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RAPUNZEL - L'INTRECCIO DELLA TORRE regia di Nathan Greno, Byron Howard

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Dom Cobb     1½ / 10  10/05/2012 14:53:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Incredibile quanto sia noioso questo film, incredibile quanto perda rispetto al precedente La principessa e il ranocchio. Già non mi aveva convinto del tutto dal trailer, ma non mi immaginavo certo questo schifo.
Partiamo dall'unica cosa che si salva del film: la storia. Brillante, originale, riesce a dare un perché a molti aspetti della fiaba cui Rapunzel si ispira (i capelli lunghi, la segregazione nella torre). Ma il vero problema è rappresentato da tutto il resto.
Lo sviluppo della trama è semplicemente banale e prevedibile: sono d'accordo che tutto il sottotesto riguardante le origini della protagonista devono essere messi subito in chiaro, ma sembra proprio che il mega-spiegone iniziale sia il modo più sbagliato o che si sarebbe potuto renderlo meglio, più coinvolgente, più ricco di emozioni e di pathos.


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Per non parlare poi dei numerosi sensi di deja vu: troppe parti sono scopiazzate da altri ben più noti classici, dal Gobbo di Notre Dame (il rapporto Rapunzel-Madre Goethel) alla Sirenetta (la dimenticabile sequenza delle lanterne).
E poi c'è un problema ancora più grave: le musiche. Alan Menken è uno dei compositori che stimavo di più, creatore di score indimenticabili, una su tutti quella del sopracitato Gobbo di Notre Dame. Dico "stimavo", perché da un paio di anni il suo talento deve averlo gettato in un tombino, a giudicare delle oscenità presenti in Enchanted e, soprattutto, in Rapunzel: canzoni inascoltabili si sommano a una colonna sonora penosa e senza guizzi, che abbassano il livello del film infinitamente. Di questo passo, la carriera di Menken zeppa di Oscar sarà solo un ricordo.
Altro difetto è rappresentato dalla "cattiva". Nel corso degli anni, la Disney ci ha abituato a Jafar, Malefica, Crudelia De Mon e così via, e in questo caso, la villain è una strega...senza alcun potere. In tutto il film, mai una volta sola usa poteri di qualche genere,


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cosa che, insieme alla sua poca presenza e a una canzone orrenda , la rende ben poco minacciosa e sicuramente il peggior villain di sempre (persino il Maestro Forte nel seguito della Bella e la Bestia era meglio!)


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E infine passiamo all'animazione, che è insieme un pregio e un difetto. Un pregio perché è fondamentalmente impeccabile, quasi squisita. Tuttavia, sono dell'opinione che, senza l'animazione a mano, un Classico Disney non sia un Classico Disney fino in fondo, ma un ibrido che non ha appartenenza.
Mezzo voto in più per il personaggio del cavallo, che qualche volta mi ha fatto davvero ridere, ma è incredibilmente sottosfruttato, così come l'altro personaggio animale (cosa? Solo due in totale?)
Come ultimo argomento, mi viene da chiedermi per quale motivo questo film abbia avuto un successo spropositato, mentre La principessa e il ranocchio è stato meno fortunato. Non riesco a credere che l'unico motivo sia l'animazione computerizzata, ma se è così, allora mi rammarico che questa tendenza stia letteralmente uccidendo qualcosa che ha impreziosito le nostre vite per oltre mezzo secolo. Spero che succeda qualcosa per impedire che ciò accada davvero.
Dom Cobb  18/11/2014 16:28:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'era una volta una goccia di sole che cadde sulla terra, generando un fiore dagli straordinari poteri curativi. Tali poteri vennero usati per guarire la regina di un vicino regno da una grave malattia mentre aspettava un bambino. Come risultato, la giovane principessa ereditò tale potere, che era racchiuso nei suoi capelli, e una strega che non voleva invecchiare la rapì per sfruttare il suo dono, tenendola rinchiusa in una torre affinché non scappasse...
Dopo l'incoraggiante, ma non esaltante, successo de La principessa e il ranocchio, la Disney continua sulla strada da esso tracciata e l'anno seguente rilascia un prodotto avuto in gestazione da anni e che, fra riscritture e vari cambi di gestione e di approcci, è divenuto il più costoso film d'animazione mai prodotto. Tuttavia, gli studios decidono anche di estremizzare alcuni degli elementi del classico precedente, forse ritenendoli gli strumenti migliori per attirare un pubblico più numeroso: ecco, dunque, che la parola "principessa" scompare dal titolo a favore di un nome che fa pensare più a un film d'azione, ed ecco spuntare trailer dove viene enfatizzato il lato "cool" della vicenda.
Per quanto mi riguarda, il risultato è alquanto sottotono; ma andiamo con ordine.
L'animazione è a dir poco spettacolare, e di certo giustifica gli alti costi di produzione: le tecniche computerizzate hanno il notevole vantaggio di mantenere le rotondità e morbidezze tipicamente disneyane, oltre a permettere una libertà di movimenti di camera virtuale e di esprimere appieno il suo potenziale visivo; tuttavia, ha anche l'effetto di rendere l'aspetto dei personaggi fin troppo simile, in modo anche fastidioso, a quello di bambole tridimensionali.


