caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ICHI THE KILLER regia di Takashi Miike

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Borg     6½ / 10  25/04/2008 14:19:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parliamo un po’ di Takashi Miike, e del film che viene considerato rappresentativo delle sue intenzioni (anche se è sbagliato inquadrare l’autore, data la filmografia vastissima e i continui cambi di registro): “Ichi the killer”…
Tagliamo subito la testa al toro: non è un horror, al massimo un film disturbante, piuttosto estremo e con momenti splatter…
OCCHIO AGLI SPOILER!
Ichi the killer parte come uno yakuza-movie per poi svelarsi per quello che è: la ricerca del masochista e psicopatico Kakihara dell'altra metà, il sadico Ichi, uno s****to, piagnucolante ragazzo trasformato in un sanguinario giustiziere dal misterioso Jiji (lo Tsukamoto del brutto “Tetsuo: the iron man”, tanto per dirne uno) , che a sua volte vorrebbe vendicarsi di Kakihara per motivi che resteranno oscuri, come molti altri…
Il film è questo: un masochista da una parte, e un sadico (ma è Jiji che muove i suoi fili, grazie ad una curiosa pratica ipnotica) dall’altra…
Alla fine Kakihara trova Ichi, rimane deluso perchè il “sadico” nel frattempo, ingannato dall’ipnosi, crede di aver ucciso il “fratello” (un ex poliziotto diventato uno degli uomini di Kakihara), steso a terra frigna come un bambino, incapace di trovare la forza per scontrarsi con Kakihara, che vorrebbe ricevere il tanto agognato dolore totale.
In preda allo sconforto il masochista si rende sordo con degli spilloni, un’allucinazione, provocata sicuramente dal ferimento, gli fa credere che Ichi si sia finalmente ridestato (in realtà viene preso a calci dal figlio dell’ex poliziotto), che lo affronti e che lo butti giù dalla tromba delle scale. In realtà Kakihara ha fatto tutto da solo, trovando comunque nel sogno la circostanza felice che l’ha ucciso.
Jiji in seguito guarda il corpo di Kakihara, si accorge di non aver ottenuto gioia e si suicida, in un finale abbastanza misterioso e criptico, secondo scuola giapponese…
Tutto qui, questo è il film, non c’è altro, il resto sono ellissi che lasciano intendere tutto e niente…
FINE SPOILER.
Capolavoro?? Non scherziamo via.
Sicuramente un film interessante, folle, e la follia nel cinema va sempre preservata, è cosa preziosa, ma la sensazione che il furbissimo Miike abbia realizzato una provocazione per gli ingenui è assai grande…
Infatti il film è un capolavoro per quelli che si perdono nei sofismi e nelle elucubrazioni da circo, o per quelli che seguono le mode (quelle snob) spasimando per i registi del momento…
Intendiamoci, Miike sa il fatto suo, non è sprovveduto e sa come offrire buoni momenti e buona exploitation, ma i significati più profondi e intellettuali lasciamoli stare per favore, e credo che sia la cosa che pensi lo stesso Miike, che mi immagino sghignazzante ogni volta che qualche fenomeno tenta la lettura mistica e siderale dell’opera…
Miike è uno che si diverte, che gioca anarchico con il materiale che ha in mano, provoca (quando ha voglia di provocare) e ride osservando le reazioni…
L’ho capito quando vidi “Audition”, che da consueto melodramma (pallosissimo) si trasforma in un onirico deragliamento con tortura annessa, che sfotte la nostra percezione…
Un provocatore, che gode quando qualcuno crede ai suoi scherzi (in un certo senso è valido il discorso che si fa con Lynch, che a volte mette in scena i propri incubi e deliri senza richiedere di capirli, per la serie “il significato l’opera ce l’ha, ma è mio e mio soltanto, voi potete solo constatare questo o sforzarvi inutilmente di trovarlo, avendo poco rispetto per voi stessi”…), abile, astuto, folle, genialoide per come usa lo spettatore, ma di certo non un genio, nel senso reale del termine…
Miike è il re dei furbastri, è pur vero che a volte i furbastri riescono a realizzare assoluti capolavori, ma per adesso nei suoi film che ho visto ho percepito solo il gusto sfrenato del perculare…
Se sono capolavori questi allora siete più masochisti di Kakihara, senza dubbio…

