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ZEBRAMAN 2: ATTACK THE ZEBRA CITY regia di Takashi Miike

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  01/08/2012 11:15:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Accostato al primo capitolo perde in freschezza non potendo più contare sullo spiazzante effetto sorpresa,guadagna qualcosa dal punto di vista della spettacolarità (il budget a disposizione è sicuramente più sostanzioso) ma lascia tutto sommato abbastanza freddini per via di una sceneggiatura che dopo aver intavolato parecchi sottotesti svaria in modo approssimativo tra personaggi bruciati in fretta e snodi risolti con impazienza.
Per fortuna dietro la mdp c'è un certo Takashi Miike,lo stakanovista del cinema giapponese riesce a tenere in piedi il gioco con la solita fantasiosa audacia,distogliendo l'attenzione dal debole script e lasciando spazio ad un delirante mondo futuristico in cui Zebraman sarà opposto ancora una volta ai gelatinosi alieni e alla sua parte più oscura,affrontata con buona enfasi recitativa dalla seducente Riisa Naka.La ragazza è parodia irriverente delle pop-star occidentali tutte tet.te e poco talento, affetta da una folle invidia per le colleghe e da una sete di potere che la porterà a liquidare il dispotico padre,personaggio interessantissimo e fondatore dello Zebra-time (momento della giornata in cui ognuno,polizia compresa, può dar sfogo alle pulsioni più becere),purtroppo messo fuori gioco in modo repentino con tutti gli approfondimenti socio-politici che ne potevano derivare spazzati via in un amen, a favore di un approccio scanzonato e ironico,in cui ogni riflessione più grave viene sostituita da un intrattenimento di matrice ludica.
L'ironia tipicamente nipponica non fa sempre la differenza per quanto i momenti esilaranti non manchino, rispetto al precedente capitolo è meno b-movie e molto più blockbuster,di certo è interessante notare come le separazioni nette siano rinnegate nel nome di un'alleanza che pur con metodo sempre grottesco puntualizza l'inevitabile coesistenza tra bene e male.Del resto è prerogativa di Miike quella di unire in scioltezza i momenti più surreali con profonde sequenze poetiche,violenza efferata,in realtà qui molto contenuta,e riflessioni di un certo spessore,questa volta punta più sul diletto e non fallisce pur non raggiungendo risultati eccezionali.