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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI regia di Saverio Costanzo

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atticus     7 / 10  21/09/2010 12:43:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attesissima riduzione cinematografica di un apprezzato best seller italiano.
Il film ha luci ed ombre, non è del tutto riuscito, reinterpreta il complesso materiale letterario riproponendolo ora con genialità, ora con eccessive banalizzazioni.
Decisamente notevole e fuori dal comune il taglio registico angoscioso e vagamente retrò di Costanzo, che contamina il dolore dei protagonisti con ardite venature orrorifiche (a proposito si sprecano i rimandi a "Shining" e a "Carrie", fino alla nenia diabolica che accompagna in sottofondo l'adolescenza dei personaggi che ricorda molto Argento e "Rosemary's baby") ma anche con un abbondanza di simbolismi spesso fini a se stesi (la nebbia che avvolge il finale del matrimonio di Viola, l'incubo in cui Alice rivede Mattia bambino). La scelta è sicuramente coraggiosa e originale e consente al film di non annoiare mai, ma così facendo si gioca inevitabilmente quella carta introspettiva e malinconica che era la forza del bel romanzo di Giordano. Anche la complessa intelaiatura di flashback finisce per svilire una serie di motivi cardine che non riescono così a trovare respiro (su tutti, la problematica alimentare di Alice).
In ogni caso il film resta interessante per come è riuscito a dare forma a personaggi tanto impalpabili, anche grazie ad un lavoro sul cast davvero straordinario e a due protagonisti eccellenti a dir poco.
Facile che il film possa essere frainteso e mal accolto, all'inizio sembra quasi una sorta di 'Deliria e Phenomena incontrano Bergman' (prese le dovute precauzioni) e la colonna sonora è funzionalissima in tal senso. Vale la pena però di abbandonarsi alla sua forza espressiva (stupendi alcuni momenti, cito solo quello dell'ultimo incontro, con "Bette Davis eyes" di Kim Carnes nell'aria) perché è cinema nuovo e insolito che merita sostegno.