caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

CHE BELLA GIORNATA regia di Gennaro Nunziante

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
julian     7 / 10  04/02/2011 15:35:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che bel film, finalmente si ride davvero tanto.
La storia alla base è tipica, può essere tranquillamente una trama alla Pieraccioni tanto per dirne uno, ma il punto di forza è proprio Checco, e come riesce ad orchestrare il tutto in un comico godibile e (quasi) mai stupido nelle battute.
Molto fedele anche il ritratto del sud e del terrone, in due cose principalmente:
- quel senso di responsabilità e importanza che si dà una persona che esercita un modesto impiego;
- l'ostentato cambio di accento che caratterizza il sudista, emigrato al nord, che ritorna al sud, uno dei più odiosi tentativi di manifestare il proprio "esser cambiati" rispetto all'immobilismo delle genti del meridione.
Un mito Rocco Papaleo, bellissima Nabiha Akkari, e straordinaria partecipazione per Herbert Ballerina, col suo cantilenante accento cambuasciano.

Nonostante gli elencati pregi, è vero anche un pò quello che sottolineava Jack Torrance, cioè che film di questo genere abbassano la guardia di noi italiani sul problema dell'ignoranza, giustificandolo e addolcendolo con la scusante che siamo un popolo di buon cuore.
Ok, il film di Checco Zalone non mira a denunciare e ad arginare le pecche degli italiani, ci mancherebbe, vuole solo disvelarle, fare un ritratto fedele del nostro popolo, nel bene e nel male, ma lo spettatore che si sente preso in causa, subito si rassicura, pensando: "almeno io non faccio esplodere bombe".
La battuta finale di Farah, che ripensa con affetto a tutti i momenti passati con Checcho e conclude che ci penserà lui a distruggere l'Italia, è uno sguardo compassionevole verso l'italiano bonaccione che si ritrova, suo malgrado, in un luogo pieno di cultura e arte, senza sapere che farsene; e parla chiaro anche la colorita e mai più veritiera sentenza di Checco: "Stai studiando ? Eh, qua non serve a un cazz.o".
Insomma l'italiano, nell'immaginario collettivo mondiale, è regredito fortemente dai grandi geni del passato, è un farfallone identificabile con i solite tre quattro sostantivi noti. Si prende gioco di noi anche Tarantino in Bastardi senza gloria quando fa fare ai tre bastardi i cugini del sud, che escono massacrati dal raffronto con la chirurgica lucidità, freddezza e arguzia dei cattivi tedeschi. Non c'è da andarne propriamente fieri.