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LA SFIDA DEL SAMURAI regia di Akira Kurosawa

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amterme63     7½ / 10  08/05/2010 17:00:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kurosawa continua a sfornarci film dove cerca di sviluppare temi etici-sociali, anche molto importanti, traducendoli in divertimento cinematografico. Il capolavoro di questo metodo di rappresentazione è l'insuperato "I sette samurai", dove le varie figure di "eroi" sono prima di tutto dei normali esseri umani con la loro storia, i loro problemi esistenziali o di ordine pratico e dove il vero protagonista della vicenda è però la società umana.
Con "Yojimbo" Kurosawa ripropone lo stesso modello in una variante più semplice e certamente meno riuscita. Al centro della storia c'è sempre la società umana con le sue storture (il villaggio è l'effettivo protagonista del film) e per dare maggiore risalto a questa aspetto tralascia volutamente di approfondire la figura dell'eroe. Di lui non sappiamo il nome ("Sanjuro" se lo inventa su due piedi), la provenienza, il perché e il per come delle sue azioni. Per Kurosawa non serve saperlo, non è importante. Quello che conta è il modo con cui si comporta (profondamente razionale e intellettivo, senza vizi, utilizza ma non ambisce al denaro, non ha desideri sessuali) in contrasto con l'istinto bestiale e i comportamenti non mediati, grezzi e distruttivi della controparte.
Sanjuro è quindi più un personaggio "simbolo" che un essere umano nella sua interezza. Toshiro Mifune ha però l'accortezza di rappresentarlo in maniera molto viva e affascinante. Soprattutto fa parlare gli occhi, lo sguardo. Dietro la scorza ruvida e il comportamento sornione e spavaldo fa intravedere un cuore, un interesse idealistico e non meramente utilitario. Non spiega apertamente il suo scopo ma lo fa capire, del resto è palese ed evidente dal tipo di azioni che intraprende, ed è quello di aiutare la collettività a vivere meglio. Il resto per lui è relativo (casa, affetti, ricchezza …). La sua storia non conta, conta solo quello che riesce a fare per gli altri.
E' il villaggio quindi la parte che ha più attenzione nel film. Come al solito Kurosawa agisce molto sull'atmosfera e sull'ambiente. Intanto siamo in inverno e mai il bianco e nero è stato così essenziale alla storia. Non c'è una volta che venga inquadrato un albero, un fiore, un ruscello. Il film si svolge tutto all'interno di due o tre vie nude e polverose, sferzato dal freddo e dal vento. Non hanno nemmeno l'onore di una ripresa in panoramica. Non si vuole dare alcun senso estetico ai luoghi, ma riprodurli nella loro nuda funzione. Splendide comunque le riprese dall'interno delle case, che rendono bene l'idea dello spiare, la diffidenza e l'ipocrisia che regnano in quel luogo.
Il paesaggio umano è altrettanto desolante. Intanto dominano le "yakuza", il sistema di potere a clan, che procura sì sostentamento a chi si affilia, ma si basa tutto sulla prevaricazione, sulla violenza, sull'arbitrio, sulla (auto)distruzione (la vita ha scarsissimo valore). Strabiliante la similitudine con la struttura della camorra italiana.
Kurosawa rappresenta questo mondo come un mondo di ridicoli straccioni, addirittura fifoni e vigliacchi (vedi il primo scontro fra le parti) e utilizza una chiave parodistica e satirica per rappresentarli. Insomma non valgono quasi niente e ucciderli non è perdita per la società. Certo, anche loro sono "esseri" umani e hanno tutto il diritto di lamentarsi della vita che fanno e della bassissima paga che ricevono.
C'è però anche una società sana, poche persone, simboleggiate dall'oste che oscillano fra rassegnazione e speranza. Il suo aiuto a Sanjuro sarà decisivo. L'oste è forse l'unica nota positiva del film.
Kurosawa ha sempre evitato i facili ottimismi e anche qui non si smentisce. L'unica speranza in situazioni del genere è che i vari clan si autodistruggano a vicenda. Non c'è da sperare in un intervento istituzionale. L'ordine costituito è addirittura complice della mafia, riescono benissimo a convivere uno accanto all'altra. Allora che si deve fare? Aspettare che cada dal cielo uno capace, intelligente e disinteressato come Sanjuro? Grama prospettiva ….
Ecco il problema del film. La parte etica/sociale non riesce ad avere la preminenza nei pensieri dello spettatore (a parte la dimostrazione spettacolare del primato della ragione sull'istinto bestiale) e quindi l'attenzione si sposta tutta sulle imprese descritte e purtroppo da questo punto di vista il film ogni tanto langue.
Kurosawa ha fatto poi un piccolo errore. Non si è accorto che nel cinema spesso conta di più quello che non c'è su quello che c'è. Per questo tutta l'attenzione di chi segue il film va sugli interrogativi e i misteri che riguardano Sanjuro, piuttosto che sulle storture sociali e sulle sue conseguenze civili (cosa che probabilmente non era nelle intenzioni di Kurosawa).
Leone ha capito benissimo questo aspetto peculiare del cinema e ha ripreso la stessa vicenda considerandola però da un lato completamente diverso.
Ma questo è tutto un altro film ….
amterme63  08/05/2010 23:50:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche stavolta il giudizio su Kurosawa è cambiato riflettendoci sopra. Adesso gli metterei tranquillamente 8 o 8 e 1/2 (e questo anche dopo avere visto il film di Leone).
C'è da dire che i film di Kurosawa spesso non hanno un grande risalto spettacolare e quindi può capitare che alla fine della visione si rimanga un po' delusi o interdetti. Poi piano piano entrano in testa i temi del film e ci si rende conto del valore che avevano. A questo punto di apprezzano molto e rimangono dentro come "lezione" di vita. Così è successo per questo film.
Ciumi  09/05/2010 13:51:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
@ Luca. Complimenti ancora per la passione con cui stai approfondendo la grande (in tutti i sensi) opera di Kurosawa. ‘Yojimbo’ non l’ho ancora visto. Ho letto però il tuo commento a ‘Il trono di sangue’, prima, se non erro, trasposizione Shakespeariana del regista. Ecco, se ancora non l’hai visto, non perderti ‘Ran’, altra magnifica rivisitazione di un classico di S. ; anche se sicuramente la conoscerai già.

