quadruplo 8½ / 10 10/02/2011 16:58:26 » Rispondi Non so se è un capolavoro o meno, forse lo diventerà (almeno per me) con il tempo, di certo è un grandissimo film. Disperazione, famiglia, immigrazione, lavoro, malattia, morte..tutti temi cari ad Innaritu, e tutti girano intorno a Uxbal (strepitoso Barden). Come si intuisce, non è un film che lascia indifferenti e, come tutti i film del regista messicano, avrei difficoltà a vederlo una seconda volta. Stilisticamente ineccepibile, molto azzeccata e originale la scelta di utilizzare un microfono con un effetto di presa diretta nei momenti di intimità emotiva tra le persone.
Uscendo dalla sala, ieri si discuteva sul ritorno della ragazza di colore che sembrava intenzionata a lasciare il paese con i soldi di Uxbal. Personalmente credo che lei non sia tornata effettivamente: viene dato molto più peso al fatto che lei lascia i figli di Uxbal e si reca in stazione, mentre per il ritorno si sente solo una sua frase (sentita da un Uxbal non nelle sue piene facoltà,prossimo alla morte), senza essere mai inquadrata.
Oppure Innaritu ha volutamente lasciato la valutazione allo spettatore, dove i più cinici (come me) penseranno che lei abbia deciso di rifarsi una vita con i soldi ricevuti (forse anche in linea con l'approccio molto egoistico dei personaggi del film), mentre altri penseranno ad un pentimento della stessa e ad un finale più lieto.
io invece credo che inarritu lo abbia fatto volutamente, ma non per lasciar la scelta allo spettatore.
il suo scopo è proprio quello di sottolineare che l'importanza non è la decisione di ige, ma quella di uxbal.
uxbal che ha sempre sfruttato i clandestini per rendere la vita dei suoi familiari dignitosa, ora si affida proprio ad una di loro. i valori familiari, per la prima volta nel suo cinema, si aggrappano ad una persona completamente estranea.
e questo è il messaggio di speranza più grande che il film sottintende.
è vero, è avvenuto nel momento più disperato, proprio quando stava per morire, ma in futuro, magari, le cose potranno cambiare.
Interessante la tua visione, anche perchè dici che uxbal non è esattamente una persona dalla morale ineccepibile, anche se (forse) giustificabile..
Potrebbe essere come dici tu, quindi lo vedi come un messaggio di speranza, anche se effettivamente non si sa se sia tornata o meno (ma questo a Inarritu non dovrebbe importare).
tra l'altro ho letto diverse sue interviste dove critica l'europa e il suo modo di accogliere lo straniero. faceva notare come l'immigrato che viene in europa lo fa per sopravvivere, chi va in america invece lo fa con uno scopo, ha un progetto di vita (ovviamente si parla in grandi linee, ci saranno le relative eccezioni).
pensare che un uomo, che è uno dei più grandi artefici di questa situazione, possa affidare i suoi affetti familiari (importantissimi nel cinema di inarritu come in nessun altro cinema di oggi) proprio ad un clandestino, ecco, è un raggio di luce della mad.onna (scusa l'espressione). non sceglie il fratello, né la moglie. sceglie ige, una somala che per colpa sua è senza marito.
Sono d'accordo con Vinc sulla scelta di Ige, su gli stranieri lui aveva costruito la sua sopravvivenza ma anche gli affetti più significativi. E' un film doloroso più che triste per la capacità di mostrare un insieme che difficilmente vedi, lo sai ma non lo vedi. bello bello!