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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI regia di Saverio Costanzo

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gerardo     6 / 10  16/09/2010 21:39:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per chi non abbia letto preventivamente il libro resta inalienabile l'interrogativo se, per caso, ci si sia persi qualcosa nella trasposizione cinematografica. Ma questo succede solo se un film non riesce a essere perfettamente indipendente dalla sua fonte originaria, qualora sia tratto da un romanzo, una pièce, ecc. "La solitudine dei numeri primi" si "sente" che ha un'origine letteraria, nella misura in cui i personaggi possiedono dei tratti molto forti e decisi, ma sostanzialmente immobili, non completamente sviluppati. C'è, oltretutto, a mio avviso, una certa dispersione temporale, un eccesso di racconto che va a discapito della perfetta definizione psicologica contingente dei personaggi. Andavano fatte delle scelte più radicali sui racconti dei tre periodi che costituiscono le età dei protagonisti prese in considerazione nel percorso narrativo del film. Fermo restando, ovviamente, che la definizione dell'origine dei mali, nell'infanzia, si sarebbe dovuta "preservare" da eventuali tagli, io avrei sforbiciato sull'adolescenza per concetrarmi sull'età adulta, sulla contemporaneità, nella quale poi si riverberano in definitiva quelle ferite, fisiche e mentali, che sono la caratteristica costitutiva dei protagonisti e del racconto stesso.
Stilisticamente i frequenti richiami all'horror (la scena iniziale sembra un omaggio al Dario Argento degli anni '70; la fissità dell'hotel immerso nella nebbia di Sestriere, i suoi corridoi, strizzano l'occhio allo Shining kubrickiano) sostengono un film che altrimenti sarebbe forse scivolato in un piatto, fictionaro déjà-vu.