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HEREAFTER regia di Clint Eastwood

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amterme63     8 / 10  16/01/2011 19:42:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più che un film sul quesito dell'esistenza e della natura dell'aldilà (quesito assolutamente irrisolvibile), è un film sull'impatto che ha questo concetto sulla vita delle singole persone.
Non si tratta quindi di trattare razionalmente di un tema vecchio quanto l'uomo (e il film non ha nemmeno questa pretesa), quanto piuttosto di rendere nella maniera più fedele e intensa possibile l'animo, la sensibilità, le emozioni di cui ha avuto contatti con la morte.
Le varianti che Eastwood ci illustra sono tre: chi ha avuto esperienza diretta ed è arrivato proprio sull'orlo estremo di queste evento supremo e senza ritorno, chi ha subito una perdita irreparabile e non riesce a farsene una ragione, chi riesce a sentire e a portare a galla negli altri le tracce profondissime di perdite fondamentali nella propria vita.
L'impianto stilistico è di natura classica. Le storie oltre a essere individuali e normali, servono soprattutto a rappresentare le idee del regista. L'accento non è quindi sulla fedeltà al reale delle storie ma sulla semplicità e immediatezza nella trasmissione del messaggio e nella reazione da provocare in chi guarda. Il finale deve o trasmette un'idea, un concetto che permanga forte nell'animo dello spettatore (vedi "Gran Torino") o dare una conclusione che sia una speranza, uno sprone a non perdere la speranza di migliorare la propria vita (il lieto fine di questo film). E' uno stile che può piacere o non piacere, ma bisogna riconoscere che Eastwood oggi come oggi è uno dei pochi che riesca a creare opere convincenti e coinvolgenti usando questo stile.
Il segreto è nel coinvolgimento diretto dello spettatore nelle storie dei personaggi che si vuole raccontare. Fra tutte, secondo me, la più riuscita è quella di George, quella meno convenzionale e più intimista. Il paradosso del personaggio sta nelle conseguenze del suo "dono" speciale, le quali non sono come si può pensare positive (fare soldi, avere successo, essere utili all'umanità) ma assolutamente negative (non avere una vita "normale", tranquilla e serena e rapporti ordinari con gli altri). La conseguenza è una terribile solitudine, il rinchiudersi in un guscio, lo scappare via. Il cinefilo conosce già molto bene questa situazione, in quanto ritratta magistralmente da Cronenberg in "La zona morta". Probabilmente George riesce in qualche maniera a portare a galla quello che le persone sanno già dentro nel proprio animo, ma che non hanno il coraggio di realizzare da sole. Non sempre questo "aiuto" è il benvenuto. Nella nostra vita è più quello che rimoviamo che quello che affrontiamo a viso aperto.
Anche la storia della francese famosa e nota, ci rivela l'illusorietà degli aspetti materiali della propria vita e la profonda solitudine di chi decide di vivere sinceramente e "contro corrente". Anche la storia del bimbo rivela l'abisso di solitudine e vuoto che causa la realtà avversa, il destino crudele. Sono storie molto più comuni di quanto si pensi.
Per tutti Eastwood ha voluto riservare alla fine una consolazione, una speranza, una spinta a combattere e a continuare nonostante tutto. Questa scelta ha le vesti di un finale affrettato, decisamente forzato e quasi incomprensibile. Peccato, è l'unico punto veramente debole del film. Del resto Eastwood se n'è fatta una questione di principio. La sua opera finale deve servire a contrapporre alla marea di pessimismo e nichilismo la "vecchia" fiducia nei sentimenti e negli atti umani; chi se frega se la propria opera è semplicistica, poco approfondita, consolatoria, il messaggio di fiducia nell'Uomo (con la U maiuscola) deve passare davanti a tutto.
Gruppo STAFF, Moderatore Kater  17/01/2011 23:10:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti, gran bel commento!
amterme63  18/01/2011 08:31:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, Katerozzola :-)
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  29/01/2011 20:17:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sul piano del contenuto del film il tuo commento è molto chiaro e ben meditato.
Tuttavia rimango del parere che le stesse cose potevano essere espresse in una forma visiva più curata e più elaborata sul piano dell'intreccio letterario, evitando ad esempio di banalizzare il paranormale come quando gli viene dato un linguaggio di verità metafisica del tutto arbitrario ( il dialogo prova - verità della presenza dello spirito del defunto fratellino quando dimostra di essere proprio lui).
Il paranormale o lo si usa come pensiero delirante, con tutte le forme metaforiche e simboliche del caso, e in tal caso è ricco di implicazione oniriche legate all'inconscio spesso di grande valenza analitica e poetica o lo si usa per quello che di vero può contenere, in tal caso l'esperienza e le teorie dicono che si tratta di verità molto confuse, enigmatiche, impossibile da formulare in modo preciso come avviene tra il fratellino morto e il medium nel film. L'impressione che ho io, pur riconoscendone la bravura e la grande sensibilità umanista, è che Clint fa troppi film, finendo per trascurare per mancanza di tempo tutta la parte letteraria e visiva, un po' come sta accadendo a Woody Allen.
Prendiamo kubrick, autore anche lui di grande sensibilità umanista, non ha mai trascurato la forma visiva e letteraria, buttando via montagne di pellicole e migliaia di fogli di sceneggiatura finché il film non trovava una scorrevolezza e un'estetica di intreccio convincente. Con cordialità Biagio giordano
amterme63  31/01/2011 08:38:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie della risposta, Biagio. Io ho avuto l'impressione che Eastwood non volesse fare un film sull'aldilà, ma sulle conseguenze che ha questo aspetto sulla vita di chi rimane nell'aldiquà. Per questo non ha curato o approfondito visivamente la parte onirica/extrasensoriale; non voleva che catturasse l'attenzione dello spettatore ma che desse solo un'impressione emotiva e sentimentale, stabilisse un'atmosfera. Io ho inteso questo e ho giudicato in base a questo. Tutte le altre scene (quelle che descrivono l'aldiquà) sono invece molto espressive e coinvolgenti, dipingendo perfettamente un sentimento di disagio, un bisogno, una ricerca affettiva che cercano a tutti i costi uno sfogo, una risoluzione ed eroicamente cercano di ottenerla. Questo film stilisticamente va messo accanto e confrontato con "I Ponti di Madison County". Con stima. Luca.
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  31/01/2011 10:46:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
OK chiaro il tuo punto di osservazione, stai bene saluti
Niko.g  16/01/2011 23:58:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"...Eastwood oggi come oggi è uno dei pochi che riesca a creare opere convincenti e coinvolgenti usando questo stile..."

