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I SETTE SAMURAI regia di Akira Kurosawa

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eizenstein     10 / 10  12/05/2007 17:04:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film testimonia come Kurosawa, fra tutti i registi, sia stato quello che meglio è riuscito a descrivere la natura degli uomini per mezzo del cinema.
I contadini sono rappresentati in frequenti scene di gruppo dalle quali traspare la loro umiltà, unità e dedizione al lavoro, armi con le quali riescono nei secoli sempre a sopravvivere e a vincere.
I samurai sono invece oggetto di primi piani e ognuno di essi è analizzato a fondo; sono degli eroi con individualità fortissima e capacità intellettuali e fisiche di ben altro spessore rispetto ai contadini. Tuttavia sono soli al mondo, muoiono eroicamente ma per una causa non propria e quindi perdono in ogni caso.
Il mondo esterno è rappresentato dai banditi, contro i quali lottano banditi e samurai.
Quello che la regia risalta in ogni momento è il lato umano di protagonisti e comparse; la vita è al centro del film.
Il rifacimento americano ("I magnifici sette") non riesce neanche lontanamente a toccare queste vette di espressione artistica e permane ad un livello molto superficiale. Tuttavia, a differenza del cinema d'autore di Kurosawa, le americanate (di basso profilo come i contadini) riescono sempre ad adattarsi al mondo tramite compromessi a sopravvivere ancora ai giorni nostri e a vincere mentre il cinema d'autore dei samurai Leone, Kurosawa e Welles è ormai relegato a pochi appassionati. Metafora della vita che questo film esprime in modo formidabile: a questo mondo spesso vince e perdura nei secoli chi si adatta, non l'eroe idealista svincolato dal suo tempo.