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IL CIGNO NERO regia di Darren Aronofsky

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fabio57     7½ / 10  08/09/2016 10:58:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grande prova d'attrice per Natalie Portman, un ruolo il suo decisamente difficile, ma interpretato con dedizione e partecipazione intensissima. Il film è valido anche se alcuni passaggi sono un po' confusi, come del resto lo è la protagonista, tuttavia offre spunti di riflessione interessanti. Le ossessioni paranoiche che affliggono Natalie,spesso colpiscono soggetti fragili, giovani artisti in cerca di affermazione, spingendoli verso comportamenti disturbati, che qui sono estremizzati ed esasperati per esigenze di narrazione, ma c'è sicuramente tanto realismo , nel racconto di una mente malata , che a poco a poco scivola negli abissi della follia suicida.
JohnRambo  05/10/2020 11:59:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il suicidio, o meglio, l'autoflagellazione è parte integrante della manifestazione dell'Arte intesa dalla protagonista come ricerca di perfezione in senso assoluto. La perfezione implica dolore verso sé stessi, estremizzato qui in una rinuncia perfino alla propria vita. L'estasi del dolore, nella migliore tradizione per così dire "cristiana", trova il suo comprimario ideale nella scoperta del piacere carnale, alla protagonista "proibito" a causa del rapporto "malato" con la madre. Questa scoperta trova il suo migliore "oggetto" dapprima nella solitudine, poi in Lily, una ragazza che sprigiona puro sesso, desiderio e seduzione come Lily (attrice davvero ben scelta). Dolore e sensualità si compenetrano fino alla trasformazione della Nina iniziale in quella finale: una crescita non solo personale ma anche artistica, di totale comprensione dell'opera d'arte ("Il lago dei cigni"), evidente nel grande successo a fine balletto. Ottenute, tuttavia, a caro prezzo. Rimarco la mia opinione su questo film: un gran lavoro, veramente notevole.