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MADEINUSA regia di Claudia Llosa

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  06/02/2015 10:54:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nello sperduto villaggio andino di Manayaycuna ogni anno si tiene la festa del Tempo Santo. Un momento durante il quale è possibile peccare senza essere visti o giudicati da Cristo. Egli è stato infatti bendato e deposto, quindi reso innocuo, in modo che chiunque possa darsi alla pazza gioia. Durante il primo giorno di baldoria viene indetto un concorso di bellezza piuttosto irriverente, durante il quale, tra tante ragazze agghindate come la Mad.onna, ne viene eletta una in rappresentanza della Vergine. La vincitrice risponde al bizzarro nome di Madeinusa, figlia dell'untuoso sindaco ed interpretata dalla bravissima Magaly Solier (non professionista all'epoca).
Nel frattempo c'è chi ruba bestiame, chi si alcolizza e chi intende abusare della propria figlia. Madeinusa ha infatti intenzione di concedere la propria verginità al padre, un fatto dato per scontato all'interno di una comunità evidentemente maschilista e retrograda.
Il casuale arrivo al villaggio di un forestiero porta scompiglio, tanto che il ragazzo viene accolto malamente e recluso in una stalla. Il corpo estraneo all'interno di un organismo perfettamente funzionante è noto possa causare irreparabili danni; ed è quello che inevitabilmente succede, con Madeinusa invaghita del forestiero nel quale vede una possibilità di riscatto, lontana chilometri da quel postaccio puzzolente e misero.
La pellicola coglie benissimo il desiderio di emancipazione di una ragazzina decisa a seguire le orme di una madre fuggita tempo prima da quella sorta di prigione a cielo aperto. C'è il tentativo quindi di sottrarsi ad un destino segnato, eludendo quella rassegnazione di cui soffre Chale, la sorella della protagonista, invidiosa in quanto meno considerata dal padre in un'urgenza affettiva di natura morbosa e perversa.
Sicuramente un film riuscito, molto interessante nel suo approccio antropologico costruito (non esiste nessuna festa del Tempo Santo, nè una località chiamata Manayaycuna) in cui il senso di colpa è giustificato, l'atto riprovevole è condonato, mediante un'interpretazione religiosa ancora una volta distorta a favore dei più biechi istinti umani.