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RAMPAGE regia di Uwe Boll

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oh dae-soo     7½ / 10  08/02/2011 22:49:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE. Il commento potrebbe contenere anticipazioni.

Non oso neanche immaginarmi quanto si sia divertito Boll nel realizzare Rampage. In realtà è un divertimento che nasconde anche una buona dose di coraggio perchè viviamo ormai in un mondo talmente traumatizzato dal 9/11 che fare un film così spietato e violento è senz'altro indice di carattere (e menefreghismo peraltro).
Quando si tratta dei media si parla spesso di cattivo esempio, possibile spirito emulativo etc etc; in questo caso il simpatico regista tedesco si è letteralmente fregato di tutti questi dicorsi e senza fronzoli e riserve ha portato a termine fino in fondo il suo progetto.
Senza ipocrisia, il protagonista Bill attua quello che è uno dei sogni proibiti (e ci mancherebbe che non fosse proibito...) della maggior parte degli uomini: compiere una strage e restare impuniti. Prima di scatenare polemiche ci tengo che capiate al meglio le mie parole, non parlo dell'aberrante idea di uccidere, ma di far questo in un'ipotetica dimensione in cui il tutto "non vale", come ad esempio sognare di cadere dalla cima di un grattacielo e non morire, solo per provare l'emozione; la ricerca insomma di sensazioni che in realtà, per motivi diversi, non possiamo e non dobbiamo vivere.
Del resto come non deve esser considerato serio quello che dico, così sarebbe un gravissimo errore dare qualsivoglia valenza, importanza o parvenza di serietà a Rampage. Sempre di Boll stiamo parlando, un regista che mai si è preoccupato di insegnare qualcosa, inserire sottotesti, fare la morale. Lui si diverte e vuole far divertire, spesso attraverso la violenza e lo shock, sue caratteristiche cifre stilistiche.
Il film si divide in 3 tronconi ben definibili, in realtà legati tra loro anche dai numerosi flash forward: la preparazione della strage, l'attuazione della stessa, il lucido piano finale.
Lucido. Questo è l'aggettivo chiave per avere una lettura del film diametralmente opposta a quella che può essere la più immediata. Bill non è un pazzo. Bill non è uno che ce l'ha col mondo e prima di morire vuole compiere una carneficina. Bill non vuol morire, non lo mette nemmeno in conto. A mio parere se analizziamo al meglio il film, il ragazzo ce l'ha semplicemente contro quella gente "tutte chiacchiere e niente azione", quella gente che parla dei problemi del mondo, si riempe la bocca di retorica e poi non muove un dito. Bill ce l'ha con il suo migliore amico, Evan, perfetto esponente di questo tipo di persone. Così il ragazzo non diventa altro che il braccio di una mente altrui, l'esecutore fisico di tutte le verbose battaglie dell'altro. Non c'è pazzia in questo. Bill ordina le armi a nome dell'amico, sa già tutto. Non ne può più del verba volant e così, rendendo Evan un martire delle proprie idee e convinzioni, è come se paradossalmente gli facesse un regalo. Così, tra una regia alla Von Trier, scene d'azione ed esplosioni perfette, sequenze riuscitissime come quella del salone di bellezza o del bingo, un'atmosfera centrale da videogame, Boll non ci parla di un ragazzo che impazzisce e compie una strage, non ci parla di uno che non ne può più delle futilità del mondo, al contrario ci racconta la storia di uno che vuoi per noia, vuoi per divertimento, vuoi per esasperazione, mette in pratica ("qualcuno può farlo") semplicemente delle idee altrui e poi, paradossalmente, non se ne prende i meriti ma li regala all'altro. Le immagini che ricorrono spesso del video in primo piano di Bill sono una chiara conferma di questa teoria. Il suo è uno scherzo verso l amico, una dimostrazione che in realtà si può fare quello in cui lui crede, basta trovare la persona giusta. Lui.
Può sembrar strano ma Rampage altro non è che una storia d'amicizia. Una malata, assurda, innaturale, violentissima e ipocrita storia d'amicizia.