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La storia è un argomento complicato di cui parlare: da una parte, l'intera premessa e gran parte dello svolgimento in linea di principio sono a dir poco brillanti, e la fiaba originale e i suoi spunti vengono adattati in quel modo fresco e originale degno dei migliori classici della Disney, dall'altra però avrei da obiettare sull'esecuzione, che conta non poche scelte alquanto discutibili. Oltre a richiami un po' troppo ovvi e fastidiose similarità con classici precedenti, uno in particolare,


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i problemi del film sono più di uno, e tutti hanno una matrice in comune, ossia la tendenza alla modernizzazione. Nonostante una premessa e un'ambientazione giustamente "senza tempo", come ogni buona fiaba dovrebbe essere, la trama si svolge utilizzando tecniche che, nel loro voler essere moderni ad ogni costo, finiscono per irritare.


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Fra queste tecniche rientra una colonna sonora incolore e delle canzoni che sembrano uscite dritte dritte da un pessimo programma radiofonico del sabato mattina; ed entrambe sono firmate da un Alan Menken che ormai sembra aver gettato il suo talento in un tombino per come le sue melodie risultano prive di grinta e di qualsiasi ispirazione.
A nuocere di questo approccio "moderno" sono anche i personaggi ai quali, seguendo la tendenza della versione originale, sono assegnate voci note dello spettacolo che, semplicemente, non suonano mai naturali e dunque mancano di credibilità. Forse è anche per questo che nessuno di loro, per quanto ben delineato, buca lo schermo come era accaduto per il cast de La principessa e il ranocchio.


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In generale, per tutta la durata del film si respira un'atmosfera allegra e spensierata che, però, viene offuscata da troppi tentativi di divertire con gag trite e ritrite, e di conseguenza poco efficaci, e battute tipiche dei nostri giorni e della nostra realtà quotidiana;


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di tanto in tanto funziona, ma in una fiaba, per di più firmata Disney, l'effetto è controproducente.
In definitiva, questo Rapunzel è davvero difficile da giudicare, visto che a un buon numero di pregi si aggiunge un uguale numero di difetti, ma ammetto che, a fine visione, non mi sentivo appagato come forse avrei dovuto. Mi mancava il coinvolgimento emotivo che la storia, se raccontata in modo più vicino ai classici del passato, forse mi avrebbe preso di più. E questo, per una fiaba Disney, è un difetto non di poco conto.
VOTO: 6
Dom Cobb  02/07/2014 13:44:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vabbè, dai, mi sono lasciato trascinare... penso che un quattro e mezzo sia più appropriato...