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VISITOR Q regia di Takashi Miike

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GianniArshavin     6 / 10  02/12/2014 23:44:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fra i film più controversi e fuori di testa del nipponico Takashi Miike non si può non annoverare "Visitors Q",produzione per la TV Giapponese (!!!) che ricorda molto da vicino il "Teorema" di Pasolini.
Il regista orientale ovviamente prende la materia del poeta italiano e la esprime seguendo il suo stile sempre eccessivo e provocatorio , dando vita ad un'opera a tratti insostenibile e a tratti molto vicina al trash più ironico.
Quello che può sembrare un ossimoro bello e buono è invece il concetto di base che rende "Visitors Q" un film pazzescamente fuori da ogni logica , pregno di tematiche serie e delicate (stupri,violenze domestiche,incesti,prostituzione,bullismo,sevizie) che vengono affiancate da sequenze che sfociano nel trash , il tutto amalgamato in una miscela grottesca che non risulterà indigesta a chi ha un minimo di confidenza con questo genere di pellicole (astenersi i profani).
Il regista nipponico si inventa una serie di metafore di difficile fruizione e facilmente fraintendibili , dal visitatore del titolo (a differenza di quello pasoliniano questo è molto più macchietta) alle strade catartiche che i membri di questa famiglia disfunzionale prenderanno per "redimersi" e dare una svolta. Abbonderanno dunque le scene ai limiti della sostenibilità , evidenziate da una regia quasi documentaristica che coinvolge malgrado l'alto tasso di alienazione che la storia trasmette.
Proprio i movimenti di Miike sono sempre calibrati alla perfezione per non far sfuggire all'occhio schifato ma curioso dello spettatore nessun malato particolare (la scena iniziale ne è un esempio) , cosa che ci farà sentire parte integrante del marciume della vicenda ,generando in noi una sensazione tutt'altro che piacevole.
Malgrado i palesi significati il titolo pecca di esagerazioni di ogni sorta che cancellano a tratti i messaggi che il cineasta vuole lanciarci. Questo film è infatti da maneggiare con cura per non rischiare di essere travolti in negativo da una serie di situazioni incomprensibili e ai limiti dell'assurdo.
L'appena citato difetto , insieme ad un ritmo lento,una fotografia scarna (parliamo comunque di un prodotto destinato alla TV) e alcune scelte di scrittura discutibili ( le scene demenziali edulcorano la pillola ma sembrano quasi del tutto fuori contesto) abbassano il mio personale voto che comunque rimane ampiamente sufficiente per un titolo coraggioso e che solo un matto poteva partorire.