Rand 7½ / 10 28/11/2010 11:08:52 » Rispondi Certo il film è di una lunghezza inusuale, ciononostante parlerò prima dei pregi: buoni attori e una colonna sonora classica apprezzabilissima, la regia è attenta e misurata, basata su una sceneggiatura "inusuale" che non mostra le "battaglie" che portarono al'unità d'Italia, ma piuttosto alcune sconfitte che pesarono molto su quel processo, e soltanto di striscio, così come invece mostra la metodica preparazione ed esecuzione dell'attentato a Napoleone III, evento foriero del successivo intervento in favore del Piemonte per aiutarlo nella conquista della penisola, nelle riprese della macchina da presa si coglie una ricerca e uno studio dell'inquadratura dovuta anche alla necessità di escludere elementi "contemporanei" dalla scena, cosa di per se difficile, e qui arrivano i punti dolenti che citerò negli spoiler. Complessivamente il film è un buon film, l'analisi politica dello Stato italiano "creato" dai piemontesi, la repressione spietata dei nuovi dominatori, la distanza tra "signori" e "cafoni" specie del sud, e tutti i germi dei problemi che affliggono ancora questo "stato unitario" sono ben evidenziati anche solo di sfuggita (mafia e Camorra, sottosviluppo del sud, razzismo del nord, beghe politiche, particolarismi, menzogne, repressione degli idealismi, autoritarismo, populismo, bigottismo dei ceti medi e alto borghesi...) Però nonostante i Lo Cascio e i Servillo, Zingaretti e Binasco, immagini corali, spesso simboliche e brutali, il film è difficile, pretende attenzione, non è scontato e certamente non per il pubblico "generalista" che lo va a vedere perchè parla dell'unità d'Italia, un opera matura, troppo matura e a volte anche ridondante in alcuni "episodi" che pare perdersi dietro personaggi secondari a mio parere meno importanti, senza approfondirne altri (non appare mai Garibaldi se non in controluce sul cavallo al buio) come Mazzini, nei suoi pregi e difetti, il Conte Cavour, e gli altri protagonisti delle "macchinazioni" che portarono all'ottenimento di un territorio oggi denominato da 150 anni "Italia" nella sostanza un film complicato da fare, e questa era solo una possibilità di realizzazione ,c'erano certamente altre strade, martone ha scelto una delle più difficili e di questo contro il pubblico "generalista" gli va dato atto e gli va fatto onore. I problemi organizzativi ed economici di un film di tali proporzioni erano certo tanti (si parla di 6 milioni di euro...) con comparse, costumi e vestiti d'epoca, attrezzature e soprattutto location da trovare, perciò è certamente qualcosa di apprezzabile
Una scala di ferro "zincato" imbullonata appare nella scena dell'esecuzione dei due dei 4 attentatori di Napoleone III, prodotto industriale chiaramente odierno...speriamo in una svista o in una cosa volontaria, ma è difficile da accettare così come è un pugno nell'occhio l'edificio in cemento non finito con i pali di metallo sporgenti dai pilastri, che prima Martone lascia sapientemente fuori fuoco, poi invece mostra in tutta la sua incoerenza nel paesaggio di un cilento ottocentesco, reso fino ad allora con attenzione storica.
LukeMC67 06/12/2010 22:31:47 » Rispondi L'irruzione della modernità è una cosa voluta da Martone, probabilmente ispirato dal cinema di Jarman che utilizzava questi espedienti per mettere in guardia lo spettatore sull'attualità di drammi altrimenti concepiti e ambientati in altre epoche.