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CHERRY TREE LANE regia di Paul Andrew Williams

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ferzbox     7 / 10  20/05/2014 17:18:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Accidenti che voti bassi da parte di alcuni utenti,non me lo sarei aspettato.
Sinceramente rimango un pò allibito dal riscontro di pubblico.
Ma come?...certi lavori come "Them" e "The strangers"(girati come horror ed estremamente surreali) vengono idolatrati o apprezzati,e questo invece no?!
Allora,forse la gente cerca la formula horror ovunque,del realismo non frega nulla evidentemente.
In passato mi sono visto "In their skin"che,come ho già detto altre volte in passato,l'ho reputato meglio di altri per la sceneggiatura meno commerciale e più concreta(infatti mai portato da noi perchè non di plastica); nonostante anche quello però,in alcuni momenti, mostrava elementi troppo esasperati ed inverosimili.

Di Paul Andrew Williams avevo già visto "London to Brighton", e devo dire che non mi era dispiaciuto affatto.
Anche "Cherry tree lane" mostra un livello di violenza molto simile allo stile del film sopracitato.
Anderson gioca sul realismo,la concretezza dei fatti e le voci di sfondo.
Quasi tutta la pellicola si svolge nella stessa stanza,nonostante alcuni eventi drammatici potevano svolgersi in altri punti della casa(ottima la trovata delle voci fuori campo che descrivevano lo stesso le situazioni che accadevano).
Un gioco di "vedo,non vedo" funzionale ed intelligente,che mette lo spettatore nei panni del marito incapace di qualsiasi reazione o ribellione.
Si tratta ancora di un'analisi del bullismo,ma senza giocare ai fantasmi o a "indovina chi fa rumore"; semplicemente si assiste ad una situazione estremamente drammatica ed agghiacciante,senza alcuna patina orrorifica e senza adagiarsi al terrore dell'esplicito.
La scena finale prima dei titoli di coda l'ho reputata molto interessante ed inaspettata,sottolineando ancora di più il discostamento da altre pellicole maggiormente stereotipate.
Credo che sia l'home invasion più valida ed interessante che ho visto finora tra quelle recenti(lasciando perdere Haneke con i suoi "Funny games"; quelli li vedrò con occhio più pretenzioso,considerando il nome che ci sta dietro).
Su un genere come questo è inutile fare i giochi di prestigio; molto meglio descrivere la situazione agghiacciante con vericidità,cinismo e orrore psicologico...come in questo caso.
Bravo Anderson....non si nota nessun particolare espluà di camera,però sei riuscito a trasmettere molto bene il dramma dei protagonisti.....una pacca sulla schiena te la meriti tutta secondo me.