Caio 9 / 10 21/02/2011 23:52:06 » Rispondi Provando ad usare una metafora per descrivere il cinema così come lo vive Aronofsky negli ultimi due lavori che ci ha regalato (The Wrestler e Il Cigno Nero), potremmo dire che il film è come un grosso blocco di marmo, all'interno del quale si cela la maestosa statua del personaggio: scena dopo scena, il regista scolpisce con il suo scalpello un frammento del blocco, fino a scoprire il capolavoro che vi è celato in tutta la sua maestosità. Il Cigno Nero, come The Wrestler, non esisterebbe senza la strabiliante interpretazione della sua protagonista. Ipnotico, sublime, conturbante, è un film che ti afferra lo stomaco e non ti molla fino alla fine. Un gioco di specchi dove la maestria si cela nel dettaglio, nei piccoli segnali di un profondo che emerge durante due ore di film, in cui ci viene svelato il lato più segreto ed intimo di questo cigno fragile ma onnipotente. Un capolavoro che rivedrei altre mille volte.