Febrisio 8½ / 10 04/06/2011 13:39:47 » Rispondi "Questo siamo noi! Questo paese non ha alcuna possibilità." L'atmosfera pessimistica del film, sembra voler alludere che peggio di quel che è già successo, non si possa fare. Il film di Iglesia è un urlo storico muto e poco convinto, ma perverso in illusioni, violenza e surrealismo. Un mondo ben lontano da quello reale, non possedendo nemmeno la forza per denunciarlo, ma contrariamente a farne quasi un elogio beffardo, tanto quanto quelle risate finali. Balada triste de Trompeta possiede un inizio folgorante e una freschezza registica. Mantenendo un ritmo abbastanza serrato, ricreando un ottima atmosfera cupa, composta da chiaro scuri, alla ricerca della perfezione fotografica, e racchiudendosi quasi nell'omonimia di due periodi importanti, 37 e 73, il film riesce a far vivere delle situazioni intriganti al limite dell'assurdo. Isterico e divertente, quanto triste e umiliante, i personaggi principali ricordano batman e il pinguino; opposti, ma così tanto uguali, come fossero per paradosso le due estremità di un cerchio. Dal fascino libertino "stile burlesque" circense, fino ad immagini storiche, tra il più falso, e il più vero, confusonario e non politico, scambiando il buono e il cattivo e ancora viceversa, tra un attraente seno debordante e la voglia caliente, con l'unico inosservato il vero terrorista basco, la storia di Javier percorre un tragitto quasi iperbole del passato: "se tu lo fai a me, io lo rifaccio a te". Finale simbolico.
Tutti perdenti. Falangisti, Repubblicani, Nazionalisti, pagliacci divertenti e pagliacci tristi. Coscienze sotterrate nella valle dei caduti, aldisotto delle statue delle migliori virtù. L'amor patria, o donna che sia, a cui più si teneva, è morto per mano nostra.
Non rimane che un ultimo sorriso, quello da assassino. "Arriba Espana!" anzi molto meglio... a mai più!