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POST MORTEM regia di Pablo Larraín

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  19/05/2011 14:53:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quell'inquadratura fissa a chiusura di "Post Mortem" è la dolorosa fotografia della perdita d'identità e della ragione da parte di una paese appena traumatizzato da un sanguinoso colpo di stato e già avviato verso una regressione drammaticamente inarrestabile.
La morte diventa tangibile presenza per molti,non per Mario, già abituato per via della sua professione a vivere in un limbo anestetizzato.
Pablo Larrain torna sul luogo del delitto,il contesto temporale è quasi lo stesso e il suo protagonista rassomiglia parecchio all'aspirante ballerino di "Tony Manero".
Il regista anche questa volta si immerge nella pagina più buia della storia moderna del Cile e lo fa utilizzando il confronto tra circostanze storiche e uomini pericolosamente influenzabili,destinati a cavalcare quel clima di estrema violenza e oppressione che caratterizzò quegli anni.
Alfredo Castro è una maschera imperturbabile,la sua indifferenza cede solo all'amore per la decadente ballerina Nancy trovando così una ragione ossessiva che possa riempire il suo vuoto esistenziale.
Il mondo intorno a lui cade a pezzi,Mario non sembra preoccuparsene o accorgersene,refrattario anche alla più semplice delle emozioni si concentra sull'oggetto del suo desiderio e nella costruzione di un microcosmo che purtroppo si rivelerà fragilissimo.
Chi si chiede come sia stato possibile un tale massacro troverà risposte nel comportamento del protagonista,piccolo ma eloquente esempio di spietata insensibilità collocata in quadro sociale spaventoso.