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AFTER.LIFE regia di Agnieszka Wojtowicz-Vosloo

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oh dae-soo     7 / 10  18/01/2011 15:49:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE. Il commento contiene anticipazioni.

Molto coraggioso questo After Life perchè affronta un tema tabù, quello della Morte, in un modo diretto, esplicito, nudo e cinico. Probabilmente lo stesso soggetto nelle mani sporche di qualche regista meno attento a fotografia e regia (ottime) ma ancora più cattivo e capace di districarsi meglio nell' ingarbugliata sceneggiatura avrebbe portato a un risultato ancora migliore.
Anna ha un incidente stradale e si sveglia sul tavolo mortuario di un'agenzia di pompe funebri. Lei crede di esser viva ma il "becchino" (un ambiguo Liam Neeson) le comunica semplicemente che in realtà è lui che può comunicare con i morti.
Tutta la pellicola è una continua ricerca di instillare il dubbio nello spettatore, decine gli elementi che ci fanno propendere all'ipotesi che Anna sia viva, altrettanti che sia realmente morta. Per non parlare della sfuggente figura del bambino anche lui sempre coinvolto con creature (la madre, il pulcino) sempre in bilico tra la vita e la morte.
Al di là di questo è abbastanza interessante la riflessione che il film intraprende riguardo la fine-vita, sui rimpianti che lasciamo, sulla sofferenza causata alle persone che ci volevano bene, sull'importanza che diamo alla vita solo vicini alla Morte o, come in questo caso, quando ci troviamo in questa sorta di Limbo, di After Life, in cui il nostro corpo è morto ma il nostro attaccamento alla vita appena persa ci fa ancora ragionare e lottare, invano purtroppo. C'è un'esortazione al carpe diem, a vivere al massimo, a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a scansare l'apatia. Il limbo rappresenta insomma una specie di esame di coscienza, un giudizio che da Universale diventa personale, privato. In realtà tutte queste riflessioni possono anche prescindere dal plot perchè è forte l'ipotesi che Anna sia in realtà viva ed Elliot (il becchino) una persona disturbata che si diverte a flirtare con la Morte. A questo proposito la scena finale con lui appostato in macchina quasi ad attendere l'incidente del ragazzo di Anna, e soprattutto l'ultimissima scena (che non svelo) ci fanno propendere per quest'ipotesi, anche se probabilmente sono più di uno i buchi di sceneggiatura o le incongruenze che ne possono venir fuori.
Molto coraggiosa anche la scelta di far recitare molte scene completamente nuda all'ottima Christina Ricci perchè effettivamente non c'è niente di più nudo ed essenziale della morte.
In definitiva un buon film che mantiene desto l'interesse per le vicende fino alla conclusione, offre interessanti riflessioni e addirittura in più di un punto, toccando argomenti così delicati, regala momenti di vero turbamento. Ad ogni modo la considero però un'occasione sprecata. Se soltanto ci fosse stata più anima, più potenza di scrittura, in qualche modo più "cultura" (nel senso massimo del termine) saremmo passati da un buon film di genere a uno di quelli che ti segnano, uno di quelli che non si dimenticano, semplicemente perchè parla di Noi e di quando, più tardi che sia, saremo costretti a calare il sipario.