caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

BALLATA DELL'ODIO E DELL'AMORE regia di Alex De La Iglesia

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Terry Malloy     8½ / 10  14/11/2012 19:21:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non conoscevo questo pezzo da novanta del cinema contemporaneo e devo dire che l'incontro, pur essendo stato meraviglioso, non è esente da problematicità.
Chiarisco che un film del genere è già a priori un film con i contro********. Ma proprio per questo penso sia onesto muovergli una critica. Sullo stile non disquisisco, va a gusti. Ma quello che ho trovato personalmente un ostacolo per l'intrinseca riuscita del film è la rappresentazione evidentemente simbolica. Quando si gioca con i simboli, con parole assolute, con contesti metaforici e allegorici si rischia di perdere di vista quello che chiamo il tumulto dell'arte. Calvino diceva che la sua letteratura da un momento in avanti aveva smesso di rappresentare la realtà ed era diventata sempre di più una "balena bianca". Io contesto a questo grande regista di aver voluto saltare il primo step. Concettualmente il film è una riproposizione dell'idea di fondo di Salò. Trovo più cinematografico De La Iglesia però. Conosce il cinema molto meglio di Pasolini, sa giocare con i generi, scrive una sceneggiatura sconclusionata che è l'esatta rappresentazione di un mondo in cui sostanzialmente capiamo sempre meno. E' geniale nel trasformare un film con protagonisti pagliacci in un film-pagliaccio. Si passa dal riso all'angoscia con una facilità spaventosa. Siamo i bambini che si cerca di intrattenere, di far ridere. Perché sennò si diventa assassini. In un certo senso questo film ripropone Bastardi senza gloria in modo molto più raffinato, o perlomeno più ancorato alla realtà dei fatti mondiali. Uno è finzione nella storia, l'altro è allegoria della storia. Perché alla fine trovo abbastanza evidente che i due pagliacci non siano che le due facce del potere violento di stampo novecentesco: Sergio, il fascismo; Javier, il terrorismo. La ragazza, la Spagna. Entrambi se la contendono per amore, o piuttosto per possesso. Ed è molto bello questo dialogo specialmente:
Javier: "Ti ho liberato dal male, da Sergio" e lei risponde: "No, sei diventato come lui". Bellissima l'idea di un'esaltazione mistico-religiosa del terrorismo, il fatto che si siano sempre sentiti investiti di una missione di liberazione che il popolo di rado vuole o domanda (si vedano le Br).
Meravigliosa a tal proposito la scena dell'attentato a Blanco (cfr. "Ogro" di Gillo Pontecorvo): "E voi di che circo siete?"
L'ultima parte, cinema d'azione di alto livello, mi ha un po' stancato. Salvo l'immenso ultimo minuto. Un fotogramma la cui icasticità può solo ricordare il capolavoro pasoliniano. Film così escono sempre più raramente. E forse non è totalmente un male.
Xavier666  18/02/2013 20:01:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
gran bel commento! fascismo e idealismo che diventa terrorismo e fascismo anche esso... Wow!
Terry Malloy  19/02/2013 12:55:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie mille :)
Signor Wolf  18/01/2014 19:59:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, l frase del pagliaccio triste ai terroristi non l'avevo inquadrata, è successo tutto e troppo in fretta
Terry Malloy  18/01/2014 22:52:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grazie mille, troppo gentili ragazzi :)