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NOI CREDEVAMO regia di Mario Martone

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elio91     7 / 10  21/06/2011 00:14:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
O mamma,cosa devo leggere. Si parla di regia da fiction,di sceneggiatura banale... ma evidentemente chi ha scritto questo non ha mai visto il livello qualitativo della televisione italiana come scrittura e regia.
Noi Credevamo non è un film perfetto purtroppo ma merita di essere visto. Uno dei motivi principali è l'ambizione di Martone di raccontare dell'Unità d'Italia senza concedersi a lacrimoni sentimentali,retorica patriottica o quant'altro. Si concentra invece su episodi più nascosti che hanno portato alla nascita dell'Italia in cui a farla da protagonisti sono i personaggi rimasti sullo sfondo,o rimodellati su figure storiche esistenti (pure se inventati) come il trio di fratelli protagonista,o quasi dimenticati quando si parla della storia d'Italia. Mazzini e Crispi compaiono in veloci comparsate fondamentali,Garibadli è appena sullo sfondo ma impalpabile,di Cavour si sente solo parlare.
La sceneggiatura è ben concepita e strutturata nelle sue 4 parti dedicate a varie fasi e ogni volta a uno dei fratelli,rispecchiando appieno la frustrazione utopistica,la voglia di cambiare e la disillusione finale di chi l'Italia l'ha fatta col sangue e nel sangue,dove Caino assassinava Abele in un impeto di follia fanatica,dove le lotte intestine non mancavano e dove,infine,ha prevalso ancora una volta un ideale diverso da quello che animava i giovani di belle speranze che credevano,davvero credevano.
Regia e sceneggiatura sono intensamente cinematografiche ma purtroppo il film è eccessivamente didascalico e privo di emozioni nella sua lunga durata.
Tecnicamente è fatto benissimo,regia lenta,interpretazioni ottime e rispecchia fedelmente il periodo ma davvero Martone sembra perdersi in un meccanismo troppo complesso in cui non riesce a bilanciare bene il racconto da seguire e le emozioni dei personaggi. Non sempre,in ogni caso.
Merita però perché nell'anno delle celebrazioni è uscito un film che parla dell'Unità in termini di critica e di riflessione,senza voglia di celebrare un bel niente ma di fare appunto riflettere,e i soldi (ben) spesi non sono stati pochini.