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THE SOCIAL NETWORK regia di David Fincher

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Rask     8 / 10  27/11/2010 13:15:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il salto dalla musica romantica a quella contemporanea è evidente nella ricerca, nella prima, della costruzione di un pathos riconoscibile e potente in intensità, e nella seconda, nella riproduzione di emotività non scontate, a costo di una perdita di orientamento e di vigore.
The social network è cinema contemporaneo. Riproduce interamente il suo protagonista in freddezza, isolotti di abilità estrema in un oceano di disagio, indifferenza, sguardo descrittivo e non giudicante, difficoltà empatiche con il pubblico, pragmatismo e senso degli affari. E in questo riesce benissimo, aiutato da Trent Reznor, dei NIN, che costruisce l'equivalente musicale di un'operazione di trapianto di cuore a un robot.
Un'osservazione: Zuckerberg ha apprezzato il film. Il che può significare molte cose. Che mr Facebook ha un'accurata self-percezione e che quello che si vede sia il vero Zuckerberg (e possiamo trascurarlo, trattandosi di un quasi-malato di Asperger); oppure che The social network sia in realtà più politically correct di quanto sembri, aggiungendo una veste cool che in realtà l'intera vicenda non possiede e in cui mr Z. possa riconoscersi senza problemi.
Il fenomeno del social network vero e proprio viene quasi lasciato a margine, come fosse l'elemento scontato del palcoscenico, di cui il film preferisce mostrare il dietro le quinte. L'idea di sceneggiatura di non pontificare su presunte verità psico-sociologiche dei nuovi sistemi di connessione, lasciando che sia il mood del film (e i suoi velocissimi dialoghi) a parlare, è un'idea vincente.
Come quella 35-miliardaria di Zuckerberg, indiscusso genietto con l'intuito per la mossa corretta, che nel finale ricorda una versione post moderna di Mike Corleone, nel Padrino parte II. Una solitudine radicale attutita dal frastuono del successo, che si manifesta come ossessione compulsiva nel continuo refresh della pagina facebook, in attesa di una conferma di amicizia del primo amore in un disperato - e gelido - tentativo di recupero di una qualche autenticità.