le mie posizioni e quelle di Pierluigi.
Inoltre non capisco questo sottilòizzare tra "paura e ipocrisia".

Se un cretino ha paura che la mia donna sia una strega e quindi non manda i suoi figli a giocare con i miei, è un ipocrita che proietta le sue paure irrazionali sul diverso.
Basta con questa diplomazia,mi sono rotto le pa lle!
Se questa nazione NON cresce dipende da questa gente "impaurita" e io con questa gente NON sono gentile e nemmeno diplomatico.

Leggiti una volta per tutte e in profondità le pieghe dietrologiche dei discorsi di Pierluigi,anche quelli in altri post e piantala con questo gioco del dialogo a tutti i costi!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  07/04/2011 01:17:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Proporrei la riapertura dei forni crematori e, perché no?, una sana eugenetica preventiva! Che ne dici? Così risolviamo il problema dei paurosi alla radice.
Però, a quel punto, dovremmo accettare che qualcun altro metta noi negli stessi forni per qualche altro nostro difetto che proprio non sopporta... WoW! Avremmo trovato il modo di sterminare definitivamente il Genere Umano!!! Figo, no!?
andreapau  07/04/2011 08:55:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esiste una bella differenza tra " non sono gentile e diplomatico con certe persone" e " certe persone le metterei nei forni".L'esempio che usi mi fa ribrezzo per chi nei forni ci e' finito e disonora te che lo hai profferito.Ma se non trovi di meglio per venire a capo di una discussione, non ci sono problemi...evidentemente non hai altri mezzi.Rinnovo l'invito a chiudere questa discussione perché mi hai fatto veramente cadere le braccia.vergognati
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  08/04/2011 01:05:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Triste la vita, senza senso dell'umorismo e del paradosso! Peccato, andrea: sei una persona interessante e intelligente ma ti serve proprio un minimo di leggerezza verso te stesso. Stai riuscendo a farti evitare da tutti pur avendo ottime idee: perché? Chiuso nel tuo integralismo cosa pensi di ottenere? Non è molto più arricchente per te e per noi poter dibattere (anche animatamente!) delle nostre rispettive idee piuttosto che condannarti all'isolamento? Come ho scritto a Pierluigi, "on ne peut pas plaire à tout le monde", quindi, per quanto mi riguarda, continuo a vivere sereno. Ma a te non piace proprio nessuno... pazienza: vorrà dire che in attesa di arrivare ai tuoi aulici livelli, ce ne faremo una ragione! :-))
andreapau  08/04/2011 08:29:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luke, non addentrarti in meandri che nemmeno conosci.
Mi dispiace non poter ricambiare i tuoi complimenti, ma per me sei stato una delusione.

Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  09/04/2011 02:35:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pazienza! Non si può piacere a tutti!!
andreapau  10/04/2011 11:22:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
dipende dai motivi per i quali non si piace...
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  07/04/2011 10:08:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luke perdonami.....come ho avuto modo di ribadirti più e più volte, io credo tu sia una persona molto civile. Ho capito perfettamente ciò che volevi dire ed hai preso come esempio un evento distruttivo, per renderlo costruttivo. Ma non fare il mio stesso errore, ci sono persone che non riescono ad accettare un parere che differisca dal loro. E allora attaccano usando anche linguaggi scurrili e poco consoni al loro modo di sentirsi armati di buonsenso, e profeti di accettazione e rispetto. A me non piace evitare nessuno, nella vita reale nessuno ha isolato me, ed io ho sempre fatto altrettanto ma purtroppo capitano quelle persone con cui è umanamente impossibile comportarsi. E non sono i gay, bianchi gialli, o neri, o chi la pensa politicamente in modo diverso. Lo so che non hai bisogno certo dei miei consigli, ma purtroppo ignorare, nella pochezza del termine stesso, alcune volte è l'unico mezzo per venirne fuori.
andreapau  07/04/2011 11:59:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
pierluigi, non sai quale favore mi fai ad evitarmi...
oh dae-soo  28/03/2011 01:36:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo non ci sia niente da aggiungere Luke.

