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SOLITARY MAN regia di Brian Koppelman, David Levien

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Terry Malloy     6 / 10  24/09/2013 22:33:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Solitary Man" è un filmetto scialbo e senza pretese che però ha stretto con me un rapporto di insolita amicizia. Periodicamente e magicamente, quando io sono depresso, accendo la tv e ci trovo sto film. Mi è successo nel 2010 come l'altro giorno. Allora, alla seconda visione, mi sono messo a guardare questo film con più attenzione e credo che in fondo "Solitary Man" qualcosa da dire ce l'abbia.

Come già detto, è un filmetto. Nel senso che è l'unità base del livello raggiunto dal cinema, dalla tecnica propriamente cinematografica, al giorno d'oggi. Voglio dire che "Solitary Man" è un film effettivamente girato magnificamente. Tutti i codici sono rispettati, la storia regge, è scritta bene, gli interpreti sono in parte, la regia fa il suo porco mestiere come si deve. Nulla è fuori posto. E' un film da manuale, nel senso che se dovessi dirigere un corso di tecnica cinematografica farei vedere in primis questo film. Uno potrebbe obiettare che il cinema è molto più che questo. Io direi di no. L'arte del racconto cinematografico in sè e per sè è questa. Quello che trovo sbagliato di come si insegna il cinema in Italia è che si fanno splendidi corsi su Orson Welles, Hitchcock e John Ford. Certo, sono registi che hanno fatto la storia, che hanno posto le basi perché due sconosciuti qualunque potessero girare "Solitary Man" e far su un po' di soldi. Ma forse è sbagliato mostrare così tanto le opere di questi grandi. Welles non era cinema, era eccedenza. Era gente che piegava l'arte cinematografica alla propria mente distorta, leggetevi la prefazione di Jean Cocteau alla monografia di Bazin per capirne meglio.
Chi vuole studiare cinema si guardi Orson Welles, chi il cinema lo vuole fare cominci da Solitary Man.