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A SERBIAN FILM regia di Srdjan Spasojevic

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  11/04/2014 11:43:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In cambio di una grossa somma di denaro Milos decide di tornare sul set. Leggenda del porno serbo, ora ritiratosi e sposato con una splendida ragazza e padre di un bel bimbo, ha un solo cruccio, quello dei soldi. Sembrano non bastare mai, e la prospettiva di dare una vita più agiata ai suoi cari lo induce in errore. Impossibile non farsi tentare da certe cifre, anche se i termini del contratto restano vaghi e l'ideatore/finanziatore della pellicola è tutto fuorchè rassicurante.
Non ci vorrà molto a Milos per comprendere la portata del guaio in cui si è cacciato, finito nelle grinfie di un branco di pervertiti dai quali sembra impossibile affrancarsi.
"A serbian film" è nelle intenzioni un film politico, Srdjan Spasojevic, il regista, ha più volte ammesso che la ferocia ostentata è la dote portata in seno al proprio paese dalla guerra, con relativa assuefazione da parte del popolo alla violenza più aberrante. I soprusi sono di conseguenza quelli perpetrati dalle autorità, abili a costringere e manipolare i loro burattini (in questo caso mediante droghe e afrodisiaci), nei confronti dei più deboli e in sfregio alla famiglia, come viene brutalmente rimarcato più volte sino ad arrivare al culmine nello straziante epilogo.
L'agghiacciante allegoria però convince solo a tratti in quanto sembra prevalere la volontà di shockare a tutti i costi. Spasojevic lancia una sfida di nervi allo spettatore più che riflettere sullo stato morale della Serbia. Il risultato è un film realmente crudele con alcune sequenze impossibili da dimenticare anche per lo spettatore più avvezzo a morbosità cinematografiche di ogni genere.
La sopportazione viene messa a dura prova, rispetto a "Life and death of a porno gang" (altro film shock balcanico) è meno concettuale, più oscuro e deprimente. C'è un pensiero estremo sfrondato di limiti e filtri offerto senza remore ed arginato (fortunatamente) solo nell'indugiare sul particolare più inaccettabile.
Dal punto di vista tecnico il film è un esempio di grande professionalità: ben girato, con ottimi effetti speciali, ben recitato e fornito di ambientazioni e atmosfere inquietanti esaltate da un sonoro lugubre. Ottima anche la costruzione dello script, in cui la prima parte il male è subdolo, si avverte ma non si vede; poi l'esplosione, con un racconto in flashback che da quel momento in poi non lascia scampo.
Spasojevic realizza una storia incalzante a livello narrativo, ma anche discutibile nella trattazione dei temi di denuncia tanto sbandierati. Non so se ci sia dell'autocompiacimento, sicuramente la voglia di far parlare di sè assorbe in buona parte l'urgenza di guardare al disagio del proprio paese.