caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DONNIE DARKO regia di Richard Kelly

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
driver     9 / 10  30/11/2004 21:12:11 » Rispondi
Stupendo. Un film spettacolare, strepitoso, intelligente, equilibrato. Ma ovviamente è uscito dopo 3 anni (in Italia, e con queste due parole dico tutto).
Il pacchetto regia-sceneggiatura-attori è un raro esempio di assoluta coesione.
La storia non è difficile da seguire, ma difficilissima da interpretare. I rimandi a libri di religioni e filosofie orientali sono molti, le citazioni di altri film sono tantissimi (non sono riuscito ad acchiapparli tutti).
La regia toglie il respiro: 2 ore (e oltre, dato che sono stati aggiunti 10 minuti nella versione italiana) senza uno sbadiglio o un attimo di noia. Favolosi le riprese in verticale e i virtuosismi attorno al protagonista. Pianosequenza strepitosi (forse migliori del bellissimo Omicidio in diretta di De Palma). Il migliore è quello all’inizio del film nel corridoio della scuola.
Un inchino a Richard Kelly. Tutti gli attori sono bravissimi. In particolare Jake Gyllenhall (non ho parole…), Patrick Swayze (non vale niente, ma è in parte: è il ruolo dello str…), il padre del protagonista, e anche la professoressa di educazione fisica della scuola.
Gli effetti speciali sono fatti in casa, ma è la filosofia dei film indipendenti: ci stanno benissimo. Ottima anche la scenografia Anni 80. Che dire delle musiche?
Insomma, non c’è niente che non vada bene, a parte la locandina (colpa della distribuzione italiana…): troppo stile Liberty, troppo da “Guerra dei mondi” per un film ingegnoso come questo. Nemmeno i dialoghi sono discutibili: quello dei puffi è un pezzo di rara genialità. Solo Tarantino è riuscito a fare, forse, di meglio in Pulp Fiction – Samuel L. Jackson che cita la Bibbia al ristorante – e in Le iene – la scena iniziale.
È un cult, e se lo merita. Non do 10 perché non esiste il film perfetto. Ma è da 10.
Qualche critico sapientone ha sentenziato che il finale è cervellotico e fa pensare troppo alla trama per capirci qualcosa. Ma bisogna sottolineare che il finale, anche se non è aperto, lascia molte strade interpretative: incontri ravvicinati del 3° tipo (fantascienza), deliri schizofrenici del protagonista (horror), richiamo ai pensieri “new age” degli anni 80 (drammatico)? A voi la scelta. E sappiate che ce ne sono davvero pochi di film che lasciano tutte queste possibilità di immaginazione.
Recentemente c’è stato K-Pax con Kevin Spacey (completamente sparito dalla circolazione) e Jeff Bridges. Ma è brutto, e comunque la trama non è coinvolgente, brillante e incisiva come in Donnie Darko.
È soprattutto il nome azzeccato, addirittura ironico (come la fidanzata del protagonista dice nel film). Sembra il nome di un supereroe. E per qualcuno potrebbe anche esserlo.