E il passaggio: "Da non-genitore quale sono (e quale mi sarebbe invece piaciuto essere: se vivessi in un Paese Civile sarei sposato da anni col mio compagno e avremmo adottato almeno 3 figli!)"

manifesta umanità, coraggio, coerenza, tristezza, frustrazione, rabbia. Sarebbe stato facile non scriverla per te, invece l'hai fatto.

Io son genitore e starti qui a spiegare cosa significhi non ha senso perchè non ha senso scrivere e piangere all'una e mezza di notte.

C'è chi sogna ville di lusso, soldi, vizi e piaceri. C'è chi vorrebbe solo dare amore e aggiungere una piccola orma dopo la propria nel piccolo percorso sabbioso che abbiamo il privilegio di percorrere nella storia dei tempi.

Proprio oggi leggevo un passaggio di Saramago che mi ha fatto fermare il cuore per un attimo (neanche lo ricordo dallo shock provato). Ho pensato alla morte, ho pensato al Nulla, mi son letteralmente bloccato.
Poi, te lo giuro, il pensiero della piccolina che mi aspettava a casa ha cancellato tutto. E non è la prima volta che mi capita. Diciamo che, al contrario, succede quasi tutti i giorni.

Con affetto.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2011 01:28:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti rispondo nel merito dicendo che il personaggio del donatore di sperma è un co-protagonista, a differenza dell'amica della figlia, dunque ha un "peso specifico" notevole nella vicenda. Un altro autore avrebbe potuto descriverci una persona premurosa e desiderosa di ricoprire di paterno affetto i propri figli naturali, per esempio. Con conseguenze altrettanto (se non più) nefaste per la famiglia di questi ragazzi.
Quanto alle persone "sessualmente incerte" (almeno nel proprio orientamento sessuale) sappi che è pieno il mondo; solo che pochi/e hanno il coraggio di confessarlo.
Condivido le tue osservazioni sull'"infilarsi in un matrimonio" e sulle sue conseguenze che, però, vengono superate proprio in virtù del primato dell'amore.
E condivido anche che questo film è UN manifesto sull'amore universale e non IL manifesto; ma ciò non toglie che la regista abbia suggerito giudizi di valore molto chiari su vicenda narrata e personaggi mostrati.
andreapau  22/03/2011 09:03:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Aderisco al dibattito incollando il mio commento al film:

I ragazzi stanno (quasi) bene,sicuramente meglio degli adulti.
Questo film presenta dei tratti di eccellenza perchè racconta di una famiglia lesbica senza ricorrere agli eccessi ironici trans/drag queen, tralascia la denuncia gay-pride /militante e soprattutto non cade nella facile scorciatoia dell' offerta di una fascinazione malata.
La storia si sviluppa in un ambito di normalità e accettazione IMPENSABILI per i canoni nostrani,vera sovrastruttura soverchiante che dirotterebbe la realizzazione e la valutazione verso canoni estremisti di stampo etico/morale/liberal/politico/religioso/razzista.
Per intenderci,non ci troviamo al cospetto di Almodovar e Ozpeteck.
Questo film è "oltre",destinato a uomini e donne evoluti.
La "stranezza" è un dato di fatto dal quale partire per raccontare una storia, NON il motivo per cui fare il film

Ritengo quindi che la variante omo in senso maschile sarebbe un problema "italiano".
Clint Eastwood  21/03/2011 23:43:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Arriverà col tempo anche quello, intanto puoi rivederti BROKEBACK MOUNTAIN, MILK o l'altro di Van Sant con River Phoenix. Guarda caso che spesso gli stessi registi sono gay che propongono/fanno film gay.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  24/03/2011 22:20:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Già visti e variamente apprezzati.
Da gay mi piacerebbe vedere storie gay (al maschile o al femminile) girate da registi eterosessuali. Sarebbe interessante capire come siamo visti da chi ha preferenze sessuali diverse dalle nostre.