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SOMEWHERE regia di Sofia Coppola

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  13/01/2011 15:06:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'introduzione è sintomatica di quanto Sofia Coppola voglia mostrare,una Ferrari che viaggia di continuo e in modo immutabile su un circuito deserto è la traslazione metaforica della vita del divo cinematografico Johnny Marco,star del cinema action ma in realtà campione di immobilismo nella vita privata.Senza un'abitazione,occupa infatti una stanza del noto Chateau Marmont di L.A.,apparentemente senza radici,passa le sue giornate vegetando sul divano in compagnia di qualche birra e innumerevoli sigarette,nemmeno rapporti sessuali occasionali e intime lap-dance con ragazze che farebbero risvegliare anche un morto sembrano scuoterlo,il tutto intervallato da patetici party e impegni professionali ai quali partecipa senza entusiasmo.Grande fortuna quella di avere una figlia come Cleo,adorabile undicenne che risveglia l'uomo dal suo torpore esistenziale e lo avvia non solo alle responsabilità paterne,ma anche a quel mondo escluso da un esilio dorato.
Ancor più minimalista che in "Lost in Translation" la Coppola scava nello showbiz senza troppa cattiveria,lancia uno sguardo nel vuoto pneumatico che contraddistingue le sfavillanti realtà dei cosidetti vip, cercando di riportarne,senza sbilanciarsi o giudicare,la solitudine devastante di cui sono spesso intrise.Si mostra più feroce nel ritrarre certe situazioni a cui la star è obbligata come una marionetta alla mercè del business più becero, sia si tratti di una conferenza stampa zeppa di domande inutili,sia uno spettacolino televisivo popolato da un nugolo di personaggi repellenti.
Grande cura viene messa nella scelta dei brani della colonna sonora,si va dai Foo Fighters a Brian Ferry,dagli Strokes a Gwen Stefani e altri ancora,come in "Marie Antoinette" la regista mostra ottima cultura musicale spaziando con coraggio tra i generi,peccato mostri un' inflessibile volontà ad aderire a certo cinema "d'essai" che imprigiona "Somwhere" in una nicchia esclusiva da cui si trae un certo snobismo.Questo stile rarefatto non lascia molto,un po' perché Stephen Dorff è una scommessa che non conquista fino in fondo,a differenza della Fanning davvero perfetta,ma soprattutto perché il rapporto descritto è algido e controllato da freni dai quali l'autrice non si affranca mai.