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LA MORTE DALL'OCCHIO DI CRISTALLO regia di Daniel Haller

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     5½ / 10  28/05/2014 12:02:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ibrido non proprio riuscito tra goticismi in stile Hammer miscelati ad elementi fantascientifici. Il tutto liberamente ispirato al celebre racconto "The colour out of space" ad opera del grande H.P. Lovecraft, qui leggermente variato sul tema nucleare e di conseguenza allarmante al riguardo.
Purtroppo proprio quando si vira in territori meno allineati a certo filone horror il film si sgretola, il fantastico non esalta e lascia abbastanza indifferenti in un epilogo in cui la povertà degli effetti speciali si nota tutta.
In precedenza il racconto, pur non esaltando, vive momenti di discreta tensione, poi sminuita nel momento in cui gli altarini di casa Witley vengono portati alla luce.
La storia è molto semplice, con un americano che giunge ad Arkham, per l'occasione spostata in Inghilterra, per far visita all'amata conosciuta al college. Qui si trova dapprima trattato in modo sgarbato dai paesani cui chiede informazioni sull'ubicazione della villa dove alloggia la ragazza, poi dallo stesso padre di lei, un burbero paraplegico che si comprende da subito nasconda qualcosa di inquietante.
Ad aggiungere mistero alla già poco simpatica situazione la misteriosa figura della madre, nascosta allo sguardo altrui da impenetrabili drappi disposti intorno al letto in cui è confinata.
Le cose migliori del film sono le ambientazioni (il regista Daniel Haller ha collaborato a lungo con Corman di cui era scenografo) e Boris Karloff, sempre in palla anche quando al servizio di script non proprio esaltanti.
Film non eccelso giustamente dimenticato dai più, anche noto come "Die, moster, die!".