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IN UN MONDO MIGLIORE regia di Susanne Bier

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VincentVega1     7½ / 10  04/11/2010 17:45:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il protagonista del film è Anton: eroe in Sudan, dove come medico in un campo profughi è il punto di riferimento della "sua" gente; eroe in Danimarca, dove il figlio riporrà la sua felicità nelle loro chiaccherate sul lago.

L'Africa come luogo di disperazione e morte, di soprusi e di inganni, di enorme fascino nella sua crudeltà; e quell'uomo facente ormai parte di quella realtà ora si ritrova con le mani nelle viscere di una donna squartata, ora con le mani accarezzare i lunghi capelli del figlio.
Il caldo continente nero ha cambiato gli occhi di Anton, ora sono occhi di ghiaccio, estranei al frivolo mondo europeo, ed il freddo paesaggio danese diventa per lui fonte di calore ed affetto, riassunto nel viso del figlio Elias.

Christian invece è un bambino che ha perso da poco la madre: il suo carattere è impossibile e riversa le colpe di quella "fetale" scomparsa al padre, reo di essersi arreso alla morte. Christian è un bambino precoce, che usa la violenza come scudo ad una infanzia rubata perché sin troppo adulta.
La sua amicizia con Elias, il figlio di Anton nonché bambino timido e impacciato, causerà una serie di eventi che lasceranno un solco indelebile nella vita di due famiglie così ideologicamente distanti.

Ma quel cinema nordico che spesso ignora la funzione/finzione cinematografica di fiaba a lieto fine, qui si lascia attrarre dalla speranza che in qualsiasi caso tutti noi possiamo ritrovarci in un mondo migliore. Lo sguardo femminile della regista scende a compromessi con il fascino discreto del pubblico.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  28/12/2010 23:45:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Condivido l'epilogo è proprio edificante in un film per molti versi urticante e rischioso