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RED WHITE E BLUE regia di Simon Rumley

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oh dae-soo     7½ / 10  02/02/2013 23:42:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
( leggeri spoiler, l'inizio si riferisce al posto in cui è stato scritto)

In realtà la prima parte di Red, White & Blue non avrebbe niente a che fare con questa rubrica.
Erica è una giovane ragazza che la dà a tutti.
Ma a tutti tutti eh.
Ogni sera un uomo (o più di uno) diverso, ogni volta puro sesso e poi chi si è visto s'è visto. Erica ha problemi, si vede, qualche segreto custodito dentro di sè, il suo sesso non è solo piacere ma ha la disperazione dietro. Conosce un uomo pericoloso, sfuggente, dal passato molto violento, Nate. Forse lui è l'unica persona che abbia mai incontrato a voler da lei qualcosa di più di una notte di sesso ed Erica se ne accorge. Ma il destino ha in serbo per loro una scia di sangue e tragedia incredibile.
Erroneamente inserito nel filone del rape & revenge il film di Rumley è una pellicola in realtà che si basa tutto soltanto sulla seconda componente, la vendetta. La vendetta di Erica contro il sesso maschile, quello stesso sesso maschile che a 4 anni gli aveva già rovinato l'esistenza. Non è una vendetta violenta o pianificata ma lenta e casuale, un menefreghismo verso l'uomo dovuto a un dolore e una rabbia troppo grandi racchiusi dentro di sè.
C'è poi la vendetta di Franki contro la stessa Erika, una vendetta diversa questa, carica di dolore, paura, disperazione e momentanea perdita di lucidità. Sarebbe sbagliato considerare il personaggio di Franki solo con accezioni negative, tutt'altro. Ma quando perdi tutto, gli affetti e le sicurezze, e quando scopri che un'altra persona solo per noia e indifferenza ha rischiato di rovinarti irrimediabilmente il futuro scatta una molla difficile da controllare. Franki è una vittima, a prescindere dal finale.
C'è poi la terza vendetta, questa sì cattiva, rabbiosa e pianificata, questa sì vendetta vera e propria. E' quella di Nate contro quei ragazzi (e non solo loro). Nate è un personaggio assolutamente fuori di testa con un passato misterioso e violentissimo. Ma, e qui la pellicola opera una piccola magia, anche con lui lo spettatore non può non empatizzare un pochino, anche per merito di quell'ottimo attore che è Noah Taylor (meritava tutt'altra carriera).
Nate ed Erica erano due persone "sbagliate" che avevano forse trovato insieme un proprio senso.
E l'ultima foto che brucia su quel fuoco racconta qualcosa di più, impossibile da pensare durante il film (e rimanda a quella "domanda folle" che Nate fa a letto a lei, quella domanda che non sentiremo pronunciare).
Ottima la regia, ottima la colonna, basta la prima sequenza per capire che ci troviamo davanti a un film di valore. E la costruzione delle vicende è tutt'altro che banale con i suoi piccoli salti temporali e la geniale ripartizione del film in 3 parti ognuna delle quali con un protagonista diverso.
Anche gli amanti della violenza troveranno pane per i loro denti, l'ultima mezz'ora è un pugno nello stomaco continuo. E Rumley è bravissimo ad alternare scene di violenza solo psicologica o verbale (come quella davvero tosta della famiglia, con quella domanda da brividi alla figlia, emotivamente picco più alto del film) ad altre di violenza esplicita, manifesta, così forti da, almeno in un caso, far star male (mi riferisco all'ultimo omicidio in cui per 4,5 secondi ho voltato lo sguardo).
E in un'ora e mezzo anche il tratteggio psicologico dei 3 protagonisti principali non è affatto male, ognuno ha moltissimi lati oscuri ma lo spettatore in qualche modo ne resta affascinato e cerca di analizzare quel lato oscuro il più possibile.
Film sporco che racconta di tante diverse esistenze tutte disperate a modo loro.E racconta di piccoli errori che portano a conseguenze devastanti. Non ci sono buoni e cattivi, ognuno dalla vita ha preso e dato pugni. Ma pensare che una sola notte di sesso abbia portato alla morte di 6 persone ti fa capire che a volte la tua esistenza e quella di tante altre persone sono legate al caso in un modo così fragile e scivoloso che fa letteralmente paura.