@ Kommado. A proposito di Kubrick e di plagio, non è che sai spiegarmi (ovviamente se la conosci) la faccenda tra ‘Il dottor Stranamore’ e ‘A prova di errore’ di Lumet. I due film sono usciti lo stesso anno, ma presentano curiosamente molte, troppe similitudini tra loro. Com’è?

amterme63  10/05/2010 22:46:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa se non ti ho risposto, Maurizio, ma non sono abituato a così tante risposte e la tua mi era sfuggita. Ti ringrazio, come al solito sei molto gentile. "Ran" è in programma, stai sicuro che non lo mancherò. Poi TUTTO di Kurosawa è meraviglioso. Solo "Anatomia di un delitto" sembra non sia riuscito bene, ad esempio a Peckinpah non piacque per niente. Vedrò, per ora Kurosawa non mi ha mai deluso.
Ciumi  11/05/2010 17:52:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luca, se ti riferisci ad “Anatomia di un rapimento” io personalmente l’ho trovato magnifico. Quindi se vuoi fidarti di me vedilo, se invece ti vuoi fidare di Peckinpah, beh..

Ma tanto c’ho ragione io, quindi te lo consiglio.
KOMMANDOARDITI  09/05/2010 15:23:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, a grandi linee a livello di storia e presupposti, ho notato anch'io questa assurda somiglianza però naturalmente gli stili e l'importanza delle due opere non hanno nulla a che vedere tra di loro (ma questo lo sai anche tu benissimo).
Secondo me queste coincidenze di soggetto sono ascrivibili al periodo in cui le due pellicole sono state concepite : la Guerra Fredda, lo spauracchio nucleare, il clima di sospetto spionistico tra i due blocchi contrapposti.....In moltissimi film dell' epoca ritroviamo gli stessi temi ricorrenti, è una conseguenza inevitabile del pesante contesto in cui ci si ritrovava a dover convivere.
Oggettivamente non so se ci sia stato eventuale plagio ( o altro) e da parte di chi : questo forse solo gli interessati possono con certezza saperlo.
Comunque siano andate le cose, ciò non modifica niente della validità minore e superiore dei due film. D'altronde anche sul web, controllando bene, si trova poco o niente.
BlackNight90  08/05/2010 17:16:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento eccellente come sempre.
ma a te non ha mai dato l'impressione che Leone abbia preso un po' troppo da Kurosawa senza tribuirgli i dovuti ringraziamenti?
KOMMANDOARDITI  08/05/2010 17:44:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me, più semplicemente, sembra chiaro che sia Kurosawa che Leone abbiano nient'altro che tratto entrambi ispirazione dalla grandissima commedia di Goldoni ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI, risalente al lontanissimo 1745 e poi riportata con successo in teatro negli anni '40 dall'altrettanto grande Giorgio Strehler.
Almeno così l'ho sempre vista io : sarebbe una coincidenza troppo incredibile se i due registi avessero avuto la stessa intuizione geniale di un autore vissuto più di due secoli prima di loro.... :-)