Dall’oriente, per ora, di capolavori estremi ho visto solo qualcosa di Fruit Chan e soprattutto la trilogia della vendetta del Chan-Wook, in particolare l’episodio “Mr. Vendetta” (superiore al pur straordinario Oldboy), lucido, chiaro, disperato, struggente, con attimi lirici e impressionanti, su tutti le sequenze col ragazzo spastico e quella con la bambina, ormai defunta, che appare in sogno al padre. Sembra quasi una presenza fantasmatica, alla “The Ring”, ma lo shock e la disperazione riescono a toccare livelli decisamente più alti, credetemi…
Invia una mail all'autore del commento Aliena  10/05/2008 17:49:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
un film è un'opera aperta dove chiunque può vederci quel che vuole
se per qualcuno questo è un capolavoro
perchè devi definirlo ingenuo masochista?
lo vidi 3anni fa in lingua originale sottotitolato
sinceramente non sapevo chi fosse miike takashi, quindi non rientro nel pubblico snob modaiolo che segue i registi del momento
(vuoi dirmi che miike è finalmente diventato il regista del momento?)
e credo neppure in quelli con i sofismi ed le elucubrazioni da circo
(a dire il vero non ho ben compreso cosa intendessi realmente con "da circo" quindi l'ho interpretato in maniera circense come si trattasse di un numero di acrobati
da circo: che tendono alla spettacolarizzazione di un processo molto difficile)
e dicevo non credo di rientrare nemmeno in questo gruppo perchè la trama del film non si presta più di tanto alla sovrainterpretazione
(ma ovviamente il pensiero umano non ha limiti ben venga chi nei tagli che si autoinfligge kakiara ci riferimenti mistico religiosi o più freudianamente una serie di vagine)

semplicemente questo film mi piacque molto
tanto che gli diedi il massimo dei voti, pur non ritenedolo un capolavoro
diverso dai soliti film e con una più che buona cura stilistica
mi colpì ed affondò
che sia stata pure la furbizia del regista o il fascino esercitato dai deviati personaggi di questa storia chissenefrega
m'era piaciuto e pure tanto

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Borg  17/05/2008 11:00:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo che un film è un'opera aperta, come le persone del resto.
Se io poco apprezzo i sofismi e le elucubrazioni da circo (e per circo hai inteso perfettamente quello che volevo dire), perchè li trovo di una disonestà atroce, pieni del fetente desiderio di mettersi in mostra pavoneggiandosi della propria presunta abilità analitica sideralmente profonda, atteggiamenti talmente eccessivi che il film, l'elemento sacro del commento, viene addirittura messo in disparte.
Se odio queste cose lo dico, se qualcuno si sente chiamato in causa non è un problema mio.
Dico quello che penso, che in quanto tale non è minimamente assoluto nè autorevole e ha valore solo per me medesimo.
Non mi interessa che altri siano d'accordo o meno, la mia intenzione è cercare di commentare un film privo di sovrastrutture, con la mia sincerità, per quanto mi è possibile.

E Miike sì, è uno dei registi del momento, entrato alla ribalta grazie al vendifumo Tarantino, mi dispiace ma è così. Senza Tarantino e la critica pecorona nessuno avrebbe saputo di Miike e nessuno avrebbe speso così frequentemente la parola capolavoro per il film e genio per il regista, che è solo un furbo ed onesto artigiano che è il primo a non prendersi sul serio. Scommetto che molti di voi rimarrano sconvolti dal sapere che sta trasponendo "Yattaman", sì il cartoon umoristico con i robottoni, magari proprio un di quei genere che disdegnate.
Apprezzo Miike, mi piace il suo percorso astuto e senza pretese Il primo che vorrebbe un sobrio ridimensionamento della sua figura e dei suoi film credo sia proprio lui, anzi, credo proprio che l'abbia chiaramente detto!!
Sanjuro  06/09/2008 09:36:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Furbo e onesto artigiano" ad un regista che ha girato VISITOR Q? BUAHAHHAHAHAHAHAHHAAHHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAH, guardati quel film che rovescia il "Teorema" di Pasolini e ne offre quasi uno spunto sadeiano. Quante scemenze vai dicendo...la produzione di Miike è enorme, variegata, se mi vuoi dire che è "Fubro" dunque mi vuoi dire che non è genuino, che è calcolatore, cinico e metodico..."furbo" nel campo dell' arte fa rima con "cialtrone" e affermarlo di uno che dedica al cinema la propria vita, infrange regole, sperimenta e non per un edonismo alla Briatore è una gran STRON ZA TA :D