jack_torrence 4½ / 10 22/09/2010 14:59:36 » Rispondi Questo film soffre di supponenza. L'idea è ardita ma la sua realizzazione è francamente fallita. La giustapposizione fra due mondi tanto diversi e che non comunicano è resa, ma va oltre le righe. Non ho nessun particolare rimprovero da muovere alla trama così come è stata concepita. Piuttosto, c'è una vistosa discrepanza tra quanto è bella e quanto è riuscita la metà carceraria del film (da voto 7, almeno), e quanto è fallita la sceneggiatura della parte altoborghese. Sembrerebbe che il regista abbia più dimestichezza con i ragazzi di vita che con i salotti di Posillipo. Ma evidentemente non è questo: piuttosto, la parte in carcere è la metà del film girata con attori in gran parte non professionisti, e improvvisata all'80%. E' verace e straordinaria. La metà altoborghese è recitata, e penalizzata pesantemente dai difetti di sceneggiatura.
Il risultato è quello di vedere 2 film in uno. Il fatto che non comunichino è voluto, ma il regista sembra aver confuso l'intenzione di creare due mondi incomunicanti con il risultato di un'opera zoppa di cui una metà riuscita e un'altra no. Probabilmente Capuano, nell'esasperato uso dell'ellissi che contraddistingue il suo stile, ha inteso rendere il mondo in cui la ragazza-bene vive: un mondo fatto di non-detti (il primo dei quali, sul suo stupro), di rimozioni, di lontananze dalla realtà (lontananza dalla città, lontananza dalla vita). Ci è riuscito: sin troppo. Il risultato infatti è talmente ellittico e irreale da apparire inverosimile. Cerco di spiegarmi: non è tanto inverosimile quanto in sintesi ci viene accennato di quel mondo. E' plausibilissimo. Ma è raccontato tanto, ma tanto male, come può esserlo una materia trattata tutta di testa e senza nessuna empatia.