oh dae-soo  08/05/2010 18:34:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Leggendo queste risposte al commento ed altre più sotto (che partivano con riferimento al Mereghetti), si parla di Kurosawa, Leone, Hammet, Goldoni e altro. Per tagliare la testa al toro, basterebbe citare un altro dizionario, il Morandini, dove si ammette il calco di Leone su Kurosawa nel fare "Per un pugno di dollari" e, al contempo, si citano le parentele sia con l' Arlecchino di Goldoni che con il romanzo "Piombo e sangue" di Hammett. Insomma, non è poi così vero che i dizionari omettono qualcosa per esaltare Leone, o almeno non tutti. In più abbiamo l'ufficialità che ognuno di voi (intendo i 2 qua - ciao Nico- e i 2 sotto) abbia detto qualcosa di giusto. Il mio modesto parere è che si dà troppo peso a "di chi è stata l'idea" e poco alla bellezza,alla propria originalità e riuscita delle singole opere in questione. Allora Kubrick che, se non sbaglio, ha avuto sempre sceneggiature derivate è un copione o è privo di originalità? Insomma fate benissimo a citare riferimenti, rimandi, ispirazioni o (quasi) plagi, ma è altresì importante vedere l'opera in sè. Ciao, Giuseppe.
KOMMANDOARDITI  08/05/2010 18:44:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non parliamo poi di Kubrick e del suo amore infinito per l'horror e la fantascienza italiane : su tutti due autori del calibro di Mario Bava ed Antonio Margheriti. Chissà da dove verranno mai la famosa onda di sangue ed il bimbo telepatico presenti in SHINING : forse dal margheritiano CONTRONATURA-THE UNNATURALS e dal baviano SHOCK ?!? E chissà da dove proverranno mai alcuni elementi di 2001:ODISSEA NELLO SPAZIO : forse dalla quadrilogia spaziale che Margheriti girò nei gloriosi anni '60 ?!?
Tutte domande che si rispondono da sole datosi che il regista inglese era un onnivoro del cinema di genere italiano.
Ciao Gius.
oh dae-soo  08/05/2010 18:52:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nico, te sei un'enciclopedia dei film di genere. Anche in questo tuo intervento, apparentemente contro il mio, ci hai dato interessantissime notizie. Però concorderai che non si possano affossare o comunque denigrare SHINING e 2001 per queste eventuali citazioni. Rimangono 2 capolavori, punto e basta. In più considero l'ispirazione a degli stili, a delle immagini o a dei testi, più un complimento che un'accusa, se ciò che è stato "rubato" è riproposto con una propria maestria e, malgrado appaia un ossimoro, originalità.
KOMMANDOARDITI  08/05/2010 19:01:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me SHINING e 2001 sono tra i più grandi capolavori della storia del cinema : tra i pochissimi a cui darei un 10 netto!
Il mio intervento era naturalmente a supporto del tuo : un'opera andrebbe giudicata per altri ben più cosistenti parametri.
Non si può darla addosso a Leone solo perchè ha preso spunto da Kurosawa : di Leone si può però benissimo discutere circa i suoi eccessi formali (mi riferisco a C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA e non al resto della sua filmografia grandiosa).
Quindi non si può darla addosso neanche a Kubrick per le sue citazioni derivate dal genere italiano.
Tutt'al più questi riferimenti costituiscono degli attestati di valore per chi li ha generati : in questo caso parliamo di Kurosawa, Bava e Margheriti.

