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IL CIGNO NERO regia di Darren Aronofsky

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fidelio.78     7 / 10  05/03/2011 10:31:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certamente affascinante, ma a mio avviso poco profondo.
Aronofky è eccellente nell'accarezzare la superficie, ma proprio come un cigno mette solo per poco la testa sott'acqua, da uno sguardo e poi torna in superficie.
Nonostante il film regga bene in tutte le sue parti, non è altro che la rappresentazione di una follia. Da questo punto di vista mi ricorda Betty Blu perché la protagonista non compie mai una scelta vera e propria. E' vittima della sua nevrosi.
Il finto minimalismo di questo film passa attraverso stati allucinatori, parallelismi veri e finti, impersonificazioni della trama e proiezioni dell'io (anche se il rimosso sembra tornare con le stesse forme del reale e quindi è più espositivo che altro). Ciò nonostante la trama tiene molto bene la tensione e l'attenzione dello spettatore, anche grazie ad una regia molto mossa, a scene veloci e precise e a cliché del genere che potevano anche essere usati meno spesso (mi riferisco alle apparizioni in camera in TUTTE le scene di calma apparente). Quindi il film funziona, anche se il dramma interiore della protagonista è povero. Il conflitto si svolge principalmente a livello interpersonale, con qualche rapida occhiata all'interiorità per tornare subito in superficie.
Intendiamoci dunque. Non è Deserto Rosso di Antonioni, quello si che è un capolavoro minimalista, in cui la protagonista davvero si ritrova a fare i conti con la propria mente e la cosiddetta "will power", la forza di volontà viene messa in primo piano.
Ma la vera punta di diamante del film non è la regia (eccellente tranne in alcuni punti in cui è incredibilmente piatta, come la scena della festa) bensì la straordinaria interpretazione di N. Portman: in lei risiede tutta la grande forza del film. Un Oscar meritatissimo, guadagnato secondo me nella scena finale in cui la forza espressiva dei suoi occhi (anche se aiutati con qualche trucchetto speciale) viene fatta sfogare e la trasformazione nel cigno nero avviene in modo quasi liberatorio. A lei 10 e lode.
Per concludere: film consigliato, affascinante da molti punti di vista, che riesce ad emozionare e traccia un segno nella memoria, ma che purtroppo manca di una componente essenziale per aspirare a essere considerata una grande opera.
andreapau  05/03/2011 18:31:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti,commento notevolissimo
fidelio.78  05/03/2011 19:08:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie!
Ciumi  05/03/2011 11:12:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uh, Deserto Rosso l’ho visto proprio ieri.. bello!
Per quanto riguarda “Cigno nero” sono d’accordo su ogni punto, specie sulla poca profondità con cui è descritta la nevrosi di Nina, e sul fatto che le visioni restino più che altro riflessi superficiali. La metafora del cigno che immerge appena la testa sottacqua rende bene l’idea.

fidelio.78  05/03/2011 13:59:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Ciumi.
Credo che se la sceneggiatura di questo film avesse osato un po' di più ci saremmo trovati di fronte ad un capolavoro.
Niko.g  05/03/2011 10:51:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordo con te. Il film resta inchidodato al livello epidermico e concede poco spazio alla sfera intima e psicologica, che lo avrebbe completato e reso, probabilmente, un capolavoro.