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HEREAFTER regia di Clint Eastwood

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atticus     7½ / 10  18/02/2011 20:41:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La morte è 'ancora' tabù.
Come fa a spaventare l'unica cosa che accomuna ogni essere umano e che, è certo, arriverà prima o poi?
"Hereafter", molto sensibilmente, si chiede questo e molto altro; sta a noi farne poi un bilancio. C'è qualcosa di straordinario in questo film, non so se l'incredibile pacatezza di toni o la grande umanità con cui vengono descritti i personaggi. Senza andare troppo per il sottile, però, Eastwood sembra suggerire l'idea che possiamo parlare con i morti, basta trovare il veggente giusto, e questo non mi è piaciuto perché oltrepassa la linea del distacco, così come la possibilità di scrivere un libro basandosi non solo sulla propria esperienza 'sovrumana' ma anche sulle testimonianze top secret sgraffignate in un ospedale.
Ci sono pagine di struggente bellezza (mai visto un cataclisma naturale rappresentato con tanta realistica virulenza; stupenda la caratterizzazione del personaggio della Howard; felice l'omologazione spiritista alla "Ghost" anche perché, sullo schermo, come si può mai rappresentare l'aldilà?il tran tran quotidiano di due bambini più maturi della loro età e la commovente odissea di uno di loro) che si alternano ad altre francamente irritanti (la passione per Dickens; la plastificata illusorietà di un ospedale tra le montagne; il cinismo dei media; la retorica seduta finale tra il veggente e il bambino).
Eppure è un film che lascia un profondo senso di accettazione, un dolore catartico che passa attraverso il vivere dei protagonisti. Sta proprio qui il maggior interesse di un film per certi versi irrisolto, nella descrizione di come sia possibile venire a contatto con una perdita e di come riuscire a farsene una ragione. Ogniuno ha il suo modo, ma il "Hereafter" dà la possibilità di rifletterci su.
Mi ha colpito molto, mi ha urtato, mi ha emozionato, mi ha infastidito, mi ha impaurito, mi ha dato speranza.
Bravi tutti gli interpreti. Nonostante qualche falla, lunga vita a Clint!
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  18/02/2011 22:03:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo che questo film non rappresenti un tentativo di esplorare ciò che potrebbe esserci in un ipotetico aldilà. In ogni scena, infatti, è presente il dolore, la solitudine e il senso di smarrimento che la morte lascia "aldiqua". Credo che il messaggio di Clint sia volto a farci capire l'importanza del dono che è stato concesso ad ognuno di noi:la vita. E' inutile provare ad immaginare cosa ci sarà dopo, accettiamo le certezze che stiamo vivendo adesso attraverso tutte le cose belle che spesso dimentichiamo di avere a disposizione...l'amore,per esempio, potrebbe essere una di queste!
Clint Eastwood  18/02/2011 22:42:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esattamente il tipo di intervento che volevo fare ad atticus. Mi hai preceduto. :)
Flavietta2  20/02/2011 13:15:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esattamente quel che penso io!
Mi dispiace che molti lo vedano solo come un film post mortem e non come film "aldiqua" come dici tu.
atticus  18/02/2011 23:13:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, condivido assolutamente, in qualche modo volevo dirlo anche nel commento, per me l'aspetto più interessante è proprio lo studio di ciò che resta nell'aldiquà. Tutta la parte "spiritistica" infatti l'ho trovata debole. Ma il film mi è piaciuto!
Clint Eastwood  18/02/2011 22:48:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo. Non ti è andata proprio giù alcune forzature, eh ? Si, si, hai ragione ma io di queste cose mi dimentico e mi prendo il meglio. Il film è bello ed esci dalla sala con un profondo senso di pace nell'anima e non è poco al giorno d'oggi (forse per questo me lo son visto due volte). A me mi ha dato questa impressione.

Comunque, un piccolo paragone praticamente senza senso. Guardando i "vecchi" a parlare del momento X della vita di ognuno, Clint sembra quello più sereno. :) Vedi Allen nel suo ultimo lavoro che non smette mai di filosofeggiare, migliaia di domande e così via.