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POST MORTEM regia di Pablo Larraín

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benzo24     10 / 10  02/06/2021 14:30:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1973, Cile. Mario Carnejo, funzionario presso l'obitorio di Santiago, inizia una relazione con la vicina di casa Nancy Puelma, ballerina con disturbi alimentari.
Il golpe dell'11 settembre mette il Paese in ginocchio e i cadaveri cominciano ad affollare l'obitorio: Mario, la collega Sandra e il dottor Castillo saranno i soli testimoni civili della morte di Salvador Allende. Ma sul tavolo mortuario arriverà anche il corpo di Nancy.....

Buttati gli uni sugli altri senza ritegno, i morti si ammassano nei corridoio dell'obitorio e ogni tentativo di salvezza è vano. Tutti guardano e nessuno protesta: l'indignazione viene zittita a colpi di pistola e il flebile lamento che si leva dal mucchio umano non riaccende alcuna speranza.

Molte recensioni di Post Mortem hanno parlato del protagonista come di un omuncolo senza morale, opaco, ripiegato sui suoi miseri egoismi e piaceri e glacialmente indifferente a quanto gli succede intorno, un uomo che galleggia sopra il sangue altrui preoccupato solo di se stesso.

Evidentemente devo aver visto un altro film, perché Alfredo Castro conferisce a Mario (grandissima interpretazione che avrebbe meritato la Coppa Volpi) una maschera impenetrabile che ce lo rende distante, estraneo.
Il fatto che non abbia sussulti e reazioni, che non imbracci un'arma e si immoli contro i militari non fa di lui un uomo abietto. Se mai un vile, come lo sono stati milioni di altri esseri umani in analoghe circostanze. Non si può chiedere a nessuno di essere eroe. Mario non lo è, ma ciò non lo rende direttamente complice dei carnefici.
A renderlo feroce sarà qualcos'altro, sarà l'amore deluso. Allora sì che Mario tirerà fuori la bestia che è in lui e diventerà capace di ogni violenza