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SOMEWHERE regia di Sofia Coppola

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gerardo     6½ / 10  16/09/2010 22:47:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che questo film sia la simbolica uccisione del padre da parte di Sofia Coppola?
Dopo la prima, straordinaria scena, nel deserto, vediamo il protagonista in totale abbandono psicofisico nel suo letto d'albergo: che il Cap. Willard (M. Sheen), sfatto, ubriaco e delirante, dell'incipit del coppoliano Apocalypse now abbia fatto capolino come fantasma (artistico?) nel film affettivamente più simbolico della regista Sofia, sempre - o ancora - soltanto figlia di Coppola? E che dire del movimento circolare, nell'osservazione ossessiva, catatonica di Willard, delle pale del ventilatore al soffitto nell'albergo vietnamita che sembra ritornare nella già citata scena iniziale di Somewhere nei giri a vuoto della Ferrari sulla vuota pista nel deserto californiano?
Non ci sono dubbi circa i riferimenti autobiografici dell'autrice, ma forse la risoluzione dei conflitti personali non bastano per esaurire tutta la materia ideologica di questo film, che da quei conflitti trae spunto ma non la potenza artistica necessaria.
Diciamolo subito: il finale è appiccicato, inutilmente e banalmente risolutivo.
Il film, come si è detto, inizia con una pista nel deserto e la Ferrari che vi gira a vuoto ossessivamente (la psicologia del protagonista è già tutta qui, nel suo stallo dorato e infruttoso). Quella Ferrari, nel corso del film, continuerà a girare sempre un po' a vuoto per le ricche strade hollywoodiane, dando il relativo ritmo al racconto e all'esistenza stessa del protagonista. Il deserto e la Ferrari (e la strada) saranno anche gli elementi terminali del film. il movimento circolare iniziale della Ferrari diventa quindi circolarità dell'intera narrazione.
Nel mezzo la parabola evolutiva del protagonista, l'insignificante, ricco e devastato attorucolo italo-americano (S. Dorff), riportato in vita, cioè a una vita decente, dall'inaspettato e prolungato contatto con la figlia iperattiva, sveglia e intraprendente.
Da notare come Sofia Coppola faccia coincidere il momento più basso del vuoto esistenziale del protagonista con l'ospitata (e relativa premiazione) dello stesso a un programma trash della televisione italiana, guarda caso condotto dall'onnipresente Simona Ventura e contornata da una inutile e debordante Valeria Marini, regine del nostro sfavillante Nulla dello spettacolo. Va detto quanto sia piuttosto imbarazzante questo momento per qualsiasi italiano con un minimo di senso critico.
Bella come sempre nei film della Coppola la colonna sonora, di cui sembra far parte anche il continuo brusio del motore della Ferrari, quasi fosse il rumore di fondo dell'inutilità vagabonda dell'impalpabile protagonista.
Mostruosa per bravura e naturalezza la ragazzina, Elle Fanning.