caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

VIVERE - IKIRU regia di Akira Kurosawa

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento wega     9 / 10  27/03/2008 12:10:12 » Rispondi
Impossibile non pensare ad "Umberto D." solo di un anno precedente, ma del quale il regista era ignaro dell'esistenza, ed "Il posto delle fragole". Probabilmente "Vivere" forma, con gli altri, la trilogia cinematografica perfetta sulla vecchiaia, ma questo film non è assolutamente paragonabile agli altri due, diverso perchè è la struttura narrativa stessa ad esserlo, e anche per la tipologia della tematica trattata.
Sarebbe riduttivo catalogarlo come film sulla vecchiaia, più che altro è un film sulla vita e sulla morte, la presa di coscienza di quest'ultima e il tentativo di estraniarla, cercando per la prima volta appunto di vivere.
E' un film che non ha un corrispettivo d'età, il punto forte di questa pellicola sono la straordinaria sceneggiatura, sia per la struttura fatta di flashback ed un fastfoward, sia per l'assoluta mancanza di ogni forma di retorica; e l'incredibile interpretazione di Shimura.
I suoi silenzi iniziali, la sua educazione e rispetto per gli alti fa in modo di immedesimarci con la storia , ci rende partecipe delle sue sofferenze, ed in qualche modo riesce a far male anche allo spettatore stesso.
Non manca la critica sociale al sistema burocratico, un sistema di scaricabarili perfattamente oliato, non nascondo che mi ha ricordato molto la satira di "Brazil".
Diversi i momenti sensazionali del film, il simbolismo della mazza da baseball, che serve da lucchetto della porta, con la quale il protagonista ricorda i momenenti felici trascorsi a vedere le partite del figlio, ma che ora sente distante, dichiarerà di non averlo più un figlio, di non sentirlo più, un pò come una porta chiusa nei suoi confronti. La nottata brava sulle strade di una Tokyo irrefrenabile, e l'indimenticabile, nonchè una delle più poetiche in assoluto della storia del cinema, immagine del fuzionario poco prima della sua morte sull'altalena del parco giochi, poesia della neve che cade, in sinergia, ad ogni spinta del protagonista.