Guarda che qui purtroppo non c’è nessun convincimento e tantomeno coinvolgimento. La storia è di una semplicità che sconfina nella banalità. La lentezza e il vuoto che comunica sono evidenti, non c’è mordente e i dialoghi sono infantili e patetici. I tre protagonisti sono fuori dal mondo (amici, parenti e assistenti sociali sono fantasmi, quelli sì!) e la “spiritualità” a portata di mano (per non dire di internet) è quanto di più volgare e sconfortante potesse uscire fuori da una pellicola.
Un test valido per giudicare un film è il desiderio di rivederlo e sono sicuro che parecchi di quelli che hanno dato 8 non lo troveranno questo coraggio!
amterme63  17/01/2011 08:40:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per quanto mi riguarda ti sbagli di certo. Io andrei anche stasera a rivederlo. Io non so quanti anni hai e che esperienze hai avuto nella vita. Io sono abbastanza anziano da poter avere avuto esperienze gravi di perdita di persone care e ti posso assicurare che le situazioni ritratte in questo film non sono affatto banali o fuori dal mondo. Io PERSONALMENTE ho sentito coinvolgimento e le situazioni ritratte mi hanno convinto, proprio perché le ho collegate a esperienze vissute in prima persona.
Per quanto riguarda la "lentezza" e il "vuoto" non capisco perché ti scandalizzi. La vita di George è fatta proprio di lentezza e vuoto. Il ritratto della sua vicenda non poteva che trasmettere queste sensazioni, altrimenti sarebbe stata snaturata. Non è questo il tipo di film da azione e avventura. Chi è andato a vederlo con questa aspettativa ha sbagliato di grosso.
I caratteri ritratti sono quelli che sono e non quelli che tu vorresti che fossero, per questo sono "senza mordente ... fuori del mondo". Bisogna prendere atto di quello che si vede senza apporre preventivamente un giudizio. Eastwood nel finale auspica proprio che ognuno di noi si faccia carico della propria situazione e si forzi di avere "mordente" e "coraggio" e di non fare sfuggire nessuna situazione.
Tutto banale, patetico e infantile? Tanta parte della nostra esistenza è banale, volgare e sconfortante. Sinceramente il "semplicismo" che promana dalla pellicola non mi scandalizza. Se si escludono persone di "cultura" o "intellettuali", il nostro modo di pensare e di concepire è di una elementarità e puerilità forse ancora più accentuate di questo film. Per comunicare al numero maggiore possibile di persone (di tutte le epoche e di tutte le culture) è quasi necessario "semplificare". Tra l'altro questa è una caratteristica peculiare del cinema "classico", che può o non può (come a te) piacere. Così è, comunque.

Flavietta2  17/01/2011 14:53:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo su tutto.
anthony  17/01/2011 11:09:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io non troverei 'coraggio' neanche a rivedermi 'Gran Torino' , 'Million Dollar Baby', 'Un Mondo Perfetto', 'Lettere da Iwo Jima'..cioè le migliori -almeno per quanto mi riguarda- pellicole di Clint Eatwood.

A te il il film non è piaciuto (ognuno ha i suoi gusti, dopotutto..); ma ciò non sta a significare che tu debba sindacare i giudizi e le opinioni altrui; soprattutto nel momento in cui ti azzardi a mettere in discussione la buona fede di un utente che a questa pellicola ha affiviato un 8!
tredi  17/01/2011 01:15:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ottimo commento
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  20/01/2011 22:07:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Darò 8 e mezzo e lo rivedrei altre 2 o 3 volte, anche più! Ero talmente emozionato e coinvolto in sala che sono rimasto come inebetito e sono uscito per ultimo...
amterme63  21/01/2011 08:22:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche a me ha fatto questo effetto, Luca. A presto!
Noodles_  25/01/2011 13:04:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche a me...