oh dae-soo  08/05/2010 19:05:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perfetto.
Ah, ci tenevo a dire che il mio primo commento non si riferiva per nulla all' ottimo anterme, ma era una considerazione generale che ha preso spunto (tutti prendono spunti...) dalla discussione su questo film, specie nel commento di wega. A presto!
amterme63  08/05/2010 23:42:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il mio modesto parere è che si dà troppo peso a 'di chi è stata l'idea' e poco alla bellezza, alla propria originalità e riuscita delle singole opere in questione"
Bravissimo Giuseppe, sono proprio d'accordo con te. E' con questo spirito che mi metterò domani a scrivere il mio commento a "Un pugno di dollari" che ho appena finito di vedere questo pomeriggio. Qui non c'entra niente essere pro o contro un regista come se si parlasse di politica o di calcio. Leone semplicemente ha preso pari pari la struttura esteriore del film di Kurosawa (Nico, ti posso giurare che ha ripreso a volte in maniera letterale le scene) ma l'ha riempito di un contenuto molto diverso. Pur facendo in pratica un plagio, Leone è riuscito a girare un film completamente differente nell'essenza stilitica e anche nel messaggio da quello di Kurosawa. Leone ha dimostrato ampiamente nel resto della carriera che le capacità ce le aveva eccome. Quello di avere "copiato" è un peccato che gli possiamo tranquillamente perdonare. Poi, come dici bene tu, Giuseppe, bisogna guardare al risultato e alla bellezza di un opera nella sua interezza, senza badare alla sua provenienza.
KOMMANDOARDITI  09/05/2010 00:09:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luca, anch'io ho visto entrambi i film in questione e non posso non considerare come alla loro base ci sia la commedia di Goldoni : è lapalissiano. Poi sono d'accordissimo,come già ho detto, che le opere vadano giudicate senza sottrarre valore per eventuali spunti esterni.
La mia come quella di Giuseppe (penso) era un ribattere all'affermazione : "ma a te non ha mai dato l'impressione che Leone abbia preso un po' troppo da Kurosawa senza tribuirgli i dovuti ringraziamenti?"......Cosa dovevano riportare i titoli di testa di PER UN PUGNO DI DOLLARI ? Per caso : "Questo film è tratto dal celebre YOJIMBO di Akira Kurosawa, si ringrazia pertanto dell'idea originale gentilmente concessa"......
Toto' lo sai anche tu come avrebbe risposto! :-)
amterme63  09/05/2010 16:56:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nico, rispetto la tua opinione ma se vuoi sapere la mia, personalmente vedo solo dei nessi molto superficiali fra Goldoni e Kurosawa/Leone. Goldoni ha fatto una commedia, lo spirito era quello di far ridere per l'astuzia e l'arguzia di Arlecchino. Goldoni stesso ha attinto a piene mani dalla tradizione della Commedia dell'arte. Di esempi del genere (persone che fanno "il doppio gioco") se ne trovano a bizzeffe nella letteratura mondiale, magari in contesti drammatici più consoni allo spirito di questi due film.
Che io sappia, Leone addusse la commedia di Goldoni come ispirazione della sua opera al processo per plagio che gli aveva intentato Kurosawa. La giuria non ha ritenuto sufficiente questa giustificazione e ha condannato Leone a risarcire Kurosawa. Ma queste sono questioni legali di soldi che penso non ci debbano riguardare. A me se Leone ha copiato Kurosawa me ne può fregar de meno. Ha fatto lo stesso uno splendido e magnifico film.

KOMMANDOARDITI  09/05/2010 17:08:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anch'io naturalmente rispetto la tua, ci mancherebbe.
Il fatto è che anche una personalità del calibro di Giorgio Strehler ebbe a sostenere la tesi della derivazione goldoniana del film di Kurosawa.
Su tutto il resto che hai scritto concordo perfettamente : il valore delle opere non è in discussione, tutt'al più ad essere maggiormente esaltati sono i film che hanno,tra virgolette, subito i plagi/omaggi, a testimonianza della loro fondamentalità.
amterme63  09/05/2010 19:10:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In ultime interviste Leone ha dichiarato che si è ispirato per Un Pugno di Dollari a Omero. Ecco, questo lo credo di più, è più plausibile. Prima di tutto perché negli anni '60 l'Antichità Classica andava molto di moda, poi perché il registro epico-celabrativo è lo stesso, come pure mettere le due parti esteticamente sullo stesso piano.
KOMMANDOARDITI  09/05/2010 21:03:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Azzeccatissimo : MEDEA di Pasolini è un esempio tra i tanti!
BlackNight90  09/05/2010 03:44:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mah veramente non volevo affatto sminuire Leone che è uno dei miei registi preferiti e del quale ho visto i film qualcosa come 3-4 volte.
solo che penso sia giusto ricordare, se non nei titoli di coda almeno per via indiretta, tramite interviste o cose così, quelli da cui si è preso spunto per il proprio film e non so se Leone l'ha mai fatto; questo anche per far conoscere le fonti ad un pubblico più vasto dei soliti cinefili, un po' come fa Tarantino oggi.
Il riferimento a Goldoni l'avevo già sentito ma me ne ero completamente dimenticato quando ho scritto.
BlackNight90  09/05/2010 04:02:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche se c'è da dire che wikipedia riporta questo:

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KOMMANDOARDITI  09/05/2010 11:58:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Diciamo che la verità sta nel mezzo e che ognuno di loro ha i propri scheletri nell'armadio.....
Le frasi fatte non sbagliano mai.... :-D
BlackNight90  09/05/2010 03:57:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, ho controllato un po' ed era proprio anthony ad avermi parlato di un'intervista di Leone che faceva riferimento alla commedia di Goldoni. Errore mio.